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Lucio Cillis per "la Repubblica"
Oggi i sindacati scopriranno ufficialmente qual è il piano dei manager Alitalia per portare la compagnia oltre il guado della crisi. L'aumento di capitale è quasi fatto, e la soglia minima dei 225 milioni di euro è ampiamente alla portata visto che Poste Italiane è pronta da qui al prossimo fine settimana a mettere mano al portafogli iniettando nel vettore risorse fino a 75 milioni di euro.
Ma dietro le quinte si stanno muovendo i manager di Etihad che puntano ad ottenere nelle prossime settimane dati approfonditi sullo stato finanziario di Alitalia prima di proporre un ingresso - sempre probabile - alla cloche della compagnia. Lo stato dei rapporti tra inviati del Golfo e Fiumicino sarebbe, secondo fonti vicine al dossier, ad un livello «avanzato».
Anche per questo motivo Alitalia ha bisogno di mostrare all'esterno la volontà di perseguire un taglio netto dei costi in modo tale da rendere più appetibile l'ingresso di un eventuale nuovo acquirente. E quindi, come ampiamente anticipato nelle scorse settimane, l'ad Gabriele Del Torchio punta a risparmi per un totale di 350 milioni e ad una riduzione della forza lavoro prossima ai 1.900 dipendenti compresi quelli a termine, con contratti di solidarietà fino al 20% della retribuzione.
Nel dettaglio verranno a "mancare" nel corso dei prossimi mesi, 280 piloti, 350 assistenti di volo, 480 lavoratori dell'area handling (bagagli), 600 in meno negli uffici e altri 180 saranno sottratti al lavoro della manutenzione. Ma tra i risparmi previsti è stata affacciata anche la possibilità di rinviare di almeno un anno l'arrivo in flotta, di 5 velivoli di lungo raggio, e di mettere a terra una ventina di aerei di corto-medio raggio.
Un piano duro che il sindacato comincia a vedere come il fumo negli occhi. Su nuovi tagli «non siamo disposti a cedere», dicono alla Filt Cgil, mentre il leader della Uil trasporto aereo Marco Veneziani ammette che la trattativa che oggi verrà intavolata con Del Torchio è tutta in salita: «Riduzioni severe alla forza lavoro non sono più accettabili e soprattutto quello che non possiamo più tollerare è una gestione a senso unico della compagnia. Se siamo arrivati a questo punto la colpa è di chi ha guidato Alitalia negli ultimi anni». Veneziani, dunque, ribadisce che sono pronte azioni di lotta «se non si rimetteranno nel cassetto le indiscrezioni sulla riduzione indiscriminata e senza futuro di flotta e personale. Senza un coinvolgimento del sindacato siamo pronti alla mobilitazione».
Un fine anno che si annuncia, dunque, delicatissimo per il vertice di Alitalia. Il presidente Roberto Colaninno è sul punto di cedere il posto una volta completato l'aumento di capitale e voci sempre più insistenti riguardano anche la poltrona di Del Torchio. E nei corridoi si fanno i nomi dei possibili successori, dagli "esperti" ex amministratori della compagnia Giovanni Sebastiani, Domenico Cempella e Giovanni Bisignani, a nomi di manager di settore come Giuseppe Gentile.
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