BIG LUCIANO CONTRO ANDREA AGNELLI - “LE SCHEDE SIM ESTERE LE COMPRAVA LA JUVE” - OGGI AGNELLI SI PROCLAMA “ESTRANEO AI FATTI”, GODE DELLA MANCATA SANZIONE SULLA RESPONSABILITÀ OGGETTIVA DELLA JUVENTUS DECRETATA A NAPOLI E SCARICA MOGGI. SOSTIENE, CHE LUCIANONE AGISSE PER PROPRIO CONTO. SENZA AVVERTIRE NESSUNO…

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Malcom Pagani per "il Fatto Quotidiano"

I cassetti stanno per aprirsi. Quand'era in un illusorio limbo attendista, Luciano Moggi l'aveva adombrato: "Magari prima o poi renderò pubblico un dossier per dire come stavano davvero le cose". "Poi" è arrivato. Adesso che la musica è finita, gli amici di ieri fingono di non averlo mai conosciuto, la diaspora è completata e gli ex colleghi come Della Valle e Lotito, colpiti da Daspo, rischiano di dover rimanere a lungo lontani dagli stadi, vale ogni regola. Dopo la condanna in primo grado a quasi sei anni per associazione a delinquere, nulla davvero si può ancora perdere.

Così Moggi finisce per somigliare a Berlusconi: "sentenza già scritta" e nel crepuscolo, se attaccare per non morire è obbligatorio, squadernare pizzini e faldoni rappresenta un'opzione percorribile. Se la cattiva coscienza del sistema volta la schiena, Luciano, come in tempo di guerra, fucilerà. Non gli mancano munizioni e santabarbare, non gli fa difetto la cattiveria.

Negli ultimi due anni, dopo aver ridotto al silenzio per decenni arbitri, colleghi e pari grado, l'ex vicecapostazione di Civitavecchia aveva cambiato abito. Scrivendo di qualunque argomento su Libero, consultandosi (nonostante la squalifica) nelle antiche vesti di re del mercato (pranzi bolognesi con Menarini, sodali sparsi ovunque) o intervenendo in televisione come un informato passante da sera a mattina. Aspettava. Sognava: "Mi piacerebbe tornare".

Progettava. Non c'è più tempo. Caduto l'assioma secondo cui la frode, essendo collettiva, doveva necessariamente risolversi in indulgenza plenaria, anche Luciano muterà strategia. Nel mirino, oltre all'Inter, al nemico Baldini, a Galliani e a mezza serie A, c'è l'antico amore. La Juventus. La squadra che solo a gennaio di quest'anno sognava di riportarlo nei quadri dirigenziali. La società guidata da un Agnelli, Andrea, che aveva permesso a Moggi di insultare un suo tesserato, Bettega: "Lo vedo male, farà una brutta fine" senza muovere un dito.

Oggi Agnelli si proclama "estraneo ai fatti", gode della mancata sanzione sulla responsabilità oggettiva della Juventus decretata a Napoli e scarica Moggi. Sostiene, l'erede di una dinastia che con la Juve indirizzò i destini industriali di una nazione e di un'azienda chiave, che Moggi agisse per proprio conto. Senza avvertire nessuno. In attesa di leggere le motivazioni e osservando da vicino la condanna di Antonio Giraudo, può darsi che il calcolo sia errato e la fretta, cattiva consigliera.

La mancata responsabilità oggettiva della Juve, ad esempio, potrebbe dipendere esclusivamente dalle mansioni dell'ex sodale di Moggi (Giraudo aveva responsabilità maggiori di Luciano). Ipotesi. Il giovane Andrea (ancora soggiogato, per non dire altro, da Elkann) pretende chiarezza ma mentre dichiara e scioglie le antiche catene, ascolta (e ascolterà per un bel po') il sinistro riverbero di Moggi: "Strano, le schede svizzere le pagava la società".

Non è una novità. Moggi l'aveva già rivelato nelle dichiarazioni spontanee in procura. Ma nessun dirigente della Juve aveva raccolto la provocazione. Difficile lo facciano adesso perché Moggi è un appestato e l'oblio, la medicina più adatta a liberarsi dai debiti. È come nei matrimoni.

Quando salta il tappo, volano gli stracci. Finiscono in cantina i buoni propositi. Si azzerano i ricordi. E stupisce, perché anche grazie alla mancata abiura di Agnelli verso Moggi, la memoria dell'invincibile Juve della triade aveva rinsaldato l'orgoglio, compattato i tifosi e spinto il presidente stesso a irrompere sul proscenio del nuovo stadio straparlando di "29 scudetti" e chiedendo la restituzione dei due titoli sottratti dalla giustizia sportiva. Agnelli ha liquidato i fantasmi.

Moggi c'è rimasto male "In campo non andavo io ma la Juventus" e forse si vendicherà. Intanto le conseguenze del caso, non tarderanno a manifestarsi. I prossimi passi degli avvocati di Big Luciano sono chiari. In primo luogo, in vista dell'appello, tentare di spostare il procedimento a Roma per strapparlo all'odiata procura di Lepore che ieri, intanto, ha risposto duramente alle critiche dei moggiani.

La questione delle Sim svizzere (Moggi ne consegnò una all'ex arbitro Paparesta nella casa di Via Petrarca a Napoli, da qui la territorialità del procedimento) è parte del dibattito. I legali di Moggi sostengono che gli inquirenti si recarono oltre frontiera senza rogatoria. Se riusciranno a dimostrarlo, si aprirà un'altra fase. Gli ex sultani feriti possono far male. Zdenek Zeman sostiene che "Chi vince brinda e chi perde, spiega" Se ti chiami Luciano Moggi per illustrare la tua posizione, basta qualche mezza frase.

L'alba del giorno dopo rivela le reali intenzioni. Nel calcio l'ermeneutica è un dettaglio. Fino a ieri abbiamo visto i trailer. Ora sta per iniziare il film. È vietato ai minori, sarebbe piaciuto a Martin Scorsese e promette di durare a lungo.

 

AGNELLI - MOGGI Andrea Agnelli foto gmt Moggi Moggi e GiraudoANDREA AGNELLI E JOHN ELKANNZeman