Francesca Pierantozzi per il Messaggero
libia ribelli
Emmanuel Macron ci riprova con la Libia. A un anno dall' incontro della Celle-Saint-Cloud, il presidente francese riceve di nuovo domani questa volta all' Eliseo - gli stessi invitati: i quattro principali dirigenti libici (il premier Fayez Al Serraj, il suo avversario, maresciallo Haftar, e i due presidenti dell' Assemblea nazionale e dell' Alto consiglio di Stato Aguila Saleh Issa e Khaled Mechri), i paesi vicini (Algeria, Tunisia, Egitto, Ciad e Niger), il rappresentante dell' Onu Ghassam Salamè, la Lega Araba, l' Unione europea, i rappresentanti di Algeria, Ciad, Cina, Egitto, Germania, Italia, Marocco, Niger, Qatar, Russia, Sudan, Tunisia, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti e Unione Africana.
MINNITI LIBIA
In questi dodici mesi pochi passi avanti sono stati fatti sul campo, sempre lacerato, della Libia, e sulla strada, ancora più che incerta, delle elezioni presidenziali. Un anno fa c' era stata una stretta di mano tra Sarraj e Haftar, domani Macron punta alla firma. Nero su bianco, sotto a un testo sul quale ci sarebbe «l' accordo di tutti sulle grandi linee ha fatto sapere ieri una fonte diplomatica restano da discutere gli ultimi dettagli».
Il testo prevede l' organizzazione di elezioni presidenziali entro la fine dell' anno (con un rinvio della scadenza delle procedure per l' iscrizione sulle liste elettorali) una semplificazione delle istituzioni (con una sola banca centrale e un solo parlamento) e l' unificazione delle forze armate e di sicurezza nel paese.
MINNITI HAFTAR
Anche se l' Eliseo si mostra fiducioso, sulla conferenza pesano incognite e anche parecchio scetticismo. Fonti diplomatiche, non solo italiane, hanno fatto notare innanzitutto che la riunione avviene nel mezzo della crisi di governo dell' Italia, che da mesi svolge azioni di mediazione in prima linea.
I quattro leader libici tutti candidati probabili alle presidenziali saranno accompagnati da delegazioni, ma nessuno può garantire che abbiano ricevuto mandati precisi di negoziare l' accordo. La delegazione della città di Misurata, per esempio, ha fatto sapere ieri che non parteciperà alla conferenza. Difficile immaginare un' unificazione delle forze armate senza l' accordo delle varie milizie presenti sul campo, in particolare di quelle, particolarmente influenti per il controllo dell' Ovest di Serraj, attive a Misurata.
UNA ROAD MAP
MACRON SERRAJ HAFTAR
Macron sembra intenzionato a proseguire sulla via del pragmatismo. Il presidente francese è stato il primo leader occidentale ad aver ricevuto il maresciallo Haftar, sostenuto da Egitto, Emirati Arabi e Russia, e che ad aprile è stato per due settimane a Parigi e dato in fin di vita, prima di tornare, in piena forma, in Cirenaica.
Impossibile, per la Francia, pensare di stabilizzare la Libia senza Haftar, vista «la realtà sul campo» e anche «la necessità di condurre al lotta contro i gruppi terroristi». La Francia punta a ottenere domani «una road map comune sulla quale s' impegnino per la prima volta le più alte autorità delle istituzioni libiche».
LIBIA
L' accordo prevedrebbe anche un appuntamento tra tre mesi per fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori: «Tutti sono d' accordo sul fatto che uno status quo non è più tollerabile ha fatto sapere sempre ieri una fonte diplomatica francese se si arriva a una firma si tratterà di una tappa decisiva e di un vero successo per la Libia».
Anche nel paese, sostiene la stessa fonte, «ci sono attese molte forti nella popolazione libica sullo svolgimento di elezioni. Lo dimostra il successo della campagna d' iscrizioni sulle liste elettorali, con già 2 milioni e 700mila libici registrati, dei quali il 43 per cento donne, sui sei milioni di abitanti».