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    "SIAMO PIÙ VULNERABILI SE ARRIVA UNA CRISI" - BANKITALIA, NEL SUO RAPPORTO SULLA STABILITÀ FINANZIARIA, LANCIA L’ALLARME: SE IL PIL DIMINUIRÀ E GLI SPREAD AUMENTERANNO SARANNO CA**I AMARI: “L'ALTO LIVELLO DEL DEBITO PUBBLICO ESPONE L'ECONOMIA ITALIANA ALLE TENSIONI DEI MERCATI FINANZIARI E RIDUCE LA CAPACITÀ DELLA POLITICA DI BILANCIO DI SOSTENERE L'ATTIVITÀ PRODUTTIVA DI FRONTE A FASI DI RALLENTAMENTO”


     
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    Roberto Petrini per “la Repubblica”

     

    IGNAZIO VISCO IGNAZIO VISCO

    L'Italia è sempre più «vulnerabile» ai debiti. Lo è lo Stato con il suo fardello di oltre 2.300 miliardi, lo sono di riflesso le banche e le assicurazioni imbottite di Btp, lo sono le imprese meno profittevoli e più bisognose di denaro, lo sono le famiglie che ricorrono sempre di più al credito al consumo e spesso non pagano le rate. Se il Pil diminuirà e gli spread aumenteranno, la crisi sarà un rischio concreto.

     

    L' analisi della Banca d' Italia contenuta nel « Rapporto sulla stabilità finanziaria » diffuso ieri lancia un monito sui rischi che corriamo in una fase in cui prevale l' « incertezza », le prospettive di crescita internazionali e nazionali sono al ribasso, le mine come la Brexit non sono dissolte, e gli spread possono schizzare «innescati da eventi macroeconomici inattesi».

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    Per l' Italia, vaso di coccio tra quelli di ferro, la situazione è peggiore che altrove. «L' alto livello del debito pubblico espone l' economia italiana alle tensioni dei mercati finanziari e riduce la capacità della politica di bilancio di sostenere l' attività produttiva di fronte a fasi di rallentamento» . Insomma non abbiamo fieno in cascina per sostenere il Paese in caso di una recessione. Tanto più che l'effetto-spread ci continua a presentare il conto: se la differenza tra Btp e Bund dovesse restare stabile ai livelli di oggi nel biennio 2019- 2020 dovremo sostenere una spesa di 4 miliardi superiore a quella che avremmo dovuto affrontare con i tassi dell'aprile scorso, prima dell' insediamento dell' attuale governo.

     

    moody's rischio declassamento moody's rischio declassamento

    Certo Bankitalia è cauta: ricorda gli aspetti positivi della nostra economia « resiliente » che hanno spinto anche Fitch, S&P e Moody's a evitare un peggioramento del rating , ma i dati mostrano che la vulnerabilità finanziaria del Paese è in crescita. Come dimostra l'indice dello stress finanziario, che raggruppa spread, andamento dei cambi e delle Borse: nell'ultimo anno ha raggiunto livelli elevati, di poco inferiori a quelli della crisi 2008-2012.

     

    Se si va a guardare la situazione di famiglie, imprese, banche e assicurazioni ci si accorge dei rischi che stiamo correndo. Sebbene il livello generale dell'indebitamento privato resti ancora tra i più bassi d' Europa, questo punto di forza si sta incrinando: la situazione finanziaria delle famiglie e delle imprese «risente negativamente» della scarsa crescita e dei tassi in rialzo. Sempre lo stesso problema: Pil e spread. Di conseguenza, spiega Bankitalia: il debito a « rischio di insolvenza » può aumentare per famiglie e imprese se calerà fortemente il reddito e aumenteranno decisamente i tassi. Il quadro è in peggioramento.

     

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    Sul fronte dei mutui, ad esempio, l' aumento del rendimento dei titoli di Stato si sta trasmettendo sulle nuove erogazioni: i mutui a tasso fisso sono cresciuti in media di 50 punti base dal settembre scorso e ormai è il tasso variabile il prodotto che viene maggiormente promosso dagli sportelli.

     

    Inoltre, come avviene quando diminuisce il reddito, sta crescendo il credito al consumo: vi fa ricorso il 45 per cento delle famiglie più vulnerabili e spesso è in ritardo con le rate. Anche le imprese, soprattutto le più deboli, sono a rischio: la quota di debito detenuto da imprese già zoppicanti è del 30 per cento e se la situazione peggiorerà aumenterà al 32 già da quest' anno. Bankitalia segnala anche che, per la prima volta dal 2012, stanno aumentando i ritardi con cui i debitori liquidano le fatture. Infine banche e assicurazioni.

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    Per le banche c' è da segnalare che le sofferenze sono in riduzione, ma il problema, che le accomuna alle assicurazioni è un altro: hanno tanti Btp in portafoglio e, se cadono i loro valori, in concomitanza con la crescita dello spread saranno chiamate a ripatrimonializzarsi o a ridurre i coefficienti di solvibilità.

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