RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Jaime D’Alessandro per “la Repubblica”
La nuova rete 5G? Potenzialmente una grande opportunità, ma che in Italia non interessa. Lo sostiene il primo rapporto dell' Osservatorio 5G&Beyond del Politecnico di Milano, che verrà presentato oggi. Lanciata in Italia nell' estate scorsa, al centro di polemiche per una presunta pericolosità mai dimostrata, potenzialmente veicolo per servizi digitali mirabolanti e strumento affilato per le aziende, la rete 5G da noi non stuzzica l' immaginazione nemmeno come scenario futuro. Il dato più rilevante: l' 80 per cento delle aziende che potrebbero sfruttarla ancora non ne conosce o non ne ha compreso le potenzialità, mentre il 41 per cento delle persone al momento ha deciso di non acquistare uno smartphone 5G e un altro 31 per cento sta valutando.
C' entrano poco le teorie complottiste che hanno accostato questo sistema per le telecomunicazioni alla propagazione della pandemia: solo il 13 per cento degli intervistati è preoccupato per gli effetti sulla salute. Semplicemente, la maggior parte è soddisfatta del 4G e non vuol cambiare.
«Il 5G rappresenta una svolta», spiega Antonio Capone, responsabile scientifico dell' Osservatorio 5G.
«È un sistema che consente di migliorare, in base all' applicazione, la velocità di accesso, il consumo energetico, l' affidabilità dei collegamenti e il numero di dispositivi connessi ». Una rivoluzione, secondo il Politecnico, soprattutto per il sistema produttivo. Eppure, perfino nel settore tecnologico, solo il 28 per cento delle compagnie ha una vera conoscenza del 5G. E questo perché la copertura è scarsa, i prezzi alti e mancano esempi pratici di grande impatto che spingano ad una adozione. Si pensa si tratti unicamente di un collegamento dati più veloce.
Sono stati ascoltati 4900 consumatori, 328 aziende e 222 imprese legate al digitale, con i risultati riportati all' inizio. Scendendo nel dettaglio, l' incertezza fra le imprese è al 41 per cento: del 5G si intuisce l' impatto ma non si sa se la propria realtà sarà coinvolta. Al 26 per cento c' è il non conoscere il tema, segue con l' 8 per cento il disinteresse e con il 5 lo scetticismo. Nel restante 20 per cento, dove qualche indagine è stata avviata, pochissimi si sono davvero documentati. Il settore che appare più pronto è quello dei servizi, con il 26 per cento di aziende che guarda in una qualche forma al 5G.
Nella pubblica amministrazione e nelle sanità siamo al 20, ma qui si concentra la percentuale più alta di inconsapevolezza, il 35 per cento.
«Se durante quest' emergenza sanitaria avessimo avuto un 5G diffuso e usato, la telemedicina sarebbe stata una realtà», sottolinea Marta Valsecchi, che ha lavorato anche lei all' Osservatorio. «Per non parlare delle fabbriche automatizzate che avrebbero potuto funzionare da sole ed essere controllate a distanza e in tempo reale. Il punto non è quindi poter guardare video in 4K mentre si viaggia in treno a duecento chilometri all' ora, bensì aggiornare la struttura produttiva del Paese».
Fortuna, vien da dire, che non siamo i soli. Secondo l' ultimo conteggio di Ericsson risalente all' 11 novembre, sono 49 i Paesi dove sono stati lanciati servizi 5G. Oltre 440 i modelli di smartphone compatibili sul mercato, di sottoscrizioni attive però ce ne sono ad oggi 80 milioni. Poche rispetto ai 4,5 miliardi di sim 4G, il 57 per cento del totale. Ma del resto quelle 5G erano appena 13 milioni lo scorso anno, delle quali 10 milioni in Cina. Un passo avanti, anche se piccolo, è stato fatto.
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