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Sara Bennewitz per “la Repubblica”
RECCHI ARANUD DE PUYFONTAINE CATTANEO
Affluenza fiume all’assemblea di Telecom Italia, che oltre al bilancio 2015 ha approvato il pacchetto di incentivi straordinari per l’ad Flavio Cattaneo e per la sua squadra di manager. Ieri era presente il 60,48% del capitale (compreso il 24,68% di Vivendi), di cui il 61,5% si è detto favorevole a riconoscere ai manager fino a 55 milioni di bonus straordinario per creare valore.
Non sono però mancate le critiche, sul fatto che non c’è un raccordo sui target annuali con quelli dell’intero periodo 2016-2019 (tanto più che mancano perfino gli obiettivi al 2019), o sul fatto che si incentivano i vertici a tagliare spese e debito – operazioni che di per sé faranno salire i margini – ma non a rilanciare i ricavi. Diversi soci hanno chiesto – senza avere risposta- a Cattaneo di seguire l’esempio dei suoi predecessori Franco Bernabè e Marco Patuano, che spontaneamente avevano devoluto parte dei loro bonus al fondo per i dipendenti in solidarietà.
francesco starace presenta il nuovo logo enel
Fatto sta che dopo ore di discussioni, senza contare Vivendi, un azionista su tre (l’11,9% del capitale tra cui fondi come Amber, Fidelity , Ontario Teachers, People Bank of China, Permian, Vanguard) ha votato a favore ai maxi bonus. «Telecom deve tornare a crescere a cominciare dal business domestico – ha detto Cattaneo – stiamo per lanciare per primi a Perugia, e subito dopo a Milano, il primo servizio a 1 giga (1.000 megabit). Abbiamo annunciato un piano di contenimento costi da 1,6 miliardi che non toglie un euro allo sviluppo».
Cattaneo si è detto fiducioso che il mol di Telecom tornerà a salire già dal secondo trimestre 2016, annunciando nuovi tagli in Brasile, dove conta di recuperare flessibilità senza pregiudicare gli investimenti. «In Brasile non vogliamo aumentare il nostro profilo di rischio, la nostra priorità è riequilibrare i fondamentali - ha detto Cattaneo – il primo passo è il rinnovamento del management, il piano di efficienze sarà presentato a breve, ma non taglieremo gli investimenti sulla qualità della rete, che in Brasile è ancor più indispensabile per la crescita dei ricavi».
Qualcuno ha poi criticato il ruolo del direttore finanziario Piergiorgio Peluso «che gestisce 1,2 miliardi di budget ed è indagato per Fonsai». E a chi invece chiedeva lumi sull’ingresso di Enel nella banda larga, anche grazie al futuro acquisto di Metroweb, il presidente Giuseppe Recchi ha risposto: «L’ingresso di imprese da altri settori nelle tlc è un fattore positivo nella misura in cui questi gestori di infrastrutture pubbliche fossero in grado di apportare sinergie utili allo sviluppo delle nuove reti ».
Tuttavia secondo Recchi «affinché la concorrenza possa portare i benefici auspicati, è indispensabile che i soggetti presenti sul mercato competano ad armi pari».
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