Walter Rauhe per “la Stampa”
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Un accordo raggiunto quando il governo era sul punto di rompersi. I due rivali, Merkel e Seehofer, hanno siglato un patto sull' istituzione di «centri di transito» per i migranti già registrati in altri Paesi, per contrastare gli ingressi illegali in Germania. È una soluzione «per salvaguardare lo spirito europeo» e «mettere ordine» sui movimenti secondari, ha detto la Cancelliera tedesca.
Si chiude così una crisi che ha messo l'esecutivo tedesco sull' orlo del precipizio. Berlino è divenuta sinonimo in questi giorni d' instabilità, incertezze e intrighi. L' esito di questa crisi estiva è positivo: in serata Horst Seehofer, leader dei ribelli annuncia l' accordo raggiunto con la Cancelliera Angela Merkel.
HORST SEEHOFER ANGELA MERKEL
Il ministro dell' Interno, leader dei bavaresi della Csu, dopo aver lanciato ultimatum alla Cancelliera ha ritirato le sue dimissioni, presentate domenica notte. Per Merkel si tratta di un «buon compromesso sui migranti», dirà a tarda sera. Resta però un'ultima incognita: la Spd, il terzo partner della coalizione di governo, non ha ancora accettato un accordo che potrebbe non piacere ai socialdemocratici, visto l' irrigidimento della politica migratoria.
LA GIORNATA TESA
Prima dell' epilogo, quella di ieri era stata un' altra giornata ad alta tensione. Sono da poco passate le 18 quando dal portone principale del Konrad-Adenauer-Haus sono entrati i leader della Cdu e della sua costola bavarese della Csu con rispettivamente Angela Merkel e Horst Seehofer in testa.
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La situazione restava più che mai confusa e aggrovigliata. Il ministro dell' Interno Horst Seehofer si dimostra poco conciliante nei confronti di Angela Merkel. «Non mi lascio licenziare da una Cancelliera che sta lì solo grazie a me», dichiara alla Süddeutsche Zeitung. Ma Horst Seehofer appare ormai come un perdente e come una figura abbandonata dal suo stesso partito. «Non abbiamo certo intenzione di abbandonare il governo o di abbattere la Cancelliera», aveva assicurato il governatore bavarese e compagno di partito di Seehofer nella Csu, Markus Söder.
SONDAGGI SPIETATI
Dalla questione dei profughi e dai respingimenti dei migranti secondari alle frontiere - il cavallo di battaglia del ministro dell' Interno - non dipendeva in fondo il destino della Grosse Koalition. Come si spiega allora questa escalation che secondo Wolfgang Schäuble - presidente del Bundestag ed eminenza grigia del conservatorismo tedesco - ha portato i partiti dell' unione sull' orlo dell' abisso?
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I sondaggi sono spietati: il contenzioso tra Cdu e Csu in tema di politica migratoria e la svolta populista e di destra imboccata da Seehofer e dal governatore Söder nell' illusione di bloccare l' ascesa dell' Alternative für Deutschland non pagano. Anzi, costano voti e reputazione. E alla fine forse anche la poltrona di ministro allo stesso Seehofer.
Dopo la notte dei lunghi coltelli di domenica, ieri a Berlino i ribelli oltranzisti bavaresi si sono dimostrati di nuovo più mansueti, fatta eccezione per Seehofer. Persino l' ex ministro delle Finanze ai tempi di Helmut Kohl e presidente onorario della Csu, Theo Waigel, ha fatto appello alla ragione e alla moderazione, mentre Erwin Huber, ex presidente dei cristiano-sociali, ha chiesto senza mezzi termini le dimissioni di Hans Seehofer.