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Andrea Montanari per âMf'
La famiglia Marchi vuole stringere i tempi per definire il nuovo piano per la messa in sicurezza finanziaria e la ristrutturazione di Burgo Group. L'imperativo è accelerare e definire il tutto nell'arco di pochi mesi. Un primo aggiornamento sul progetto ci sarà nel cda di fine mese (probabilmente venerdì 28 marzo) dell'azienda che con 2,6 miliardi di giro d'affari consolidato è uno dei principali produttori europei di carte patinate.
Nell'occasione diventerà ufficiale l'incarico che la società , indebitata per oltre 1 miliardo con Mediobanca (azionista al 22% oltre a essere esposta per oltre mezzo miliardo), Unicredit e Intesa Sanpaolo, avrebbe assegnato a un advisor del Nord Europa, una società di consulenza finlandese, tra le più quotate del settore.
L'intenzione del socio di riferimento, la famiglia Marchi, e del management, a partire dal presidente Girolamo Marchi e l'ad Paolo Mattei, è rivedere il business e trovare nuove frontiere di sviluppo. Perciò, dopo le chiusure degli stabilimenti di L'Aquila e Mantova, potrebbero cessare le attività di altri impianti in Italia. Una minaccia per gli oltre 4 mila dipendenti del gruppo che ha ramificazioni in Francia, Germania, Polonia e Nordamerica.
Ma la volontà di accelerare sul nuovo business plan è anche legata al fatto che buona parte dell'esposizione con il sistema bancario scade nel 2015. Quindi tocca correre ai ripari chiedendo uno stand still almeno fino a fine anno, anche perché se da un lato Burgo Group ha ricavi rilevanti e produce margini (nel 2012 il mol era di 20,9 milioni), a livello di risultato netto (-40.27 milioni) sconta gli ingenti oneri finanziari (59 milioni) legati all'enorme debito (1,11 miliardi) che nel caso non si trovasse una soluzione rapida potrebbe essere convertito in equity portando gli istituti, Mediobanca in primis, al comando.
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