Federico Ghizzoni Unicredit
In occasione dell’aggiornamento del piano industriale Unicredit potrebbe presentare 12mila esuberi a livello di gruppo. Lo scrive l’agenzia Bloomberg, che già a settembre aveva riportato l’ipotesi di 10mila uscite. I numeri, riferisce l’agenzia, sono ancora sotto revisione, potrebbe cambiare a seconda dei risultati della vendita di asset. L’istituto non commenta le indiscrezioni. Più di tremila potrebbero essere gli esuberi in Italia, sotto forma di prepensionamenti volontari.
Si tratterebbe di una stretta ulteriore da parte del gruppo guidato da Federico Ghizzoni per tagliare i costi così da aumentare la redditività dell’istituto. Fra le indiscrezioni del piano industriale sono circolate la cessione del ramo retail di Bank Austria al gruppo Bawag e una ristrutturazione delle attività bancarie in Germania, che sono le due aree dove il rapporto costi/ricavi del gruppo è più debole.
lad di unicredit federico Ghizzoni intervistato da Beppe Severgnini
La revisione strategica prevista dal gruppo bancario, aggiungono le fonti, non prevede inoltre un aumento di capitale. Unicredit potrebbe anche fissare come target un common equity tier 1 superiore all’11% rispetto al precedente obiettivo del 10% e avrebbe allo studio anche la vendita della divisione leasing in Italia. Oggi intanto è stata perfezionata la cessione a Fortress e Prelios di UniCredit Credit Management Bank spa (Uccmb), incluso un portafoglio di sofferenze pari 2,4 miliardi di euro.
Federico Ghizzoni Unicredit
La revisione del piano strategico sarà presentata dal gruppo il prossimo 11 novembre insieme con i conti del terzo trimestre. Gli analisti vedono per Unicredit un utile netto di 458 milioni nel terzo trimestre. La stima deriva dal consensus dei 21 broker italiani ed internazionali che coprono il titolo, pubblicato sul sito dell’istituto in vista dei conti.
UNICREDIT
Il Gruppo di Piazza Gae Aulenti ha chiuso il primo semestre con un utile di 1 miliardo. Il target per l’anno è di 2 miliardi. L’utile ante imposte è visto a 871 milioni, il risultato netto di gestione è attorno al miliardo. Il titolo a Milano quota 5,85 euro, in calo dello 0,76%.
Non si è fatta attendere la reazione dei sindacati: «È la seconda volta in pochi mesi che da Unicredit trapelano notizie su presunti esuberi, prima che le organizzazioni sindacali aziendali stesse ne siano messe ufficialmente a conoscenza», ha commentato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni che rileva anche che «non è una casualità, perché in questo momento si vuole spostare l’attenzione mediatica sul nuovo piano industriale e distoglierla dai problemi legati alla governance del gruppo».
Francesco Palenzona
SEDE DI UNICREDIT A PIAZZA CORDUSIO
Il segretario della Fabi nell’esprimere poi «solidarietà ai lavoratori tedeschi e austriaci, che potrebbero essere interessati dai licenziamenti», ricorda «al ceo Federico Ghizzoni che non andremo mai oltre l’attuazione dei prepensionamenti volontari nella gestione degli esuberi del perimetro italiano del gruppo».