Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
giuseppe di tommaso
Un giornalista che diventa l' eroe di un caso di cronaca è obiettivamente una notizia. Non ce ne vogliano i magistrati, ma anche la nostra categoria eccelle nell' arte di stare sulle scatole. Nella considerazione popolare, il giornalista oscilla tra il ruolo di testimone inutile e quello di impiccione. Un pregiudizio che colpisce in particolare i colleghi della tv, a cui tocca spesso il malaugurato compito di piazzare il microfono sotto il naso di persone disperate.
Perciò sia reso onore a Giuseppe Di Tommaso, l' inviato della «Vita in diretta» che ha ritrovato il piccolo Nicola in una scarpata del Mugello. Non solo per averlo salvato, ma per non avere gonfiato il salvataggio con i sapori della retorica.
nicola tanturli
Se Di Tommaso avesse detto di aver rintracciato Nicola al termine di una notte di ricerche avventurose, nessuno lo avrebbe potuto smentire. Invece ha ammesso di avere udito la voce del bimbo mentre respirava in un bosco a pieni polmoni per smaltire un attacco di panico. Si è buttato nella scarpata storcendosi un piede, altro particolare che lo rende poco epico e molto empatico. Temendo di rimanere imprigionato nei rovi, ha rinunciato al monopolio della gloria ed è risalito in strada per chiedere aiuto ai carabinieri.
MASSIMO GRAMELLINI
I quali, condizionati forse dalla cattiva fama di cui gode la corporazione, sulle prime non gli hanno creduto: «Avrai sentito il lamento di un capriolo» «I caprioli non gridano mamma!», ha replicato Di Tommaso, ed è stata una battuta da grande giornalista.
nicola con la mamma e il papa' nicola tanturli 18 nicola tanturli massimo gramellini giuseppe di tommaso