1- BARROSO E VAN ROMPUY OGGI A WASHINGTON PER CHIUDERE LA GUERRA: L’EUROPA PRONTA A SVALUTARE L’EURO PER LA GIOIA, OLTRE L’AMERICA, DEI PAESI EMERGENTI COME CINA E BRASILE LE CUI RISERVE SONO STRACOLME DI DOLLARI DEPREZZATI DAL’EURO 2- BRITANNIA/2: IL GURU MCKINSEY ROGER ABRAVANEL DA IL VIA ALLE PRIVATIZZAZIONI DEGLI ULTIMI “GIOIELLI” ITALICI, A PARTIRE DA FINMECCANICA. POI TOCCHERÀ A ENI ED ENEL 3- DOPO LORENZA LEI, ABBANDONATA COME UN’ORFANELLA SUGLI SCALINI DI SAN PIETRO DOPO IL TRIONFO DI BAGNASCO SU BERTONE, A VIALE MAZZINI 14 ARRIVA IL COMMISSARIO? 4- LA FIAT? PASSERÀ! I 6 MILIONI BUTTATI SUL TAVOLO DA MARPIONNE SEMBRANO LA MANCIA CHE SI DÀ AI BECCHINI QUANDO SOTTERRANO LE SPERANZE DEL MEZZOGIORNO 5- ZAPATERO, PRIMA DI MOLLARE, È RIUSCITO A DIMOSTRARE DI ESSERE UN VERO SOCIALISTA: HA CONCESSO UN INDULTO AD PERSONAM AL BRACCIO DESTRO DI EMILIO BOTIN, IL FAMOSO BANCHIERE CHE GUIDA IL BANCO SANTANDER, MASSIMO POTERE DEL PAESE

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1 - BRITANNIA/2: IL GURU MCKINSEY ROGER ABRAVANEL DA IL VIA ALLE PRIVATIZZAZIONI DEGLI ULTIMI "GIOIELLI" ITALICI, A PARTIRE DA FINMECCANICA. POI TOCCHERÀ A ENI ED ENEL
Quando alla sera vanno a dormire personaggi come Corradino Passera, Enrico Cucchiani, Colao Meravigliao, Paoletto Scaroni e tanti altri ex-McKinsey, prima di spegnere la luce accarezzano il libro "Meritocrazia".

Per questi manager è un pigiama dell'intelligenza che li accompagna fin da quando si sono allontanati dal loro padre putativo, Roger Abravanel, l'uomo e maestro che per 35 anni ha guidato la società di consulenza McKinsey & Company, ed è l'autore del volume che per i banchieri e i capitani d'industria contiene le tavole della legge.

Oggi Abravanel, che è nato a Tripoli nel '46 e si è laureato in ingegneria chimica vincendo il premio di più giovane ingegnere d'Italia, è uscito dal grembo di McKinsey, e in tempi recenti si è dedicato a istruire la Gelmini, la vergine dei neutrini, per la riforma della scuola. Per tutti resta comunque un guru di riferimento e quando parla o scrive le sue parole pesano. Quelle di ieri ad esempio contenute in un ampio articolo del "Corriere della Sera" avranno sicuramente destato l'attenzione di Passera e di manager come Scaroni, Conti e Orsi perché Abravanel ha alzato senza infingimenti la bandiera delle privatizzazioni.

Lo spunto iniziale dell'articolo è la vicenda Finmeccanica, con i suoi risvolti tormentati, un Gruppo che secondo Abravanel si presta a uno "spezzatino" ideale per fare cassa. Agli occhi del padre di tutti i McKinsey le riserve su Finmeccanica non impediscono di affermare che lo stato italiano "non è in una situazione molto diversa da quella di una famiglia che deve svendere i propri gioielli per evitare il fallimento". E agli anti-privatizzatori per i quali lo stato non può rinunciare ai 2 miliardi di dividenti dell'Enel e dell'Eni, il buon Abravanel fa presente che con la privatizzazione si potrebbero raccattare almeno 30 miliardi.

La conclusione è perentoria: "il governo Monti acceleri le privatizzazioni delle aziende "ex-pubbliche" perché è più facile portare a casa quattrini da questa operazione piuttosto che dalla vendita del patrimonio immobiliare e delle caserme".

È inutile tirar fuori a questo punto la vecchia storia del '92 quando sul panfilo Britannia si aprì la stagione delle privatizzazioni portate avanti dal trio Draghi-Ciampi-Grilli. A quell'epoca sul panfilo della regina d'Inghilterra Abravanel, non c'era ma adesso sente che davanti a un governo di professori e di manager che tengono bene in vista le tavole dei valori e delle regole, si può accelerare lo smantellamento di un sistema che, almeno per quanto riguarda Finmeccanica, è fonte di corruzione.

