DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Luigi Grassia per "La Stampa"
Se avevamo capito che l'accordo fra Alitalia e sindacati sui lavoratori di troppo fosse fatto, e che restassero solo da definire i dettagli (pare che avesse inteso così anche la Etihad), abbiamo scoperto ieri di esserci sbagliati. Dai sindacati è arrivato un chiaro «no» alla proposta dell'Alitalia di risolvere il problema di una parte degli esuberi con la cassa integrazione tra i 5,5 e i 16 giorni al mese per 2289 lavoratori.
Sul tavolo c'erano i numeri del personale definito «non navigante», cioè handling (gestione dei bagagli), manutenzione e uffici. Fra le due parti doveva essere un confronto tecnico e invece si è constatato un disaccordo di fondo, in particolare sul personale di staff. «La proposta dell'Alitalia è inaccettabile» dice il segretario generale aggiunto della Uiltrasporti, Marco Veneziani, secondo cui l'alternativa potrebbe essere «una riqualificazione del personale in altre posizioni, per abbassare gli esuberi in questo settore e ridurre il ricorso alla cassa integrazione».
Dei 1900 esuberi previsti dal piano industriale di Alitalia, 600 riguardano gli uffici. La compagnia ha proposto un aumento della cassa integrazione a rotazione già esistente, che ai sindacati sembrava già un sacrificio abbastanza gravoso. Quello sul personale di terra è solo il primo confronto «tecnico». Oggi dalle 15 la trattativa riprenderà con altri dipendenti di Alitalia, cioè gli assistenti di volo (hostess e steward) mentre lunedì toccherà ai piloti.
Intanto il gruppo Air France-Klm torna a dichiararsi disponibile a investire di nuovo in Alitalia. I franco-olandesi non hanno sottoscritto l'aumento di capitale e così hanno visto ridimensionata dal 25 al 7 per cento la loro quota di partecipazione. Ma adesso che arriva Etihad anche Air France potrebbe tornare a impegnarsi: lo fa sapere l'amministratore delegato Alexandre de Juniac in un'intervista al Financial Times online. Parigi ribadisce le proprie condizioni, che peraltro considera simili a quelle poste dalla compagnia degli Emirati.
Air France vorrebbe alleggerire in qualche modo il fardello del debito che grava su Alitalia, e anche la Etihad pone questo problema. Comunque il fatto stesso che la compagnia di Abu Dhabi entri in Alitalia rende più attraente la nostra ex compagnia di bandiera: «Etihad porta denaro fresco e anche una cooperazione in Oriente - osserva de Juniac-. C'è qualcosa che sta cambiando».
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