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"IL MILAN SAPEVA. ANDAVO A CASA DI SILVIO BERLUSCONI E PARLAVO ANCHE CON ADRIANO GALLIANI" - LA BOMBA SGANCIATA DA LUCA LUCCI, EX CAPO ULTRÀ DEL CLUB ROSSONERO, ARRESTATO NELL'AMBITO DELL'INCHIESTA SULLE CURVE DELLE DUE SQUADRE MILANESI IN CUI È STATO SCOPERTO UN GIRO ILLEGALE DI RIVENDITA DI MERCHANDISING, BIGLIETTI E GESTIONE DEI PARCHEGGI FUORI DALLO STADIO DI SAN SIRO - LUCA LUCCI È IN CARCERE CON L'ACCUSA DI ESSERE A CAPO DI UNA BANDA DI NARCOS E DI ESSERE IL MANDANTE DELL'OMICIDIO DEL SUO "COLLEGA" DI CURVA ENZO ANGHINELLI...

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Ugo Milano per www.open.online

 

luca lucci

«Il Milan sapeva». È questo il concetto espresso dall’ex capo ultrà Luca Lucci, arrestato nell’ambito dell’inchiesta milanese “Due Curve”, durante la seconda udienza del rito abbreviato nell’aula bunker del carcere di San Vittore. Da questa sicurezza, cioè dal fatto che i vertici della squadra rossonera fossero pienamente al corrente di quanto stesse accadendo nella cosiddetta “Fossa dei Leoni” al secondo anello blu, deriva la sorpresa di fronte al fatto che la società si sia costituita parte civile.

 

«Con i dirigenti ho sempre avuto buoni rapporti. All’epoca andavo anche a casa di Silvio Berlusconi a parlare di calcio, anche con Adriano Galliani all’epoca parlavo spesso di calcio». La fotografia che Lucci scatta di fronte alla gup Rossana Mongiardo ritrae una curva ben lontana dalle accuse formulate dai pm milanesi Sara Ombra e Paolo Storari.

BERLUSCONI SALVINI GALLIANI

 

Di soldi illeciti derivati dalla rivendita di merchandising e biglietti, così come dalla gestione dei parcheggi, non fa nemmeno cenno. Al massimo, sostiene Lucci, quei soldi «li ho fatti con la droga (per cui ha ricevuto un’altra misura cautelare, ndr), dallo stadio non ci guadagnavo niente». Insomma «non ero il capo di un’associazione a delinquere», come invece sostiene la procura di Milano.

 

E così, in una curva dipinta come un tifo organizzato caldo ma nei confini della legalità, racconta della sua scalata al potere nella Sud. Un percorso da «vero appassionato» che lo avrebbe innalzato a re della Fossa in maniera del tutto «naturale» e senza l’uso di violenza contro altri gruppi del tifo organizzato, uno degli elementi invece sottolineati dall’accusa.

 

salvini luca lucci

Anzi, si dice addirittura «favorevole alla tessera del tifoso da quando l’hanno introdotta», a dimostrazione – secondo il capo ultrà – della sua gestione assolutamente pacifica della curva. Per rendere la situazione più rosea, Lucci aggiunge: «Spesso il tifo è di destra, ma io invece sono di sinistra».

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