Stupisce la semplicità con cui il 65enne ingegnere tripolino passi sopra con disinvoltura al significato dirompente che potrebbe avere lo sbaraccamento dei primi tre gruppi industriali italiani. Forse nel momento in cui il guru McKinsey ha alzato la bandiera delle privatizzazioni, ha saputo che tra un mese partirà da Bruxelles una lettera che costringerà l'Italia ad abbandonare le "golden share" con le quali fino ad oggi il Tesoro ha difeso la presenza dello Stato in settori strategici.

2 - LA FIAT? PASSERÀ! I 6 MILIONI BUTTATI SUL TAVOLO DA MARPIONNE SEMBRANO LA MANCIA CHE SI DÀ AI BECCHINI QUANDO SOTTERRANO LE SPERANZE DEL MEZZOGIORNO
Bisogna apprezzare la velocità e la discrezione con cui Sergio Marpionne e Corradino Passera hanno celebrato sabato scorso il funerale di Termini Imerese.

L'accordo raggiunto al ministero dello Sviluppo è arrivato dopo cinque ore di trattative con i sindacati e garantirà la mobilità incentivata per 640 lavoratori. Nessuno dei due personaggi ha voluto ostentare la palma della vittoria che arriva dopo tre anni di inutili trattative con l'inutile ex-ministro dell'Opus Dei, Paolo Romani, ed è toccato al calabrese Domenico Arcuri che siede sulla poltrona di Invitalia annunciare l'intesa.

Qualcuno ha insinuato che in tempi così rapidi si sia arrivati per una sorta di scambio di favori tra il neoministro dello Sviluppo e il manager dal pullover sgualcito, ma questa francamente è una tesi ridicola perché Marpionne ha buttato sul tavolo una manciata di peanuts, aumentando il sacrificio della Fiat di 6 milioni di euro, troppo poco per consentire qualsiasi tipo di baratto. È evidente che il figlio del carabiniere Concezio ha voluto schiaffeggiare il governo precedente scegliendo il momento giusto per chiudere definitivamente la partita dello stabilimento siciliano.

Alla Fiom non è rimasto altro che firmare poiché si è trovata con il culo per terra in un contesto straordinariamente drammatico. Adesso si aspetta la riunione di giovedì prossimo per stringere alle corde l'industriale molisano Di Risio che vuole utilizzare la fabbrica per produrre con la sua società Dr Motors e con robusti aiuti della Regione Sicilia alcuni modelli di citycar.

C'è chi come Tonino Di Pietro sostiene che Di Risio da cinque mesi non paga gli stipendi del piccolo stabilimento di Isernia, e ha dei dubbi sulle capacità di questo ex-corridore automobilistico a farsi carico della sorte dei 926 operai rimasti dopo l'accordo di sabato. Per altri invece l'appuntamento più importante è quello che vedrà Corradino Passera stringere ai fianchi Marpionne per realizzare il fantomatico progetto "Fabbrica Italia" lanciato a Torino nell'aprile 2010 come "il più straordinario piano industriale che il nostro Paese abbia mai avuto".

Finora di questo piano si è visto ben poco e i 6 milioni buttati sul tavolo da Marpionne sembrano la mancia che si dà ai becchini quando sotterrano le speranze del Mezzogiorno.

3 - MARETTA IN VENETO TRA GLI INDUSTRIALI CHE SENZA GRANDI SPERANZE SI SONO CANDIDATI A SOSTITUIRE LA MARCEGAGLIA IN CONFINDUSTRIA
C'è un po' di maretta in Veneto tra gli industriali che senza grandi speranze si sono candidati a sostituire la Marcegaglia in Confindustria.

Oggi a Venezia si tiene un convegno dal titolo quasi incomprensibile ("Il Nord-Est può stare all'opposizione") e al tavolo dei relatori si ritroveranno fianco a fianco Andrea Riello e Riccardo Illy, entrambi in corsa per viale dell'Astronomia.

La presenza di Illy sembra aver particolarmente agitato Riello che dal 2002 siede nel Direttivo di Confindustria nazionale e all'inizio di ottobre è stato designato con voto unanime a correre per la poltrona della Marcegaglia. In quell'occasione ha ricevuto anche la benedizione di Franchino Bernabè, ma il 49enne industriale non si fida dei consensi ricevuti e ricorda benissimo che cosa avvenne nel 2004 quando per la battaglia in Confindustria il trevigiano Nicola Tognana che stava correndo in lizza con Luchino di Montezemolo, fu letteralmente fottuto dalle trame di Massimo Calearo.

