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APONTE PIGLIATUTTO – L’ASCESA DEL PADRONE DI MSC, CHE PUNTA A CREARE UN MONOPOLIO PER PORTI E NAVI NEL MODELLO “AMAZON DEL MARE”: HA OFFERTO 22,8 MILIARDI DI DOLLARI, INSIEME A BLACKROCK, PER PRENDERSI IL BUSINESS PORTUALE DI CK HUTCHISON, GIGANTE DI HONG KONG – COME HA FATTO UN COMANDANTE DI IMBARCAZIONI TURISTICHE DI SORRENTO A DIVENTARE IL MAGGIORE ARMATORE AL MONDO NEL BUSINESS DEI CONTAINER? – IL MATRIMONIO CON RAFAELA DIAMANT, FIGLIA D’UN BANCHIERE ISRAELO-SVIZZERO E LA STRATEGIA DELLE ACQUISIZIONI – “IL FATTO": “APONTE HA CONCENTRATO I PROFITTI SUL BUSINESS NAVALE, ‘AGILE’ PER NATURA, FRA BANDIERE DI COMODO E SOCIETÀ DI GESTIONE SPARPAGLIATE FRA I PARADISI FISCALI DI MEZZO MONDO…”

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Estratto dell’articolo di Andrea Moizo per “il Fatto quotidiano”

 

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Che succederebbe in termini di concorrenza se domani Coca Cola diventasse il primo produttore al mondo di alluminio per lattine? Qualcosa del genere sta accadendo nel trasporto marittimo. Il maggior armatore al mondo di navi portacontenitori – la modalità con cui si svolge la parte più ‘ricca’ degli scambi via mare, che valgono l’80-90% del commercio globale – potrebbe diventare anche il primo gestore di terminal container del pianeta, le piattaforme portuali dove vengono imbarcati/sbarcati, custoditi e smistati.

 

La svizzera Msc, infatti, attraverso la controllata Til ha offerto 22,8 miliardi di dollari insieme al fondo americano Blackrock, per acquisire la maggioranza del business portuale di Ck Hutchison, gigante finanziario privato di Hong Kong.

 

rafaela diamant gianluigi aponte

Operazione a duplice valenza, previo placet di Pechino, che, infastidita, ha preteso approfondimenti su solidi argomenti antitrust bellamente ignorati dall’occidente sedicente liberale: Til aggiungerà agli oltre 70 terminal già gestiti in 31 nazioni altre 43 strutture in 23 paesi, superando gli 80 milioni annui di contenitori movimentati e i pochi terminalisti che oggi ne muovono più di lei, mentre Blackrock farà felice Donald Trump col controllo delle banchine ai due capi del Canale di Panama.

 

Dimensioni da capogiro se si considera che Msc è ancora gestita come una family company dal fondatore, l’84enne sorrentino Gianluigi Aponte. Origini piccolo borghesi, esordi da comandante di imbarcazioni turistiche, agli albori fu decisivo il sostegno finanziario garantitogli dal matrimonio con una sua passeggera, Rafaela Diamant, figlia d’un banchiere israelo-svizzero.

 

sophia loren gianluigi aponte

Ma ci vide lungo quando, negli anni settanta, vedendo la globalizzazione arrivare, scommise sui contenitori usando cargo di seconda mano.

 

[…] E, sopravvissuta al maremoto del 2008, accelerò fino a surclassare i competitor, arrivando a detenere il 20% della stiva contenitori mondiale: oltre 900 portacontainer più di 130 in costruzione.

 

Il biennio pandemico, con le sue forzature logistiche e i noli marittimi alle stelle, è stato il propulsore decisivo. E ha consentito ad Aponte di esaltare una strategia consolidata: la conquista a suon di acquisizioni di tutti gli anelli a monte, a valle e a latere del trasporto marittimo, così da massimizzarne i margini e concentrare i profitti sul business navale, fiscalmente ‘agile’ per natura, fra bandiere di comodo e società di gestione sparpagliate fra i paradisi fiscali di mezzo mondo, dalla Svizzera al Lussemburgo a Cipro.

