Carla Massi per “il Messaggero”
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Ventinove minuti. Tanti se ne utilizzano, in media, per mangiare. O meglio, per mandare giù cibi più o meno masticati a dovere.
Nutrirsi è diventata una gara di corsa. Una sfida con il nostro stomaco. Altro che cucina slow e tempi lunghi per aiutare la digestione. Ormai si tratta di una sosta veloce tipo quella del cambio gomme nei circuiti automobilistici.
Gli italiani, dunque, al centro di un paradosso: da una parte abbiamo i programmi televisivi sono farciti di uomini e donne che spignattano, competizioni davanti ai fornelli e specialisti che ci spiegano quali sono i menù corretti e dall' altra una massa di persone che furiosamente divorano panini insapori o svogliatamente si nutrono davanti ad un film serale. Ebbe sì, siamo questo e siamo quello. Il risultato ce lo raccontano i ristoratori e, dopo di loro, i gastroenterologi che leggono gli esisti di questa quotidianità.
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L'ANALISI Proprio il tempo, dunque, è quello che scarseggia nel capitolo mangiare. Come documenta il Rapporto Ristorazione 2018 sugli stili alimentari del nostro Paese presentato dalla Federazione italiana pubblici esercizi al ministro della Salute Giulia Grillo. Non un mero elenco di portate scelte o di giro d' affari ma un' analisi dettagliata delle scelte che porta dritta dritta anche alla comprensione di alcune patologie in crescita. Dalla gastrite all' ulcera ai disturbi del colon.
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Furoreggia il Poke bowl, la specialità hawaiana a base di riso e pesce crudo. È proprio questa ciotola dal sapore esotico il piatto top dell' anno passato nell' ambito del food-delivery, quello che viene ordinato da casa. Ordinato su piattaforme web e consegnato a domicilio: una tendenza sempre più diffusa tra gli italiani. Ovviamente l' abitudine del pacco direttamente nel salotto appartiene soprattutto ai giovani. Agli under 40. Perché? La poca voglia di cucinare (solo 37 minuti nella giornata in media)la mancanza di prodotti in casa, la poca voglia di uscire.
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Nonostante sia questa la situazione qualche piccolo cambiamento nella nostra alimentazione è stato segnalato. Eccone alcuni: negli ultimi tredici anni è calato il consumo di sale mentre sono cresciuti i consumi di pesce e verdure. Al palo è rimasta la frutta. In leggera discesa anche i carboidrati, pane e pasta, sono spariti dalla dieta quotidiana nell' 8,3% della popolazione. Purtroppo è in calo anche il latte, soprattutto tra i bambini. La colazione la mattina, d' altronde, è sempre più rapida e il latte caldo fa «perdere tempo».
In compenso sono in ascesa i consumi di bevande zuccherate e dolciumi.
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La cena è ormai diventato il pasto principale della giornata, per gli adulti e i più piccoli. Principale, per la maggior parte delle tavole, vuol dire anche eccessivo. Portate pesanti, porzioni grandi. In barba alle raccomandazioni che vorrebbero pasti leggeri per digerire e dormire meglio. Regole comprensibilmente stravolte.
«La relazione con il cibo si sta trasformando - puntualizza Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe - Anche noi ormai siamo coinvolti in una collettiva lotta all' eccesso di peso e nella gestione di un fenomeno crescente come le allergie e le intolleranze». Nonostante le tendenze vegetariane e vegane emerse negli ultimi anni, sul consumo di carne gli italiani hanno comportamenti piuttosto netti: il consumo di carne rimane più o meno stabile (in questo caso gioca un ruolo importante la disponibilità economica) ma con una maggiore attenzione a quello delle carni rosse.
la dieta serve anche agli obesi allenati
Un declino netto. Dovuto, con ogni probabilità, agli appelli di oncologi e gastroenterologi che indicano nella rossa un potenziale elemento scatenante di diverse patologie. Dal cancro ai disturbi del colon. I numeri ci aiutano nella lettura della situazione. Dal 2005 al 2018 la quota di persone che predilige le carni bianche almeno una volta a settimana si è mantenuta intorno all' 80%, mentre quella sul consumo di carne rossa è passato dal 73% al 59%. Per quanto riguarda invece il pesce: il suo consumo è rimasto abbastanza stabile, anche se nell' ultimo anno la frequenza del suo consumo ha superato quella delle carni rosse», evidenzia il rapporto.
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I VEGETARIANI In questo immenso stato confusionale in cui i prodotti salgono e scendono, i vegetariani e i vegani diventano una buona porzione, i giovani non danno peso a quello che mangiano e i nonni mettono nel piatto ciò che può permettere il portafoglio l' obesità è sempre più diffusa. Quasi fosse un' epidemia. Riguarda l' 11% della popolazione mentre deve perdere chili il 36-40%. Negli ultimi dieci anni la situazione si è aggravata in modo allarmante: il peso collettivo è lievitato del 20%.
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D' altronde, mangiare velocemente e ingrassare, sono strettamente legati. Masticare lentamente, infatti, riduce le probabilità di diventare obesi. La fretta provoca fluttuazioni nel livello di zucchero nel sangue. Come indica uno studio giapponese, condotto da ricercatori dell' Università di Hiroshima.
Lo studio, pubblicato dalla rivista Circulation dell' American Heart Association, indica anche che mangiare velocemente è legato ad aumento di peso, allargamento del girovita e innalzamento della glicemia. Questo perché, masticando di più, il cervello riceve segnali di sazietà e quindi è più probabile che si smetta prima di mangiare, rispetto a chi lo fa in fretta.
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