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“DRAGHI? UN MASCALZONE IN CRAVATTA, PEGGIO DI UN MAFIOSO. BONACCINI? UN DELINQUENTE” – A INONDARE LE CASELLE MAIL DEL PREMIER E DEL GOVERNATORE DI INSULTI E MINACCE UNA HATER INSOSPETTABILE: UNA MAMMA, DI 40 ANNI, INCENSURATA. LA DONNA, BOLOGNESE, È STATA DENUNCIATA DALLA POLIZIA POSTALE. NEL MIRINO ANCHE IL PAPA E I VIROLOGI...
Luca Muleo per corriere.it
Una hater insospettabile, come tanti che in questi ultimi tempi sono stati scoperti e denunciati dalla polizia Postale. Una quarantenne bolognese incensurata che si augurava la morte dei famigliari del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, o dava del mafioso al premier Mario Draghi. Inondando le loro caselle e-mail di insulti, offese e minacce. Gli agenti l’hanno scoperta grazie a complesse indagini informatiche e denunciata per diffamazione aggravata e minacce.
Draghi e Bonaccini erano le sue vittime preferite, ma non disdegnava di attaccare altre personalità politiche sia pure più distanti da posizioni rigoriste sul Covid, come sono stati Matteo Salvini e Giorgia Meloni. In realtà non risparmiava nemmeno Papa Francesco. Servendosi delle mail istituzionali, dava del «mascalzone in cravatta peggio di un mafioso» a Draghi, e gli augurava di «bruciare all’inferno». A Bonaccini si riferiva apostrofandolo con «delinquente» ed esprimendo il desiderio di «vederti in galera». Poi se la prendeva anche con i familiari.
Nel mirino anche i virologi
Arrivati a lei attraverso le indagini informatiche, la Postale assieme alla Digos ha perquisito il telefono della donna, trovando altre mail dello stesso tenore contro i due e contro i leader di Fratelli d’Italia e Lega, ma pure nei confronti dei virologi più esposti mediaticamente nel periodo più intenso dell’emergenza covid come Matteo Bassetti e Umberto Gnudi e fino ad arrivare al Pontefice.
Il profilo degli insospettabili haters
Per la polizia la pandemia è stata «solo l’ennesima occasione per dare voce ai cosiddetti haters, gli odiatori della rete; paure, ansie, distanziamento, hanno fatto sì che i social media diventassero un veicolo di incitazione alla violenza». E proprio come in questo caso gli odiatori «sono spesso nascosti tra persone comuni ed insospettabili, vivono la quotidianità della vita reale: sono il vicino di casa, la mamma che porta i bambini al parco, l’uomo in giacca e cravatta.
Persone non classificabili in un target di riferimento: l’odio sembra poter colpire chiunque. Gli haters proliferano nei social, soprattutto nelle piattaforme più anonime e attraverso l’uso di connessioni criptate». Senza però sfuggire alla legge. «La rete è diventata la proiezione della vita reale, così come nel quotidiano, anche nel web gli autori di comportamenti illeciti rispondono sempre delle proprie azioni».
dario nardella stefano bonaccini
MARIO DRAGHI
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