 

GIANLUIGI APONTE - GIOVANNI TOTI

Nel 2023, eccezionalmente (causa due diligence su Ita, operazione poi abortita), da queste scatole impenetrabili filtrarono alcuni numeri di Msc: aveva fatturato 86,4 miliardi di euro, con 36 miliardi di utili netti.

 

Così, prima di Ck Hutchison, è stata la volta della francese Bolloré Logistics Africa, primo operatore dell’Africa occidentale, dell’italiana Rimorchiatori Riuniti, poi conferita alla partnership al 49% col gigante spagnolo del rimorchio Boluda, e dell’ingresso nel colosso amburghese della logistica portuale e ferroviaria Hhla con la stessa percentuale minoritaria. Formalmente, però, perché, come Aponte spiegò nel 2017, “comandiamo noi perché comandano i volumi. Chi li ha decide della vita o della morte di un terminal”.

 

Gianluigi Aponte, Paolo Signorini e Alfonso Lavarello

E di un porto e di ciò che gli sta intorno, a prescindere dalle quote societarie. Curiosamente la frase apparve sul Secolo XiX, quotidiano di Genova poi acquisito nel 2024 da Msc. Un’anomalia per il tycoon, rimasto sempre nel perimetro trasportistico (Msc Crociere, i vari marchi traghetti fra cui Gnv e Moby-Tirrenia, le stazioni marittime per passeggeri, i cantieri navali Nmn e Palumbo, Medlog per il cargo terrestre, Msc Air per quello aereo, Italo, Itabus, il produttore di carri ferroviari Innoway), ma fino a un certo punto.

 

gianluigi aponte rafaela diamant

Per Aponte, infatti, l’Italia e il suo maggior porto rivestono un ruolo ben superiore al peso economico. A Genova, si dice per una sorta di revanscismo verso chi, a inizio carriera, l’avrebbe snobbato, ha soppiantato le storiche famiglie armatoriali (dal ramo locale dei Grimaldi ai Messina, ai Gavarone-Dellepiane), ha fatto incetta di concessioni, costruito un grattacielo per il quartier generale italiano e ora punta pure all’aeroporto.

 

Lo battezzò con l’allora premier Matteo Renzi e il presidente dell’Autorità portuale Luigi Merlo (marito della renzianissima Raffaella Paita) divenuto poi manager Msc, non prima di aver impostato nella pianificazione del porto quella nuova diga foranea, oggi in costruzione a spese dello Stato, pubblicamente caldeggiata dal magnate sorrentino per far spazio alle sue navi.

 

gianluigi aponte francois hollande

L’ingaggio di Merlo gli procurò qualche guaio con l’Autorità anticorruzione, sopito dopo anni di battaglie giudiziarie grazie a un peso lobbistico fortemente cresciuto. Insoddisfatta dall’associazionismo di categoria delle confindustriali Confitarma e Assiterminal, troppo accondiscendenti con forme di regolamentazione del settore, Msc ha modellato, sotto l’ombrello di Confcommercio-Conftrasporto, due sigle concorrenti, Assarmatori e Uniport, oggi altrettanto influenti e che promuovono una deregolamentazione più spinta.

 

Qualcosa di analogo avvenne in Francia, col braccio destro di Emmanuel Macron, Alexis Kohler, tutt’oggi sotto inchiesta per aver celato la parentela con la signora Diamant, moglie di Aponte, mentre era ai vertici dell’agenzia transalpina che gestisce le partecipazioni statali, come quelle nei Chantiers de l’Atlantique, a lungo fornitore esclusivo delle navi da crociera di Msc, e nel board del porto di Le Havre, snodo centrale per i container dello stesso Aponte.

 

sophia loren gianluigi aponte

Né queste ombre né l’opacità societaria e finanziaria sono però mai bastate ad offuscare l’epopea capitalista di Aponte. Men che mai oggi che, a braccetto con la sinofobia trumpiana, l’impero s’appresta all’ultima conquista.

gianluigi aponte con i figli diego e alexia rafaela diamant gianluigi aponte msc