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    APE ASOCIAL: IN UN ANNO NEANCHE UN ASSEGNO - L'ANTICIPO PENSIONISTICO APPROVATO A DICEMBRE SCORSO È UN BIDONE: SIA NELLA VERSIONE 'SOCIAL' (A CARICO DELLO STATO), SIA IN QUELLA VOLONTARIA, MANCO UN EURO È STATO EROGATO - ECCO TUTTI I PROBLEMI DEL NUOVO SISTEMA CHE DOVEVA FARE DA CUSCINETTO PER I PRE-PENSIONATI


     
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    Enrico Marro per il ''Corriere della Sera''

     

     

    Forti ritardi e stime sballate.

    GENTILONI PADOAN GENTILONI PADOAN

    L' Ape, Anticipo pensionistico, diventato legge un anno fa con la manovra di Bilancio e che doveva scattare dal primo maggio 2017 non ha ancora messo in pagamento un assegno, né nella versione «sociale», interamente a carico dello Stato e riservata alle categorie più deboli, né in quella «volontaria», rimessa alla libera valutazione dei lavoratori. In entrambi i casi la norma prevede la possibilità di andare in pensione al compimento dei 63 anni d' età, cioè fino a 3 anni e sette mesi prima sul requisito attuale di 66 anni e 7 mesi.

     

    Con l' Ape sociale si riceve dallo Stato un assegno pari alla pensione (con un tetto di 1.500 euro lordi al mese) fino al raggiungimento dell' età legale per il pensionamento di vecchiaia.

     

    Con l' Ape volontaria, invece, il lavoratore prende un anticipo di quella che sarà la sua pensione, fino a un massimo del 95% sotto forma di prestito a sé stesso, che restituirà a rate in 20 anni con trattenute sulla pensione normale.

     

    boeri camusso boeri camusso

    I ritardi nei decreti attuativi (arrivati solo a metà giugno) e i severi criteri di accesso dettati dagli stessi determineranno, nel caso dell' Ape sociale, un numero di ammessi al beneficio nel 2017 (tra domande già accolte e quelle che lo saranno in questi giorni) di appena 18.902 persone, secondo uno studio della Cgil a partire dai dati dell' Inps.

    Un numero basso, considerando che nel primo anno di Ape la platea potenziale è più ampia.

     

    Se si allarga l' analisi anche ai lavoratori «precoci», cioè quelli che hanno cominciato a lavorare prima dei 18 anni e che la norma ammette al pensionamento anticipato (con 41 anni di contributi, indipendentemente dall' età) e considerando che questi saranno 12.388, la Cgil calcola che lo Stato spenderà quest' anno circa mezzo miliardo in meno di quanto stanziato: circa 90 milioni per l' Ape sociale, contro i 300 stanziati; e 56 milioni contro i 350 destinati ai «precoci».

    pensioni pensioni

     

    Il risparmio totale è di 504 milioni. Ai quali, continua la ricerca della Cgil, se ne aggiungeranno 554 nel 2018, sempre rispetto alle risorse stanziate. Questo perché nel 2017 verranno accolte in tutto, tra Ape sociale e «precoci» solo 31.290 domande, meno della metà delle 66mila presentate all' Inps e circa la metà delle 60mila che il governo aveva stimato un anno fa (35mila per l' Ape e 25mila per i precoci).

     

    Non solo. I primi assegni verranno messi in pagamento a gennaio e conterranno gli arretrati (in alcuni casi da maggio 2017) solo per 11.624 persone che hanno chiesto l' Ape sociale, calcola la Cgil, in buona parte disoccupati senza più ammortizzatori da almeno tre mesi, quindi senza stipendio né. E i «precoci» che avranno gli arretrati da maggio saranno solo 3.495.

     

    I casi, a questo punto, sono due: o le previsioni del governo erano sballate o i criteri definiti con i decreti attuativi sono troppo severi. Secondo le norme, hanno diritto all' Ape quattro categorie: disoccupati senza più ammortizzatori; invalidi civili al 74%; lavoratori che abbiano svolto attività gravose (11 categorie cui la legge di Bilancio 2018 in discussione alla Camera ne aggiunge quattro) per almeno sei anni nei sette precedenti il pensionamento. Questi lavoratori devono inoltre avere 30 anni di contributi (36 quelli delle attività gravose).

     

    corteo cgil a roma corteo cgil a roma

    Per Roberto Ghiselli, segretario confederale Cgil, «bisogna abbassare il requisito contributivo per i "gravosi" da 36 a 30 anni e modificare la continuità professionale richiesta di 6 anni su 7». La copertura,per la Cgil, potrebbe arrivare dal miliardo e oltre che si risparmierà nel biennio.

     

    Anche questa doveva partire lo scorso maggio. E invece il complesso iter procedurale non si è ancora concluso. A novembre è stato infatti siglato l' accordo quadro tra i ministeri del Lavoro e dell' Economia e le banche (Abi) e le assicurazioni (Ania) per definire modalità e costi del prestito che verrà fornito dal sistema creditizio e assicurato contro l' evento di morte prematura del beneficiario; ma non c' è ancora stato il via libera del Garante della privacy.

     

    La convenzione fissa un tasso del 2,75% in fase di erogazione e del 2,85% durante l' ammortamento. Il prezzo è stato stabilito sommando uno spread al Rendistato e alla differenza tra i Cds bancari e il Cds sovrano. Comprende anche la copertura assicurativa. Alla convenzione hanno già aderito Unicredit e Banca Intesa.

     

    PENSIONATI RITIRANO ALLA POSTA PENSIONATI RITIRANO ALLA POSTA

    Tra le compagnie assicurative Generali, Unipol, Allianz, Poste e Cattolica. I costi totali per il lavoratore erano stati stimati dagli esperti di Palazzo Chigi nel 4,6-4,7% per ogni anno di anticipo. Ma potrebbero anche essere superiori. E determinare, anche se in questo caso i requisiti di accesso sono più leggeri (63 anni d' età, 20 anni di contributi, pensione maturata pari a 1,4 volte il minimo), uno scarso successo della misura. Anche qui, comunque, i primi assegni sono rinviati al prossimo anno.

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