DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
Andrea Greco per la Repubblica
Otto ore di consiglio per aprire uno spiraglio alla proposta di Corrado Passera e dei suoi investitori, ancora «non vincolante» e che non lo sarà per almeno un mese, tanto chiede l’ex banchiere e ministro dello Sviluppo economico per guardare i dati riservati del Montepaschi e decidersi. Tuttavia, sia per chiedere approfondimenti a Passera sia per mantenere la simmetria informativa, il cda si è aggiornato alla seduta di lunedì 24, quando sarà deliberato e diffuso il piano strategico su cui basare la richiesta fondi ai soci di oggi e domani.
La Borsa, impaziente per definizione, annusa l’arrivo dei nuovi padroni di Rocca Salimbeni, e sulle voci risolleva Mps dai minimi storici fino a 0,195 euro, con un +12,8% che non visto da mesi e in una seduta brillante per il settore. Il balzo ha incuriosito anche Consob, che ha convocato Passera in sede a Roma per capire la serietà delle sue intenzioni.«Finché il cda della banca non si esprime pienamente è mio dovere mantenere il riserbo - ha detto l’ex ad di Intesa Sanpaolo entrando nell’authority -. Se va come deve andare il mio può essere un progetto bellissimo e l’Italia ne uscirebbe alla grande. È questo che mi stimola».
L'iceberg della Monte dei Paschi di Siena
Passera, che lavora a un intervento su Mps da sei mesi, si vide respingere un primo tentativo a luglio. Ora avrebbe rifilato la proposta, anche se ieri, tramite Lazard, al cda ne ha inoltrata solo una scarna sintesi, senza nomi e non vincolante. Il progetto, alternativo a quello condotto da Jp Morgan e Mediobanca, sarebbe incardinato sull’interesse di un pugno di fondi - come Warburg Pincus, Bc Partners, Atlas, e almeno un altro nome Usa - che in caso di perizie positive punterebbero fino a 2,5 miliardi su Siena, previo aumento riservato da fare a dicembre, prendendo il 60% del capitale, mentre fino a 1,5 miliardi andrebbero in opzione ai soci attuali.
Solo successivamente, nel 2017, ci sarebbe la pulizia del libro crediti Mps, che potrebbe salire di una manciata di miliardi dai 27,6 di sofferenze oggi in vendita, per includere alcuni incagli che stanno diventando inesigibili. A quel punto i nuovi soci potrebbero convertire fino a 1,5 miliardi di bond subordinati Mps in azioni, operazione che Passera ora vuole posticipare per lasciare più spazio ai soci attuali, e per il fatto che i prezzi di quei bond, dai primi rumor estivi, sono saliti molto rendendo meno conveniente lo scambio.
Varie sono le differenze rispetto alle mosse che Mps studia da luglio per mettersi in sicurezza: dapprima imperniate su un aumento da 5 miliardi, ora su uno da circa 2 miliardi in Borsa senza prelazione più conversione per 1,5 miliardi di subordinati e altri 2 miliardi da investitori perno da trovare.
Proprio la difficoltà a eseguire il “piano A” favorisce l’avanzata del “piano B”, che avrebbe anche il vantaggio di far risparmiare a Mps qualche centinaio di milioni di interessi per il finanziamento ponte in attesa di vendere le sofferenze cartolarizzate.
Tuttavia il tempo stringe: i sodali di Passera potranno scrutinare i conti veri a Siena solo da lunedì tramite gli advisor ufficiali, come ogni altro operatore interessato. Chiedono quattro settimane per decidere, mentre il cda ieri ha ribadito «la ferma intenzione» di proseguire nel piano A, e che convocherà l’assemblea per l’aumento «entro fine ottobre ». Con 30 giorni di preavviso minimo siamo già sul filo.
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