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1. BORSA: LA COLOMBA FED PREOCCUPA I LISTINI, MILANO CHIUDE A -2,6%
Radiocor - Il messaggio della Federal Reserve, disponibile a un atteggiamento accomodante ancora per qualche mese, preoccupa i listini europei nel timore che le turbolenze dei mercati finanziari e il rallentamento asiatico abbiano effetti superiori alle previsioni. La reazione, unita alle prese di beneficio dopo due sedute vivaci in attesa del responso della banca centrale Usa, ha portato a una chiusura in forte perdita per gli indici europei: Francoforte e' stata la peggiore (-3,2%), Milano ha ceduto il 2,65% nel Ftse Mib.
Il paniere delle blue chip e' stato quasi completamente in rosso. In controtendenza Telecom (+0,45%), con gli operatori sempre all'erta sulle mosse di Vivendi, e Pirelli (+0,3%). Male Prysmian (-5,1%) colpita anche dal downgrade di Goldman Sachs. Euro/dollaro tornato sotto 1,14 a 1,1346 (1,1306 ieri sera) dopo escursioni fino a 1,1460. Petrolio in calo del 3% a New York a 45,53 dollari al barile.
2. WALL STREET: APRE IN ROSSO (DJ -1,15%, NASDAQ -1,1%) SU FED E TIMORI ECONOMIA GLOBALE
Radiocor - All'inizio dell'ultima seduta di contrattazioni della settimana a Wall Street, i listini si attestano in forte ribasso, con il Dow Jones in calo di quasi 200 punti, come del resto era stato anticipato dall'andamento dei future nel premercato. A scatenare le vendite non sono tanto le decisioni della Federal Reserve sui tassi di interesse, lasciati fermi ai minimi storici, quanto le preoccupazioni espresse dalla Banca centrale americana sull'andamento dell'economia globale e, in particolare, sulla crescita cinese.
La Borsa americana va dunque verso una giornata caratterizzata da fortissima volatilita', che sara' alimentata anche da una serie di contratti future e opzioni che arrivano a scadenza. Dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones cede 191,41 punti, l'1,15%, a quota 16.483,33. L'S&P 500 arretra di 18,31 punti, lo 0,92%, a quota 1.971,89. Il Nasdaq arretra di 56,33 punti, l'1, 15%, a quota 4.837,62. I future del petrolio a ottobre accelerano i ribassi e perdono il 2,86% a 45,56 dollari al barile.
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