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MATERNITÀ CONGELATA – LAVORO, STILE DI VITA E COPPIE 'RETARD', E LA GRAVIDANZA SI RIMANDA A DATA DA DEFINIRSI. E SEMPRE DI PIU' CI SI RIVOLGE ALLA CRIOCONSERVAZIONE DEI GAMETI – MA ATTENZIONE: DIETRO C'E' UN GROSSO BUSINESS CHE INGROSSA LE TASCHE DEGLI ADDETTI AI LAVORI…

Valentina Arcovio per “il Messaggero”

 

crioconservazione

Qualche giorno fa Francesca, single romana di 33 anni, è andata dalla sua fidata ginecologa per il solito controllo annuale. Per fortuna, anche questa volta, tutto bene. Solo che la ginecologa non l' ha congedata subito dopo come invece ha fatto solitamente nei controlli precedenti. Bensì ha chiesto alla sua paziente se nei suoi piani ci fosse anche quello di mettere su famiglia. Francesca ha risposto di sì, consapevole però che sarebbero passati ancora diversi anni prima di pensare di avere un figlio.

 

PADRE NEONATO

Allora la dottoressa le ha iniziato a parlare di crioconservazione degli ovociti, qualcosa di cui Francesca aveva sentito parlare vagamente in tv e che aveva letto superficialmente su una rivista, come se non la riguardasse minimamente. Ma ora il suo medico le ha chiesto di pensarci seriamente perché, se avesse continuato a rimandare la maternità, sarebbe stato meglio giocare d' anticipo e congelare i suoi ovuli.

 

La scelta di mettere al mondo un bambino ha infatti una data di scadenza, che la crioconservazione dei gameti consente di rimandare. Qualcosa che le italiane sembrano abbiano imparato molto bene.

neonato

 

L'IDEA Tanto che gli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) riferiscono di un aumento delle richieste di congelamento dei gameti e c' è chi parla di «era criogenica», una sorta di corsa a preservare artificialmente la fertilità. «Sono in aumento le richieste di congelamento dei gameti da parte dei pazienti, non solo a scopo terapeutico ma con il desiderio di posticipare la genitorialità al momento più opportuno, secondo la volontà individuale», spiega la Siru, che qualche settimana fa ha affrontato proprio questo argomento in occasione del suo secondo congresso nazionale a Catania.

gravidanza

 

«Un fenomeno in aumento, quello del ricorso alla crioconsevazione, (il congelamento in azoto liquido a 196 °C) , ancora non quantificabile ma che apre scenari futuri nuovi e inquietanti», aggiunge. Ma questa idea di poter diventare genitori a qualunque età - alimentata da casi eccezionali, come quello della donna di 62 che qualche settimana fa ha partorito una bambina a Roma - si poggia spesso su convinzioni errate.

 

«Con l' avanzare dell' età, le probabilità di concepire sia naturalmente che attraverso il ricorso a tecniche di procreazione assistita diminuiscono drasticamente e di contro aumentano i rischi per la salute della donna nel corso della gravidanza, rischi di aborto e di anomalie cromosomiche per il nascituro», spiega Antonino Guglielmino, presidente della Siru. Secondo l' esperto, dopo i 50 anni le possibilità di avere un figlio sono circa due su un milione.

 

PADRE CO. NEONATO1

Quindi si tratta di un evento tutt' altro che probabile. Per avere maggiori probabilità di concepire naturalmente non bisogna superare la soglia dei 35 anni. L' ideale sarebbe concepire a 20 anni, quando le probabilità di rimanere incinta dopo un rapporto sessuale sono del 30-40 per cento. Già a 30 anni le probabilità di concepire scendono al 20 per cento.

 

L' errata percezione di poter diventare genitori anche in età avanzata non riguarda solo le donne, ma anche gli uomini. Un dato allarmante, considerato che la fertilità maschile è in crisi. Per Luigi Montano, andrologo dell' ASL di Salerno e co-presidente della Siru siamo di fronte a un «calo drastico della fertilità maschile, sia per l' età, che per gli impatti ambientali e gli stili di vita scorretti».

 

crioconservazione degli ovociti ovvero congelamento ovuli

Tanto che di recente è stato inaugurato presso la clinica Sanitrix di Roma un nuovo Centro per la prevenzione dell' infertilità maschile. Ma il nemico comune della fertilità maschile e femminile rimane sempre il tempo. Più si rimanda e più si rischia di non avere figli. Fondamentale è il cosiddetto «time to pregnancy», cioè il tempo che trascorre dal momento in cui si decide di diventare genitori alla gravidanza.

 

Secondo una ricerca della Siru, il tempo che intercorre da quando una coppia in Italia decide di avere un figlio a quando riesce ad avere una diagnosi, se ha difficoltà ad avere una gravidanza, è di oltre 4 anni. «Questo non è compatibile con l' età già avanzata della donna al momento del primo figlio - spiegano gli esperti della Siru - che nel nostro Paese è la più alta in Europa (32,4). A 30 anni, l' ovaio ha già perduto circa l' 88 per cento degli ovociti; a 40 anni, il 97 per cento».

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LE PATOLOGIE Inoltre, anche qualora si riuscisse a rimanere incinte in età avanzata ci sono molte probabilità che qualcosa possa andare storto. «Con l' avanzare dell' età della donna aumentano i rischi ostetrici, come quello di sviluppare diabete gestazionale, ipertensione e gestosi», spiega Maria Giuseppina Picconeri, ginecologa e coordinatrice regionale Siru per il Lazio.

 

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«Sono poche le donne che, pur riuscendo a ottenere una gravidanza - continua - hanno buone probabilità di portarla a termine con successo. Le patologie ostetriche, inoltre, aumentano le percentuali di morti intrauterine e anche di parti pre-termine. Quindi a rischio è anche lo stesso nascituro»

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TUTTE LE BUFALE CHE VI HANNO RACCONTATO SULLA FERTILITA' FEMMINILE - IL CROLLO DOPO I 35 ANNI? FALSO - SE SI FANNO FIGLI A 40 ANNI RADDOPPIANO LE CHANCE DI MALATTIE CONGENITE? SI', DALLO 0,5% ALL'1%! - IL CONGELAMENTO DEGLI OVULI? E' SOPRATTUTTO UN BUSINESS - E OCCHIO: SOLO IL 30% DEI GIOVANI MASCHI EUROPEI HA SPERMATOZOI DI QUALITA' - PIU' DELL'ETA' CONTA LO STILE DI VITA: DIETA, FUMO, ALCOL, DROGHE