TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A…
1 - MESSINA, NON SIAMO CAVALIERE BIANCO
(ANSA) - "Noi siamo bianchi perché siamo perbene, ma sicuramente non siamo cavalieri in queste operazioni per un motivo molto semplice: abbiamo una quota di mercato talmente elevata che non possiamo fare nessuna operazione in Italia". Così Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, sugli ultimi sviluppi del risiko bancario. "Quindi a prescindere dal fatto che non lo vogliamo fare non lo potremmo fare" ha aggiunto.
2 - PARTE IL GIOCO DELL’OPA ANIMA TERRENO DI SCONTRO NEL DOMINO BANCARIO
Estratto dell’articolo di Andrea Greco e Giovanni Pons per “la Repubblica”
Come sempre quando si lanciano delle offerte pubbliche in Borsa tra i due contendenti si apre una battaglia tecnica e legale […] Nel caso di Unicredit e Banco Bpm […] il primo oggetto di scontro è un terzo soggetto, Anima, società che gestisce circa 200 miliardi degli italiani, partecipata al 22,5% da Banco Bpm e su cui lo stesso istituto il 6 novembre aveva lanciato un’Opa da 1,6 miliardi per conquistare il rimanente 77,5%.
[…] Anima ha anche altri azionisti vicini al governo come Poste, Caltagirone, Fsi (Fondo strategico italiano) che avevano in qualche modo assecondato il lancio dell’Opa anche perché connessa all’operazione di blindatura del Monte dei Paschi, organizzata dal Tesoro.
L’eventuale arrivo di Unicredit in cima alla catena potrebbe però far saltare il consenso attorno all’operazione. E i primi sintomi di malessere già si vedono. L’invio in Consob del prospetto informativo per l’Opa su Anima, avvenuto martedì, ha sollevato un problema tecnico non da poco.
L’Opa va infatti approvata da Banca d’Italia, che dovrà valutare se l’utilizzo del cosiddetto Danish compromise , cioè lo sconto sull’assorbimento di capitale a beneficio dell’offerente Banco Bpm, sia corretto o no. Secondo Andrea Orcel, ad di Unicredit, il Banco ha usato questa agevolazione in modo troppo aggressivo, dunque lui stima che Banco Bpm dovrà trovare circa 370 milioni di capitale in più se vuole andare avanti con l’Opa su Anima senza lo “sconto danese”.
Anche per questo, il prezzo offerto da Unicredit nell’Ops sul Banco è stato tenuto basso, perché alla fine quei 370 milioni in più potrebbero essere a carico di Unicredit.
Giuseppe Castagna, ad del Banco, rifiuta la tesi anche perché è scritto nel comunicato di Opa che se la vigilanza non approvasse lo schema di utilizzo del Danish compromise (che permette di assorbire soli 30 punti base del capitale di Banco Bpm), l’Opa su Anima perderebbe una precondizione di efficacia. Fine.
Castagna e i suoi vengono descritti come preoccupati, ma impegnati ventre a terra a trovare qualsiasi strada che possa sventare i piani di Orcel. Si analizzano tutte le possibilità di eventuali contromosse, dal lancio di un’Opa su Mps (che però dovrebbe essere approvata dall’assemblea straordinaria dei soci, data la passivity rule scattata dopo il blitz di Unicredit), all’ipotesi che i francesi di Crédit Agricole, primi azionisti al 9,2%, possano lanciare una contro Opa.
O anche l’ipotesi che sia Mps, forte del sostegno governativo, a fare una contro Opa su Banco Bpm. Fino all’ipotesi, estrema, che il governo spinga Intesa Sanpaolo a entrare in campo, per non far passare l’odiato Orcel. Ma nessuno al momento, al Mef, a Palazzo Chigi o in via Nazionale, sembra avere le idee chiare su cosa fare. La mossa di Unicredit ha scompaginato un difficile equilibrio che era da poco stato trovato intorno a Mps, e ora si deve ripartire da capo. […]
3 - CASTAGNA SCRIVE AI DIPENDENTI: NO DI BANCO BPM A UNICREDIT «A RISCHIO 6 MILA POSTI DI LAVORO» - LE PRIME VALUTAZIONI DEGLI AZIONISTI, LA LETTERA DI ORCEL AL PERSONALE
Estratto dell’articolo di Andrea Rinaldi e Daniela Polizzi per il “Corriere della Sera”
Due giorni dopo l’offerta di pubblico scambio avanzata da Unicredit sulla sua banca — 10 miliardi carta contro carta — e un giorno dopo il cda che l’ha respinta, il ceo Giuseppe Castagna ha scritto una lettera ai suoi dipendenti: «Destano forte preoccupazione le sinergie di costo stimate dall’offerente, pari a oltre un terzo della base costi di Banco Bpm che, si può stimare, significherebbe tagli al personale di oltre 6.000 colleghe e colleghi […]» […]
Il mercato ipotizza […] che Piazza Meda possa elaborare una strategia di difesa. Tra gli scenari possibili, accelerare gli acquisti su Mps per offrire agli investitori un progetto più appetibile dell’ops di Andrea Orcel e quindi bloccarla o costringerla al rilancio, migliorando il prezzo per i propri azionisti.
Da segnalare che non sono pochi quelli con quote in entrambe le banche: le fondazioni di Modena e Verona per esempio poi i fondi Vanguard, Norges Bank, BlackRock, Jp Morgan.
GIUSEPPE CASTAGNA MASSIMO TONONI
[…] Lunedì pure Orcel ha scritto ai dipendenti: «Riteniamo che Banco Bpm trarrà vantaggio dalla nostra strategia Unicredit Unlocked. L’offerta non è vincolante e la responsabilità di valutarla spetta al cda del Banco e agli azionisti. L’offerta di oggi non ha alcun impatto sul nostro investimento in corso in Commerzbank. In futuro potremmo fare un passo in avanti se le condizioni saranno appropriate oppure disinvestiremo e rimetteremo le risorse di capitale in Unicredit».
TORRE UNICREDIT A MILANOL OFFERTA PUBBLICA DI SCAMBIO DI UNICREDIT SU BANCOBPMUNICREDIT IN RUSSIA
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