di maio castellucci

BENETTON AL CONTRATTACCO - AUTOSTRADE REPLICA AL ''FATTO'' E ALL'ARTICOLO SUL VIADOTTO ACQUALONGA, MENTRE SU ALITALIA CASTELLUCCI RIBADISCE DI ESSERE ''INTERESSATI ALLE SORTI DI ALITALIA, IN QUANTO CONTROLLIAMO L'HUB DI RIFERIMENTO DELLA COMPAGNIA (FIUMICINO) MA IN QUESTA FASE ABBIAMO TROPPI FRONTI APERTI''

Riceviamo e pubblichiamo da Autostrade per l'Italia:

 

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/dopo-strage-viadotto-acqualonga-provincia-avellino-dove-202659.htm

INCIDENTE VIADOTTO ACQUALONGA AVELLINO

 

 

Gentile Redazione di Dagospia, con riferimento all'articolo in oggetto desideriamo fornire alcune precisazioni, chiedendovi la cortesia di poterle pubblicare. In merito al pezzo de Il Fatto Quotidiano pubblicato, Autostrade per l’Italia precisa che le iniziative adottate relativamente alle barriere oggetto di sequestro lungo alcuni viadotti dell’A16 sono state finalizzate per migliorare la durabilità delle barriere stesse, a parità di prestazioni.

 

INCIDENTE VIADOTTO ACQUALONGA AVELLINO

Gli interventi sono stati realizzati nell’ambito delle proprie prerogative dalle strutture tecniche e dalle Direzioni di Tronco di ASPI, a seguito di uno studio commissionato a un pool di esperti. Tale configurazione ha superato i crash test, che hanno confermato il massimo standard di contenimento, ed è stata omologata ai sensi della normativa europea (con certificazione CE delle barriere).

 

INCIDENTE VIADOTTO ACQUALONGA AVELLINO

Peraltro la speciale malta cementizia utilizzata per i fissaggi è anch’essa certificata in base alle norme europee e garantisce un’efficacia analoga o superiore rispetto alla resina. Tra malta e resina non c’è differenza di costo e, rispetto all’intervento complessivo, il costo di questo tipo di materiali è assolutamente marginale. Pertanto ogni riferimento a una pericolosità delle barriere, così come alla volontà di Aspi di risparmiare sui materiali di manutenzione, è del tutto falsa e fuorviante. Autostrade per l’Italia ha già chiesto il riesame del provvedimento di sequestro.

Cordiali saluti,

Ufficio Stampa di Autostrade per l’Italia

 

 

 

DI MAIO AD ATLANTIA: NESSUN FAVORE SE ENTRATE IN ALITALIA

Nicola Lillo per “la Stampa

 

Il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio ribadisce che sul dossier Alitalia non ci sarà alcuno scambio con Atlantia. E aggiunge anzi che «questa è un' operazione di mercato: se riusciamo a chiuderla con Ferrovie, Delta Airlines, il Mef e un altro soggetto che non siano concessionari autostradali, bene, sono contento». Il vicepremier sa però che altre concrete opzioni - da qui al termine del 15 giugno - non ce ne sono. L' alternativa è la liquidazione e la svendita al gruppo Lufthansa, con annessi tagli ed esuberi.

 

castellucci

Di Maio, parlando ieri su Rai 3, dice di essere «assolutamente contrario al fatto che se Atlantia vuole entrare è per evitare che la commissione del Mit lavori alla revoca delle concessioni». Revoca peraltro complicata per il governo, dato che nel caso è previsto un indennizzo da 20 miliardi di euro. Intanto come conferma il ministro per ora non è arrivata nessuna manifestazione di interesse formale da parte di alcuna azienda. D' altronde, spiega una fonte, le lettere di intenti arrivano quando il quadro è chiaro sotto ogni profilo.

 

ALITALIA

L' amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci, parlando con La Stampa assicura che «la posizione di Atlantia non è cambiata in alcun modo rispetto a quella da me espressa in occasione dell' assemblea della società il 18 aprile scorso, e ribadita il 2 maggio. Siamo naturalmente interessati alle sorti di Alitalia, in quanto controlliamo la società che gestisce l' hub di riferimento della compagnia (Aeroporti di Roma, ndr), ma in questa fase abbiamo troppi fronti aperti per poter intervenire nella newco Alitalia», dice il manager assicurando che «non esiste alcun consulente della nostra società al lavoro sul tema».

 

Castellucci si riferisce nel dettaglio a tre fronti: la revoca delle concessioni, la revisione dei pedaggi e lo stop all' investimento da 5 miliardi sulla Gronda di Genova. Tutti punti che rendono complicata la partita.

Fonti al corrente del dossier spiegano che ciò che vorrebbe Atlantia è la normalizzazione dei rapporti col governo, dopo i duri attacchi che vanno avanti dallo scorso agosto, col crollo del ponte Morandi.

 

Per ora dunque la partita resta in alto mare, in attesa di qualche mossa da parte della politica. Allo stato attuale il consorzio è composto da Ferrovie dello Stato al 30%, il Tesoro al 15%, Deltra con un altro 15% e probabilmente il fondo Quattro R con il 10%. La parte restante potrebbe essere quella di Atlantia, sempre che i Cinque Stelle digeriscano questa opzione.

toninelli di maio aereo di stato

L' investimento sarebbe di circa 220-200 milioni.