DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Francesco Bisozzi per “il Messaggero”
Prezzi del carburante in orbita e fari puntati sulle accise. In Italia, dove quasi il 90 per cento delle merci viaggia su strada, il rally del petrolio, con verde e diesel ormai sopra i due euro al litro sulle strade tricolori, rischia di causare un blocco generalizzato delle attività produttive.
Anche Confindustria chiede di premere l'acceleratore sulla defiscalizzazione per riportare quanto prima i prezzi alla pompa di benzina a livelli tollerabili. Altrimenti, calcola viale dell'Astronomia,complice il caro energia e la carenza di materie prime, il sistema industriale potrebbe ritrovarsi costretto a chiedere 400 milioni di ore di cassa integrazione.
Lo sguardo ora è rivolto alla legge di conversione del decreto bollette. Su un punto quasi tutti i partiti convengono: «Sono necessarie risorse aggiuntive». D'accordo Palazzo Chigi.
Gli interventi sui costi dell'energia, ha detto il premier Mario Draghi, non sono sufficienti. E ieri in serata l'Eni ha annunciato lo stop all'acquisto di petrolio dalla Russia. «Abbiamo sospeso - dice una nota della società - la stipula di nuovi contratti relativi all'approvvigionamento di greggio. Eni opererà nel pieno rispetto di quanto stabilito dalle istituzioni europee e nazionali».
LE RILEVAZIONI
Per quanto riguarda la benzina, la strada più facile da imboccare resta quella di una sterilizzazione dell'Iva, ma a fronte dell'acuirsi delle tensioni internazionali non è escluso che vengano adottate misure più incisive.
I prezzi: la media del diesel servito viaggia verso i 2,1 euro al litro, e si avvicina ai 2 euro nella modalità self, mentre la verde continua a salire ed è ormai stabile sopra i 2,1 euro nel rifornimento con servizio. Le accise, ricorda Assoutenti, pesano per il 55% su ogni litro di benzina venduto in Italia e per il 52% sul gasolio.
Contro gli aumenti record dei prezzi di benzina e diesel, FdI, Forza Italia e Lega chiedono di sfoltire le accise. I gestori di Faib Confesercenti, Fegica Cisl, Figisc e Anisa Confcommercio propongono il ritorno della cosiddetta accisa mobile, che consente da una parte di sterilizzare gli aumenti dell'Iva (oggi maggiori di 7 centesimi al litro rispetto solo a due mesi fa) e dall'altra di creare un minimo di stabilità per famiglie e operatori economici.
Ieri l'Irlanda ha annunciato un taglio temporaneo delle accise applicate su benzina e diesel, con una riduzione di 20 centesimi per litro di benzina e di 15 centesimi per il diesel. In Italia si contano 19 accise sui carburanti.
Che, tra le altre cose, sono servite a finanziare la guerra in Etiopia, la crisi di Suez, la ricostruzione del dopo Vajont, il Salva Italia del 2011 e il decreto Fare del 2014. In pratica, queste fonti di gettito riempiono vecchi salvadanai impolverati, come quello per la missione Onu in Bosnia o quello per il rinnovo del contratto per gli autoferrotranvieri del 2004.
Scardinare questo sistema non è però così semplice ed è per questo che il governo starebbe ragionando su una sterilizzazione almeno parziale dell'Iva sui carburanti, ossia a valere sull'Iva aggiunta rispetto agli aumenti.
IL MECCANISMO
Dall'inizio dell'anno, in poco più due mesi, un litro di benzina è rincarato di oltre 23 cent, +13,6%, pari a 11 euro e 68 cent per un pieno di 50 litri, 280 euro su base annua. Un litro di gasolio è aumentato di oltre 24 cent, +15,4%, 12 euro e 20 cent a rifornimento, equivalenti a 293 euro annui. In pressing sul governo anche le associazioni dei consumatori. «Chiediamo una riduzione di 30 cent delle accise e non complicati meccanismi di sterilizzazione dell'Iva», propone il presidente dell'Unione nazionale dei consumatori Massimiliano Dona.
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