Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
IANNINI
Sono tutti personaggi noti ai magistrati napoletani, già coinvolti in inchieste che intrecciano il favoreggiamento della camorra con l' attività di dossieraggio. Politici, faccendieri e carabinieri, implicati in un traffico di documenti giudiziari utilizzati per far passare «soffiate» sulle indagini in corso. Ma non solo. Perché il sospetto inquietante è che in realtà gli atti riservati potessero servire per tenere sotto «pressione» alcune personalità se non addirittura a compiere ricatti.
nicola cosentino foto gmt
Tra i coinvolti ci sono l' ex sottosegretario all' Economia Nicola Cosentino, il giornalista Valter Lavitola, l' ex presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro, il sottufficiale dell' Arma Enrico La Monica. Ecco perché ieri mattina, alcune perquisizioni ordinate dai pubblici ministeri dopo l' arresto di un altro maresciallo dell' Arma, hanno fatto scattare l' allarme rosso. A casa il carabiniere custodiva infatti materiale riservato anche su «uomini delle istituzioni». E proprio su questo si concentrano adesso i nuovi accertamenti.
Rivelazione di segreto
L' operazione affidata ai carabinieri di Caserta scatta ieri mattina. I pm Fabrizio Vanorio e Alessandro D' Alessio coordinati dall' aggiunto Giuseppe Borrelli hanno chiesto e ottenuto l' arresto di Giuseppe Iannini, maresciallo di 49 anni, accusato di rivelazione del segreto d' ufficio. Avrebbe consegnato a Cosentino una pen drive con numerosi atti investigativi reperiti evidentemente quando era in servizio al Nucleo investigativo del gruppo di Castello di Cisterna. In particolare documenti sul clan Puca che secondo l' accusa avrebbe tra i referenti proprio Cesaro.
Nicola Cosentino - Sottosegretario all'Economia
Scrive il giudice riferendosi al contenuto della «chiavetta»: «L' informativa riguarda gli accordi che sarebbero stati fatti tra i Puca e i Casalesi ed è dedicata ai rapporti - altalenanti tra contrasto e cooperazione - tra Cosentino, ritenuto referente dei Casalesi, e Cesaro, ritenuto referente dei Puca. La conoscenza di notizie riservate su indagini in corso reca oggettivamente favore alle organizzazioni camorristiche che possono prendere adeguate contromisure».
Lavitola e il carabiniere
Mentre viene notificata l' ordinanza di arresti domiciliari a a Iannini, altri carabinieri effettuano numerose perquisizioni. Vanno da Cosentino (che si trova ai domiciliari dopo la condanna a quattro anni per corruzione) al quale contestano l' accusa di ricettazione. Poi entrano nell' abitazione di Lavitola, l' ex direttore dell' Avanti condannato per la tentata estorsione a Silvio Berlusconi per non rivelare i dettagli sulle sue feste, ma anche per alcuni episodi di corruzione.
LUIGI CESARO E FRANCESCA PASCALE
Poi «visitano» l' appartamento di La Monica, coinvolto invece nel 2010 nell' inchiesta sulla presunta P4 insieme a Luigi Bisignani e all' ex parlamentare Pdl Alfonso Papa. È il passato che ritorna. I due non sono indagati, ma evidentemente hanno continuato a coltivare una serie di rapporti per conoscere segreti e retroscena delle indagini. Intrecciando conoscenze antiche con nuovi rapporti. Come quello emerso recentemente con Iannini.
La lista con i nomi
luigi cesaro
È proprio la verifica effettuata nella sua casa a riservare la sorpresa più ghiotta. Il maresciallo - che da tempo è stato rimosso da incarichi operativi - aveva infatti un vero e proprio archivio composto da atti giudiziari riservati, ma anche da dossier su personaggi noti e appartenenti alle istituzioni.
Gli investigatori avvisano i magistrati mentre la perquisizione è ancora in corso e si decide di «secretare» quanto è stato ritrovato per avere il tempo di stilare l' elenco dell' intero materiale e soprattutto per capire a che scopo potesse essere utilizzato.
valter lavitola esce dal carcere 5
In passato proprio a casa di Cosentino era stato ritrovato - insieme a documenti originali - pure un verbale di un pentito di camorra che poi si è rivelato perfettamente contraffatto. E dunque ora bisogna innanzitutto accertare che si tratti di atti originali e poi ricostruirne l' origine e lo scopo.
Il sospetto - dopo il primo esame effettuato dagli investigatori - è che le carte potessero servire a ricattare le persone indicate nei dossier. O comunque a utilizzarle per ottenere favori, come del resto avevano fatto già in passato proprio i protagonisti di questa nuova inchiesta.