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Carlotta Scozzari per Dagospia
Il listino milanese chiude con segno negativo l'ultima seduta di Borsa della settimana: l'indice Ftse Mib termina in flessione dello 0,41% a 19.021,48 punti, restando così al di sopra della barriera critica collocata a 19mila punti. "à stata una seduta caratterizzata da volumi sottili - commenta Vincenzo Longo, market strategist di Ig Italia - causa l'avvio della stagione degli acquisti negli Stati Uniti, con il Black Friday", il venerdì che dà il via allo shopping natalizio ed è spesso caratterizzato da offerte e sconti.
"Molti operatori - aggiunge Longo - in Usa sono rimasti lontani dai propri desk approfittando del ponte festivo e questo in qualche modo ha pesato sulle contrattazioni anche in Europa. Il dato più importante di seduta - aggiunge l'esperto di Ig Italia - è stato il tasso di inflazione dell'Eurozona, risultato poco sopra le attese.
à troppo presto per dire che con queste figure la Bce non agirà con misure non convenzionali. In una seduta così povera di spunti, gli operatori sembrano attendere gli importanti dati macro in arrivo dagli Usa la prossima settimana, che saranno determinanti per l'avvio del tapering a dicembre", ossia per lo stop all'immissione di liquidità sul mercato operata dalla banca centrale statunitense.
All'interno del Ftse Mib scattano le prese di profitto sui titoli bancari dopo le performance positive degli ultimi giorni. Così, il Banco Popolare arretra dell'1,06%, la Popolare dell'Emilia Romagna del 2,09%, Mediobanca dell'1,49% e Unicredit dell'1,48 per cento. Controcorrente il Monte dei Paschi, che ha guadagnato l'1,52% all'indomani dei dettagli del piano industriale e nel giorno in cui l'istituto senese guidato da Fabrizio Viola ha annunciato un'intesa con Bassilichi e Accenture per la gestione dell'attività relativa ai servizi ausiliari, contabili e amministrativi.
Soprattutto, però, oggi all'interno del listino principale è balzata Telecom Italia (+4,51%), mentre secondo l'agenzia Reuters il socio al 5% Marco Fossati avrebbe poche chance di azzerare l'attuale consiglio di amministrazione della società , che avrebbe il sostegno di gran parte dei fondi esteri azionisti.
In rialzo anche Atlantia (+0,86%) e Gemina (+0,78%) alla vigilia dell'operatività della fusione (che partirà il primo dicembre). Debole, invece, la società controllata dalla famiglia Berlusconi, Mediaset (-1,06%), che ha scontato tra le altre cose la bocciatura degli analisti di Exane Bnp Paribas ad "underperform" ("farà meno bene del mercato") da "neutral" ("neutrale").
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