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Lollobrigida, servizio civile agricolo non c'entra con leva Ministro, "alcuni giornali tendono a non capire"
(ANSA) "Ci sono alcuni giornali che tendono a non capire o a non approfondire. E' un dovere generale servire la Patria. Ci sono tante attività che si possono fare col servizio civile, noi diamo la possibilità di farlo anche nel mondo agricolo e della pesca. Non c'entra niente con la leva, si tratta di servizio civile. Si parte con un migliaio di giovani ma i numeri aumenteranno".
Così il ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, a 24Mattino su radio 24 replicando ad alcune considerazioni rispetto a quanto aveva dichiarato ieri durante il G7 Giovani a Siracusa annunciando il servizio civile agricolo: "Per la prima volta i giovani potranno servire la Patria con una attività di valore agricolo".
LA LEVA AGRICOLA
Federico Capurso per “la Stampa” - Estratti
Cercava un colpo a effetto, il ministro Francesco Lollobrigida. Voleva stupire, meravigliare, lasciare la propria impronta sul mondo dell'agricoltura che oggi, a Siracusa, vede aprirsi il G7 ministeriale. Eccolo dunque annunciare con orgoglio, per la seconda volta in un anno, la nascita del Servizio civile agricolo: «I giovani potranno servire la Patria con una attività di valore agricolo».
I ragazzi che lo ascoltavano, con un brivido lungo la schiena, hanno chiesto delle precisazioni: «Ministro, ma questo Servizio civile agricolo ha qualcosa a che fare con il fatto che volete reintrodurre la leva militare obbligatoria?». Lollobrigida, imperturbabile, li tranquillizza: «Sono due cose parallele».
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA E GIORGIA MELONI - G7 AGRICOLTURA ORTIGIA
Da una parte c'è il servizio militare, dall'altra il ritorno alla sacra terra, al tempo delle messe di grano e al sudore delle braccia per amor di Patria. Li manda nei campi a 507 euro al mese, parafrasano i più maligni.
«Ma lo Stato vuole valorizzare queste attività - sottolinea Lollobrigida - e il talento e le competenze dei giovani offrendo loro la possibilità di contribuire concretamente alla crescita delle nostre comunità rurali». Lollobrigida vuole «rafforzare il legame tra giovani e territorio», «sviluppare nuove professionalità in ambito agricolo».
Di fronte a questi mirabili propositi, immaginiamo la sorpresa che deve aver colto il ministro quando ha saputo che il progetto esisteva già da tempo ma si era perso, per mesi e mesi, nei gangli della burocrazia ministeriale. In altre parole, è stato lasciato su una scrivania per giorni, i giorni sono diventati settimane, e poi mesi, finché se ne è quasi persa memoria. L'idea era venuta un anno fa.
E il 22 novembre del 2023 era stata annunciata, sempre da Lollobrigida, con tanto di firma di un protocollo interministeriale, insieme al collega Andrea Abodi che guida il dicastero per lo Sport e i Giovani. Poi, più niente. Eppure, non si tratta di un impegno particolarmente complesso. È un progetto pilota, una sperimentazione che coinvolgerà solo mille giovani, dai 18 ai 28 anni, per un anno.
Spesa totale 7 milioni di euro. Se il prossimo anno verrà rinnovato o meno, quindi, si vedrà.
Ma almeno adesso è tutto pronto? I giovani possono tornare a servire la Patria nelle aziende agricole? Non proprio. Lollobrigida ha solo avuto il tempo di spolverare il faldone e di riaccendere la mietitrebbia ministeriale.
L'unica cosa che può annunciare, di diverso da un anno fa, è che «il 2 ottobre partirà la manifestazione d'interesse aperta alle aziende». In altre parole, le imprese potranno presentare i progetti per i quali gli sarebbero utili delle giovani braccia. Poi dovranno essere nominati i componenti di una commissione interministeriale che possa valutare i progetti e selezionarli. Una volta chiusa questa fase, si potranno indire i bandi per arruolare i "Giovani agricoltori patriottici", sperando che qualcuno sia interessato.
Lollobrigida punta sul fascino delle grandi imprese.
La sperimentazione del Servizio civile agricolo - si legge nel protocollo istitutivo - è ispirata a questi obiettivi: «Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo; porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un'agricoltura sostenibile; assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età; rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili» e così via, fino alla lotta contro il cambiamento climatico, la deforestazione, la desertificazione, e «far retrocedere il degrado del terreno». Viene il sospetto che questi ragazzi siano pagati troppo poco.
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