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Ettore Livini per la Repubblica
Tutti aspettavano Godot. Ma Godot, alias il piano di Matteo Renzi e del Pd per salvare Alitalia, alla fine non è arrivato. L' ex premier aveva calato il suo asso a sorpresa due settimane fa: «È assurdo che un paese come il nostro butti via un' occasione del genere aveva detto durante il confronto su Sky tra i candidati alla segreteria del partito -. Entro il 15 maggio faremo una proposta al governo».
Il 15 maggio è arrivato. Ma della ricetta Dem - pare un remake del piano Etihad, con un nucleo duro di soci italiani al 51% affiancati da un alleato estero, forse cinese - non c' è traccia. Anzi. Una sobria agenzia nella tarda serata di ieri ha spiegato che non arriverà mai. Di medici al capezzale della compagnia ce ne sono tanti. Il rischio di scottarsi le dita - con buona pace delle promesse in tv - è altissimo.
E Renzi ha deciso così di lasciare il cerino in mano ai commissari scelti dal governo. Lui, innestata la retromarcia, sarà «attivo» assieme a Paolo Gentiloni nella ricerca di un partner. Tutto è bene, volendo, quello che finisce bene. L' uscita di Renzi di un paio di settimane fa era sembrata a molti (anche dentro l' esecutivo) una puntura di spillo a Palazzo Chigi.
La retromarcia di ieri suona come un armistizio e la partita per tenere in piedi l' aerolinea continua su un percorso meno mediatico e più istituzionale: i tre commissari presenteranno forse già domani il bando per la vendita. Un testo a maglie larghe per consentire a più compratori possibili di dire a che condizioni sono disposti a farsi carico dell' azienda. Un percorso che in fondo ricalca i paletti del Piano Renzi: non sprecare denaro pubblico, prendersi a cuore la sorte dei 12mila dipendenti, garantire i collegamenti a lungo raggio all' Italia e - come ha detto l' ex premier - «un progetto Paese che riguarda il Mezzogiorno».
Bei sogni destinati però a fare i conti con una realtà drammatica: due milioni di perdite la giorno, il vincolo di un accordo internazionale con Sky Team che ne ingessa gli sviluppi intercontinentali verso gli Usa e liquidità in cassa che basta solo fino a ottobre. Luigi Gubitosi & C., con pragmatismo, hanno iniziato così da subito ad avviare i tagli ai costi.
La politica degli annunci sul fronte Alitalia, in casa Pd lo sanno bene, non ha mai portato bene a nessuno. I capitani coraggiosi avevano fissato al 2011 l' appuntamento con l' utile. Etihad & C. contavano di arrivarci nel 2017. Visti i risultati, meglio limitare al minimo le promesse e far parlare i fatti.
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