Gabriele Principato per il “Corriere della Sera”
Lo scontro tra Washington e Bruxelles non si placa. L' ultimo affondo arriva dal segretario al Tesoro statunitense Jack Lew, all' indomani della decisione europea che impone a Apple di versare 13 miliardi di euro di tasse arretrate a Dublino, considerando alla stregua di aiuti di Stato le condizioni fiscali praticate in Irlanda alla società di Cupertino.
MARGRETE VESTAGER
Le autorità europee sembrano avere nel mirino le aziende americane, afferma senza mezzi termini Lew, che definisce il provvedimento di Bruxelles un' iniziativa «iniqua» che crea «incertezza» economica. «Il nostro timore con la decisione della Commissione europea - spiega inoltre il segretario del Tesoro - è che si stia usando la teoria degli aiuti di Stato per definire le norme sulle tasse. E che lo si stia facendo in modo retroattivo e da prevaricare le autorità nazionali».
APPLE E LA BANDIERA D IRLANDA
Bruxelles intanto non commenta e si limita a definirsi «non preoccupata» dagli attacchi. E all'«incertezza» per gli investimenti in Europa - paventata dagli Usa - risponde ricordando come la sanzione imposta a Microsoft nel 2004 dall' ex commissario alla concorrenza Mario Monti non ebbe effetti sul settore hi tech.
A sottolineare l' importanza della decisione su Apple è intervenuto anche il commissario agli Affari fiscali Pierre Moscovici, affermando che per l' Europa si tratta di «uno spartiacque che segnala la fine dell' evasione fiscale su larga scala da parte delle multinazionali».
michael o leary
A schierarsi con Bruxelles è poi il New York Times, che in un editoriale accusa Cupertino e il governo statunitense di essere i «soli» colpevoli di questa situazione e sottolinea la necessità che il prossimo presidente Usa agisca «per assicurare che le aziende americane paghino la giusta quota di tasse».
Intanto il governo irlandese, dopo essersi riunito per discutere del ricorso contro la decisione Ue, ha fatto sapere che i tempi potrebbero essere più lunghi del previsto, a causa dei dubbi di alcuni «ministri indipendenti» sulla scelta di alzare a livello legale il tono dello scontro.
Jack Lew
Nel dibattito è intervenuto anche Michael O' Leary, l' irlandese patron di Ryanair, suggerendo a Dublino di rispondere a Bruxelles con un insulto.
Apple, dal canto suo, ha ribadito anche oggi la sua volontà di fare ricorso contro il provvedimento. Sul proprio sito ha definito «fittizia» l' aliquota dello 0,005% citata dall' esecutivo Ue, precisando che la Commissione europea ha usato un denominatore sbagliato riferendosi al numero dei profitti non attribuibili alle entità irlandesi. La società ha anche evidenziato di avere versato «400 milioni di dollari in tasse in Irlanda nel 2014».
A Wall Street, intanto, il titolo di Cupertino dopo il colpo iniziale è tornato a salire, anche in attesa dell' evento di presentazione del nuovo iPhone del 7 settembre.