Luca Beatrice per “Libero quotidiano”
ARTE IN NUVOLA
Coraggio, scommessa, rischio. Ma anche conoscenza del mercato e del territorio. Se il mix funziona allora sì che ha davvero senso aprire una nuova fiera d'arte moderna e contemporanea a Roma. In un Paese dove nel nord si concentra un'offerta di mercato persino esagerata e che nel centro e nel sud è pressoché inesistente nonostante il gran numero di collezionisti.
«Roma è cambiata - sostiene Alessandro Nicosia, ideatore di Roma Arte in Nuvola che apre domani fino domenica 21 - in procinto di un rilancio forte testimoniato dalla presenza di oltre 30 gallerie attive nella Capitale tra moderno e contemporaneo». Alla domanda sul perché questa fiera potrebbe funzionare e anche bene là dove altri imprenditori si sono fatti male, la differenza - spiega - sta innanzitutto nel luogo, l'architettura visionaria e difficile di Massimiliano Fuksas all'Eur che ha suggerito un allestimento molto particolare e di forte impatto visivo, impensabile altrove.
Alessandro Nicosia
Nella prima edizione, più volte rimandata e le cause si conoscono, c'è equilibrio tra i numeri (120 gallerie) e l'offerta qualitativa. Tra Novecento e contemporaneo il parterre è buono, i nomi interessanti, l'offerta di linguaggi e tendenze risulta plurale. Oltre a vendere, una fiera deve essere bella da vedere, quindi somigliare a una mostra, in fondo sono le opere esposte a dare garanzia di qualità, installazioni, dipinti, progetti speciali funzionano da corollario estetico all'offerta sul mercato.
Tra i nomi, spuntano Giuseppe Gallo dalle collezioni Intesa San Paolo, il bolognese Flavio Favelli, una delle ultime sculture di Igor Mitoraj e l'incontro con il mondo della musica nell'omaggio a Lucio Dalla e nel lavoro di Boosta, tastierista dei Subsonica "convertito" all'arte visiva.
ARTE IN NUVOLA
Tra gli elementi di maggior attrattività, Israel Landscape, ovvero lo sguardo sulla creatività in un paese straniero curato da Ermanno Tedeschi e Vera Pilpoul che presenta 17 artisti attivi in uno dei territori più vivaci al mondo. Dopo aver condotto per tre anni Art Verona e la rivista online Exibart, Adriana Polveroni è la direttrice artistica di Arte in nuvola. Un bel salto dalla provincia ricca del Veneto dove c'è un ottimo collezionismo locale a «una città difficile e cinica, in apparenza amichevole ma che critica e volta le spalle.
Flavio Favelli
A Roma è ancora forte la presenza aristocratica, gira molto denaro però storicamente manca la borghesia colta e illuminata». All'orizzonte un segnale confortante, quel ricambio generazionale tante volte annunciato e non ancora compiutosi. «Sono entrata in contatto con parecchi giovani che si avvicinano all'arte non solo da curiosi ma anche per comprarla. Giovani professionisti che non ragionano tanto in termini di investimento ma anche di piacere». In quanto alle novità, questa nuova Arte in nuvola vuole portare più attenzione verso il Sud, non in termini di rovesciamenti geografici, ma per riconsiderare l'importanza del bacino mediterraneo. In fondo, non lo ricorda nessuno, ma la prima fiera d'arte in Italia si tenne a Bari.
boosta Flavio Favelli, Grande Oriente, 2019 davide di leo boosta