Ferdinando Giugliano per “la Repubblica”
mps
Non poteva esserci risveglio peggiore. Dopo il moderato ottimismo che aveva accompagnato la pubblicazione dei risultati degli stress test e l' approvazione del piano di salvataggio per il Monte dei Paschi di Siena, le autorità italiane ed europee si trovano a fronteggiare una pesantissima ondata di vendite sui titoli bancari italiani.
Il clima, per ora, resta fiducioso, in attesa di un ripensamento degli investitori sulle prospettive degli istituti di credito.
Tuttavia, soprattutto tra i corridoi della Commissione Europea, c' è consapevolezza che i prossimi passi e, in particolare, il salvataggio di Mps, sono tutto tranne che scontati.
il palazzo della commissione europea a bruxelles
«E' un operazione complicata », dice un funzionario. «Ogni protagonista dovrà eseguire perfettamente la sua parte. E' come guidare una macchina in cui volante, freno e cambio sono controllati da persone diverse».
Le ragioni della cautela sono basate per ora su tre considerazioni. Prima di tutto, i movimenti tellurici che hanno sconvolto le borse sono durati "soltanto" due giorni, un tempo troppo breve per concludere che i mercati non si fidino degli stress test o abbiano bocciato il salvataggio di Mps.
Queste vulnerabilità si inseriscono poi in un contesto di grande fragilità a livello europeo. Infine, la discesa delle quotazioni viene considerata una risposta razionale agli aumenti di capitale in vista non solo per il Monte dei Paschi di Siena, ma anche per UniCredit.
TORRE UNICREDIT
L' emissione di nuove azioni per un totale che alcuni analisti stimano in 12 miliardi (5 per Mps e 7 per UniCredit), fa naturalmente scendere il valore di quelle esistenti che verranno diluite. «Il settore è tirato giù da Unicredit e Monte dei Paschi - dice un funzionario italiano - . Le vendite sono naturali quando le banche fanno un aumento di capitale ».
Quest' ottimismo si scontra però con un' osservazione preoccupante: come già negli ultimi mesi di pesanti vendite gli investitori non sembrano differenziare più tra le banche italiane, che pure hanno ottenuto risultati molto diversi negli stress test. Da Unicredit a Ubi Banca a Banco Popolare, quasi tutti i principali istituti di credito italiani hanno perso ieri più del 5%. Intesa Sanpaolo, che ha dimostrato grande solidità davanti agli shock simulati dall' Eba, ha ceduto il 3,8%.
jamie dimon jp morgan
«Le banche di un Paese si muovono seguendo l' anello debole», dice dagli Stati Uniti l' analista per le banche europee di un grosso hedge fund. Ma a questa osservazione generale si aggiunge una preoccupazione legata più specificamente alla realtà italiana: l' idea che, al di là degli annunci di venerdì, il salvataggio di Mps sia ancora molto complesso.
«Si tratta di una mina vagante», dice un altro funzionario di Bruxelles. «E' un' operazione costruita in maniera intelligente, ma non è detto che riesca».
VITTORIO GRILLI jpeg
A preoccupare sono prima di tutto l' appetito degli investitori, che dovrebbero finanziare i 5 miliardi di aumento di capitale, e la robustezza del consorzio di garanzia guidato da Jp Morgan, che può sfilarsi in caso di mancato interesse del mercato. Ma anche l' operazione ancillare da compiere per svuotare il bilancio del Monte delle cosiddette "sofferenze" suscita timori.
Il percorso tracciato dal cda della banca senese prevede che le sofferenze di Mps vengano impacchettate tramite cosiddette "cartolarizzazioni" e poi divise in tranche, a seconda della loro pericolosità.
logo cassa depositi
Le più sicure verranno coperte da garanzie statali chiamate Gacs, che le renderanno più semplici da collocare tra gli investitori istituzionali.
Una delle porzioni più rischiose, il cosiddetto "mezzanino", verrà rilevato dal fondo salva- banche Atlante. Al di là di calcoli indicativi presentati da Mps, non è ancora chiaro quanti soldi ci vorranno per coprire questa porzione, una decisione che dipenderà dai giudizi di un' agenzia di rating. Fino ad allora, non si può essere sicuri che l' operazione andrà in porto.
«Atlante avrà le risorse». rispondono seccamente dal governo. A questi dubbi operativi si aggiungono quelli politici legati al referendum. Gli aumenti di capitale di Mps e Unicredit arriveranno dopo la consultazione sulla riforma costituzionale.
ministero economia
In caso di voto contrario, si aprirà una fase di incertezza che difficilmente renderà le due operazioni appetibili. «I titoli bancari italiani andranno su e giù con i sondaggi sul referendum», prevede un altro fund manager americano. Ma fino al voto gli investitori preferiranno trattare le banche italiane con molta cautela.