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Alessandra Mammì per Dago-art
Se uno come Martin Parr arriva a Napoli non se ne va più. Al massimo si lascia convincere da una gallerista brava come Laura Trisorio a fare un giro anche in costiera, dove non mancano spunti per le sua ispirazione. Due mesi per due anni ed ecco alla fine che la Versione di Martin sulla vita partenopea (e “parte invece no” come diceva Totò) arriva nella mostra della galleria Trisorio ( fino al 22 febbraio) .
Una visione che più Parr non si può tra un sovrappeso turismo balneare, coni gelati sgocciolanti su moto in divieto di sosta, bagnanti ciabattanti, fotoricordo di signore con chador, bancarelle di pupazzi con papa Francesco, pulcinella, calciatori e Belem tutti insieme.
Molto più esaltanti dei tristanzuoli infreddoliti britannici nella solitudine di un McDonald's. Qui siamo alla grand bouffe di colori, luce e sentimenti. Una pizza e un gelato sulla spiaggia contro un hot dog ingoiato al bordo di un marciapiede. E' una Napoli eccessiva e trionfante quella che cade sotto il suo sguardo divertito.
Martin Parr si sente a casa. Coi suoi calzini incolori, sandali da frate e pantalone stazzonato, passa da Napoli ad Amalfi immortalando il vero volto del pianeta. La vita come è. Non come vogliamo vederla. Da qui varie definizioni. Il più pop dei fotografi inglesi... il maestro del Kitsch...
Ma Parr non è né Pop né Kitsch. E' l'inventore di un realismo tutto s . Come scrisse Quentin Bajac, il direttore del dipartimento di fotografia del MoMA di New York, “per usare la definizione di Umberto Eco, Martin Parr non è l'artista apocalittico ma quello integrato”.
Anzi mimetizzato si direbbe, a vederlo come scialbo turista inglese con macchina al collo, accanto a quell'umanità di cui registra impassibile vacanze e tempo libero sospendendo ogni giudizio e congelando i contorni.
Non c'è compassione né disprezzo, non c'è simpatia né morbosità. C'è tanto colore però nel mondo, tanti paradossi, tanta ironia e tanta classe media che in fondo è quella a cui Martin si vanta di appartenere, perché anche se ora è famoso e probabilmente ricco in fondo questi turisti che ondeggiano in massa qua e là nel pianeta occupandolo con tutta la loro sciatteria sono per lui come parenti invadenti e caciaroni, ma pur sempre parenti.
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