Per questa ragione Riello oggi salirà sul palco per il convegno moderato dal giornalista Dario Di Vico tenendo d'occhio l'avversario Illy e soprattutto allungando le orecchie sulle voci che danno il presidente di Confindustria Vicenza, Roberto Zuccato, in combutta con Alberto Bombassei, vicentino di nascita e candidato vero insieme a Squinzi per la successione alla Marcegaglia.

4- IL SOCIALISTA BANCARIO ZAPATERO
Il Cavaliere di Arcore ha molte ragioni per rosicare, l'ultima è la fotografia di Monti dal barbiere, un'immagine che lui mai ha potuto esibire a causa della capigliatura transformer.
C'è però un altro episodio che lo ha portato ieri a far risorgere dalle tombe i comunisti, ma non riguarda l'Italia dove gli antichi seguaci del PCI sono diventati i migliori frequentatori dei salotti bensì la Spagna governata fino a pochi giorni fa dal socialista Zapatero.

Il leader sconfitto clamorosamente alle elezioni è riuscito a fare sul filo di lana un'operazione che Berlusconi si sarebbe sognata. Con una mossa spregiudicata ha concesso un indulto ad personam al braccio destro di Emilio Botin, il famoso banchiere che guida il Banco Santander, la massima istituzione finanziaria del Paese.

L'indulto è stato concesso ad Alfredo Saenz, il 69enne che dal 2002 e con stipendi da favola intorno ai 10 milioni di euro, è amministratore delegato del Banco di Santander. Questo personaggio nel marzo scorso era stato condannato dalla Corte Suprema spagnola in ordine a una vicenda del '94 quando presiedeva Banesto, un istituto collegato del Gruppo Santander, e gli erano stati inflitti tre mesi di carcere e l'interdizione dalle sue funzioni. A far cadere la condanna è arrivato all'ultimo minuto il governo Zapatero che ha compiuto un atto realizzato in Spagna soltanto 17 anni prima.
A Madrid lo sconcerto è grande, ad Arcore ancora di più.

5 - DOPO LORENZA LEI, ABBANDONATA AL SUO DESTINO DOPO IL TRIONFO DI BAGNASCO SU BERTONE, A VIALE MAZZINI 14 ARRIVA IL COMMISSARIO?
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che su viale Mazzini si addensano nubi funeste. A preoccupare i consiglieri della Rai e il direttore generale Lorenza Lei (indebolita dal declino in Vaticano del suo sponsor Tarcisio Bertone) è il mistero sulle intenzioni del nuovo governo.

A primavera scade il consiglio di amministrazione e nessuno è in grado di prevedere se verrà replicato il modello dei tecnici-sottosegretari. Al di là di questo problema incombe sull'azienda il disastro del bilancio che si chiuderà con una perdita colossale. A questo punto sono in molti a scommettere che il top dell'azienda e i consiglieri di amministrazione dovranno lasciare spazio per l'arrivo di un Commissario".

6 - CHE LECCA LECCA CHE FA: RIOTTA!
Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che ieri sera durante il programma di Fabio Fazio milioni di italiani hanno avuto le lacrime agli occhi.
L'emozione è stata fortissima quando in studio è arrivato il giornalista Gianni Riotta che dopo aver ostentato la sua familiarità con l'amico "Mario" (Monti), ha indicato negli incontri di Cernobbio dello Studio Ambrosetti l'ombelico del potere mondiale. Ma lo shock è stato fortissimo quando Riotta parlando del suo ultimo romanzo ha dichiarato con voce commossa: "la povertà è terribile".

7 - BARROSO E VAN ROMPUY A WASHINGTON PER CHIUDERE LA GUERRA: PRONTI A SVALUTARE L'EURO
Avviso ai naviganti N.3: "Si avvisano i signori naviganti di stare oggi in campana e di seguire con la massima attenzione l'esito degli incontri in agenda a Washington tra il presidente della Commissione europea, Barroso, il presidente della Ue, Herman Van Rompuy e i vertici della politica americana.

L'incontro degli europei con Obama, Hillary Clinton e altri esponenti americani, sarà decisivo per capire che cosa vuole esattamente l'America dai paesi dell'Eurozona. In ballo c'è il destino dell'euro sul quale i due presidenti europei chiederanno agli americani se intendono continuare nel loro attacco puntando a una svalutazione della moneta dell'Eurozona. Al tavolo siederà come ospite invisibile ma determinante il dollaro, la moneta che ha sofferto negli ultimi anni per la rivalutazione dell'euro e di cui sono stracolme le riserve dei paesi emergenti come Cina e Brasile".

 

ROGER ABRAVANEL Corrado Passera MARIO DRAGHI CARLO AZEGLIO CIAMPI - copyright PizziSERGIO MARCHIONNE Fiat TERMINI IMERESEPAOLO ROMANI ANTONIO DI PIETROcortina andrea riello moglieill23 riccardo illybncitl42 alberto bombassei