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    BIANCHI, IL RENZIANO E I SOLDI DEI GAVIO: ''FACCIAMO 500 PER ENTRAMBI?'' ''OK'' - NEL 2015 L'ARMA CONTROLLAVA MARESCA, CONSULENTE DEL GRUPPO AUTOSTRADALE E CONSIGLIERE DI RENZI. E SI IMBATTÈ NEL CAPO DI OPEN, CHE CON LUI PARLAVA DI COMPENSI DA SPARTIRE. QUEI NASTRI FINIRANNO NELL'INCHIESTA DI FIRENZE


     
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    Fabio Amendolara per ''La Verità''

    ALBERTO BIANCHI ALBERTO BIANCHI

     

    Gruppo Gavio stava cercando di ottenere il rinnovo della concessione per la gestione delle autostrade fino al 2030.

    Ma c' era un problema: la Commissione ministeriale era convinta che la scadenza fosse da anticipare al 2024, mentre il ministro Graziano Delrio pensava a una proroga che non superasse il 2028. I Gavio puntano tutto su un loro consulente: Maurizio Maresca, che era pure consulente dell' Aiscat (l' associazione delle concessionarie), di Atlantia, consigliere di Renzi per la razionalizzazione delle concessioni e collaboratore del ministro Delrio per la struttura di missione che ha perorato la proroga delle concessioni a Bruxelles.

     

    All' epoca i carabinieri evidenziarono gli incontri di Maresca con Alberto Bianchi, oggi indagato per traffico di influenze per i rapporti con un altro concessionario autostradale, il gruppo Toto, a cui avrebbe fatto da trait d' union con il Giglio magico.

     

    Beniamino Gavio Beniamino Gavio

    Ma quelle carte rimasero in un cassetto, forse perché l' oggetto dell' inchiesta erano le grandi opere. Gli investigatori che si stanno occupando di Open, però, dopo essere stati nello studio dell' avvocato Bianchi (perquisito il 22 settembre scorso), sono entrati negli uffici del Gruppo Gavio (tra i finanziatori della fondazione) che, insieme ai Toto, hanno beneficiato dell' articolo 5 inserito nel decreto Sblocca Italia il 5 novembre 2014. E hanno riesumato l' informativa nella quale traspare che Gavio volesse fare «sfaceli», così viene descritta al banchiere Fabrizio Palenzona l' intenzione degli imprenditori (che nel 2015 non erano ancora sostenitori di Renzi). L' unica strada percorribile è pressare il governo. E l' uomo individuato da Maresca è l' avvocato Bianchi.

     

    Tra i due ci sono scambi di sms. E incontri. Come quello del 18 giugno 2015. Le prime indicazioni vengono fornite agli investigatori da una chiamata intercettata fra lui e Palenzona. Quest' ultimo chiede: «Dove sei stella?».

     

    Lui replica: «Sono a Genova che sto andando a Milano [] poi nel pomeriggio vado a Firenze». Per l' interlocutore non ci sono dubbi: «Ormai sei Giglio magico pieno». Maresca si schermisce: «No che Giglio magico... vado dal nostro amico Alberto». Gli investigatori lo seguono. E lo fotografano.

    carlo toto carlo toto

     

    Maresca arriva nel capoluogo toscano con un treno veloce alle 15.55. E da lì va a piedi verso via Palestro 3, sede dello studio legale Bianchi. Qualche minuto più tardi Paolo Pierantoni, presidente di Sias, società del gruppo Gavio, avvisa Maresca che a breve li raggiungerà. Mentre si pensa di avvicinare anche Giovanni Toti, governatore della Liguria (ma le citazioni nell' informativa si sprecano: oltre che di Renzi, si parla di Mauro Bonaretti, ex direttore generale a Palazzo Chigi, e di Roberto Mercuri, che aveva attirato l' attenzione di Luigi De Magistris quando ancora faceva il pm in Calabria), seguono altri incontri.

     

    In un' occasione si ipotizza che possa partecipare anche Beniamino Gavio detto Mino. Ed è a questo punto che il prof sembra parlare con Bianchi di soldi. I carabinieri annotano: «Tocca il tema dei comuni compensi che Bianchi dovrebbe affrontare con Gavio». Ecco il testo, trascritto a pagina 117 dell' informativa: «Chiaro...tieni conto che io ma non parlando al capo ma parlando a Pierantoni... per il tema compensi eccetera... un accenno glielo avevo fatto... che riguardava entrambi... quindi a mio avviso se ti attacchi lì va bene...». E Bianchi: «Cioè i 500?».

     

    Maresca: «500 oltre a... oltre a...». Delrio, però, si è chiuso a riccio. E c' è un interlocutore di Maresca che sembra aver capito bene cosa fare, il vicesegretario generale della presidenza del Consiglio, Raffaele Tiscar: «In questa situazione c' è bisogno di un chiaro mandato politico...». E dopo l' ennesimo incontro con Bianchi, Maresca aggiorna Palenzona: «[...] con Alberto è venuto un po' fuori il tema di come ci si comporta...». E Bianchi, stando al racconto di Maresca, avrebbe detto: «È chiaro che se però prendi una posizione che sia proprio visibilmente anti governo e anti capo del governo, vuol dire che scommette che questo governo tra poco non ci sia più o non scommette insomma».

    alberto bianchi boschi alberto bianchi boschi

     

    Come ha indicato Tiscar, serve un mandato politico. Maresca cerca una nuova strategia: «Io contornerei informandone Lotti». La valutazione che fa Palenzona è questa: «Io temo che il povero Renzi sia più ammalorato di quello che pensi». Ma successivamente qualcosa si dev' essere sbloccato: ad aprile 2018 la Sias dei Gavio ha ottenuto la proroga sino al 2030.

     

    Al governo c' era ancora il Pd, ma il premier era Paolo Gentiloni. Un anno prima era stato approvato un emendamento a favore dei Toto. E ora la Procura vuole vederci chiaro.

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