SU ALITALIA NON C'E' INTESA - GLI ARABI DI ETIHAD CHIEDONO LA CONVERSIONE DI PARTE DEL DEBITO DI ALITALIA. PER INTESA SAREBBE L'ENNESIMO ESBORSO DI UNA LUNGA SERIE INIZIATA NEL 2005 CON PASSERA...

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Riccardo Gallo per ‘L'Espresso'

Dell'Alitalia, di nuovo in forte perdita, Intesa SanPaolo è maggior azionista, primaria banca creditrice, riferimento per la gestione. Per entrare come socio industriale nella compagnia aerea italiana, Etihad - il ricco vettore di Abu Dhabi - oggi chiede tra l'altro che Intesa converta parte del credito a capitale e quindi perda anche quello.

Un ruolo così delicato per la banca si è andato delineando nel corso degli ultimi dieci anni. Nel 2005, quando si trattò di organizzare un aumento di capitale Alitalia da 1,2 miliardi e di affiancare un partner italiano a Deutsche Bank, capofila del consorzio bancario di garanzia, l'allora amministratore delegato di Intesa, Corrado Passera, chiese che l'aumento avvenisse in due tranche successive e che ci fosse un piano industriale credibile.

Sul primo punto, i dirigenti del ministero dell'Economia gli fecero cambiare idea, spiegandogli che l'Unione Europea imponeva allo Stato di scendere subito dal 62,3 per cento a meno del 50 e che quindi occorreva tutto l'aumento a carico di privati. Sul secondo punto, Passera si accontentò di un piano privo di margini di elasticità. Così Intesa mise 100 milioni di quota sua e l'operazione si fece.

Naturalmente soci privati non se ne trovarono, il piano non fu attuato e nel giro di due anni, con perdite pari a 1.289 milioni (168 nel 2005, 626 nel 2006, 495 nel 2007), l'Alitalia bruciò interamente le risorse raccolte con quell'aumento di capitale. Nell'occasione Mediobanca, la banca d'affari storicamente chiamata a sbrogliare le situazioni difficili, si defilò. Intesa invece assunse un ruolo supplente dello Stato, derogando a comportamenti privatistici. E finanziò anche l'acquisto di aerei (73 milioni di dollari nel 2006). Quando nel 2008 la compagnia fu commissariata, i crediti finirono nello stato passivo per il tribunale.

A FINE 2008 NACQUE la nuova Alitalia con la partecipazione di Air France al 25 per cento, Intesa all'8,8 (circa 45 milioni), oltre ad alcuni privati raccogliticci. La banca sostenne anche l'acquisizione delle attività di AirOne, e concesse crediti che furono classificati nei bilanci Intesa dal 2009 al 2012 tra quelli «maggiormente significativi». A fine 2012, i debiti finanziari a breve di Alitalia erano (611 milioni) triplicati rispetto al momento della nascita (210 a fine 2008). Nel frattempo Passera diventò ministro del governo Monti, per poi assumere la guida di un movimento politico.

Tra il 2009 e il 2012 Alitalia cumulò perdite (843 milioni) superiori al capitale sociale (668), cosicché nel 2012 Intesa svalutò la partecipazione, ma divenne urgente un'ulteriore immissione di danaro fresco, fissata a fine 2013 in 270 milioni. Poiché Air France non sottoscrisse, Intesa raddoppiò (anzi di più) la propria quota: dall'8,8 al 20,5 per cento (circa 55 milioni). Nei suoi bilanci Intesa classifica Alitalia tra le «partecipazioni a influenza notevole». E infatti ha indicato l'attuale amministratore delegato, Gabriele Del Torchio.

Come Passera era stato rigoroso nelle sue iniziali dichiarazioni nel 2005, così il presidente del consiglio di gestione della banca, Gian Maria Gros-Pietro, nel momento in cui ricapitalizzava (perché altrimenti «Alitalia sarebbe fallita, un danno enorme per tutto il Paese») dichiarò nel 2013 che così Intesa dava l'addio al ruolo di «banca di sistema». Vallo a capire!

NON È ANCORA NOTA la perdita netta corrente della gestione ordinaria 2013 di Alitalia, ma rapportando i margini operativi netti negativi degli ultimi due anni, si può azzardare una stima di 180 milioni, gran parte dei 270 dell'ultimo aumento di capitale. La differenza (90 milioni) dovrebbe essere stata bruciata nei primi mesi di quest'anno.

Venerdì 28 marzo il nuovo consigliere delegato di Intesa, Carlo Messina, ha illustrato una road map per vendere nei prossimi tre anni tutte le partecipazioni industriali, a partire da Alitalia. Non so a cosa si riferisse, forse solo al ricordo di questo asset, visto che tutto il capitale di rischio messo finora è già perso. O forse, visti i precedenti, annunciava il contrario: un'ennesima ricapitalizzazione.

 

alitalia etihad GABRIELE DEL TORCHIOSandro Gozi Corrado Passera DEUTSCHE BANK