Alberto Gentili per “il Messaggero”
GIUSEPPE CONTE IN CINA
Anche a Giuseppe Conte è arrivata l' eco della rabbia di Matteo Salvini. Quell' annuncio di sfratto, appena saranno state celebrate le elezioni europee, perché «ormai è venuto meno il rapporto di fiducia». Il premier, però, viene descritto dai suoi «sereno» e «impegnato a testa bassa nel lavoro».
Soprattutto «per nulla intenzionato a rispondere alle polemiche». E convinto che «alla fine, per buonsenso e responsabilità», i ministri della Lega mercoledì prossimo «non andranno alla conta» votando no al decreto di licenziamento di Armando Siri: «La Lega sia seria», è l' esortazione del premier, «un sottosegretario non può restare al suo posto se non gode più la fiducia del presidente del Consiglio. E' una questione di rispetto per le istituzioni».
GIUSEPPE CONTE E LA PRONUNCIA SBAGLIATA DI ALBERT EINSTEIN
Con questo spirito, con queste convinzioni, Conte prosegue il lavoro. Tant' è, che mentre il governo giallo-verde traballa paurosamente, decide di onorare la trasferta a Firenze per l' annuale convegno sull' Unione europea. E lì, come se nulla fosse, fa sapere che si sta già occupando del Consiglio di Bruxelles fissato a fine giugno: «Chiederò la rapida definizione di strumenti di assicurazione europea contro la disoccupazione e di protezione europea del salario». Nessuna parola su Salvini, nessun accenno a Siri che «ho deciso di dimissionare in completa autonomia, senza sentire Di Maio e soltanto dopo aver avvertito Salvini e Giorgetti», confida.
giuseppe conte armando siri
«SONO SUPER PARTES»
Conte tiene molto a marcare la sua «terzietà». Respinge, parlando con i suoi, l'accusa del vicepremier leghista di non essere più super partes e schierato senza se e senza ma dalla parte dei 5Stelle. «Se ho preso quella decisione su Siri, che mi è costata molto sotto il profilo umano, l'ho fatto perché è mia convinzione che per la credibilità del governo un sottosegretario indagato per corruzione non possa restare al suo posto», ripete. E aggiunge: «Bisogna avere un senso etico e morale dello Stato e delle istituzioni».
Quello che Conte non dice, lo raccontano i suoi collaboratori.
matteo salvini giuseppe conte a pian de giullari firenze
Il premier viene descritto come «uno con gli attributi»: «Solo ieri è stato chiaro a tutti che il premier prende decisioni senza farsi calpestare da nessuno. Ma già in passato ha fermato Salvini e Di Maio quando volevano scegliere al posto suo il segretario generale di palazzo Chigi e li ha mandati al diavolo quando volevano indicare i vertici dei Servizi segreti, rivendicando sempre ruolo e competenze». Insomma, «non è uno che si fa mettere i piedi in testa. E tantomeno manovrare».
IL PROGETTO
giuseppe conte al salone del mobile 4
Nel Carroccio si chiedono se questa esaltazione di Conte «sia una trovata preparare una lista con il nome del premier alle prossime elezioni», da affiancare alla lista dei 5Stelle per provare a intercettare qualche voto in libera uscita. I sospetti non sono del tutto infondati. Nel Movimento c' è chi ci ha pensato. Qualcuno l' ha perfino battezzata lista civica nazionale Conte. E addirittura qualcun altro l' ha quotata: «Nulla è scontato, ma potrebbe andare anche sopra al 10%. Perché Conte non è Monti e non farebbe la sua fine, Giuseppe ha carisma e soprattutto empatia», dicono nel Movimento.
giuseppe conte a vinitaly 2
A sentire palazzo Chigi, il premier però non ha alcuna intenzione di proseguire con la politica quando sarà terminata la sua esperienza alla guida del governo giallo-verde. «Vuole tornare a fare il professore, l' avvocato di grido. Quando qualcuno ha fatto accenno all' idea della lista, Giuseppe ha risposto: Oh, mio Dio no. Vi prego non chiedetemelo».
Vero? Di certo c'è che Conte, indicato nei primi mesi come il prestanome di Di Maio e Salvini, il «burattino», ha cominciato ad apprezzare molto il lavoro da premier. Certo, gli pesa dover restare «prigioniero» a palazzo Chigi, ma è anche lusingato e apprezza i vertici internazionali. Soprattutto «ama il sostegno della gente». E qui si torna all' idea della lista con il suo nome. Con il proporzionale nessun progetto elettorale è del tutto impossibile.
giuseppe conte a vinitaly 1