vincent bollore

COME PRENDERSI IL CAPITALISMO ITALIANO SENZA SGANCIARE UN EURO - BOLLORÉ SI È PAPPATO TELECOM CON I SOLDI DI VIVENDI, HA MESSO LE MANI SULLE GENERALI CON L'8% DI MEDIOBANCA, CHE A SUA VOLTA HA SOLO IL 13% DELLE ASSICURAZIONI. E COSÌ VIA IN UNA GIRANDOLA DI SCATOLE CINESI

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Alberto Statera per ''Affari & Finanza - la Repubblica''

VINCENT BOLLORE VINCENT BOLLORE

 

Il più influente finanziere-imprenditore italiano è francese. Non è un paradosso, perché con la scalata a Telecom Italia, Vincent Bollorè, nato nel 1952 a Boulogne-Billancourt, che già aveva un ruolo di primo piano negli snodi cruciali del capitalismo italiano, cumula nelle sue mani la gestione delle grandi partite finanziarie del nostro paese.

 

VINCENT BOLLORE TARAK BEN AMMARVINCENT BOLLORE TARAK BEN AMMAR

È il primo socio privato di Mediobanca con l’8 per cento, dove coltiva un rapporto privilegiato con l’amministratore delegato Alberto Nagel, è assai potente in Generali, dove ha appena collocato come ceo al posto di Mario Greco il francese Philippe Donnet, interrompendo la tradizione degli amministratori italiani a Trieste, è iperattivo in Unicredit. Adesso controlla Telecom Italia, costata 3 miliardi usciti da Vivendi e non dalle sue cospicue fortune personali.

 

vincent bollore dal financial timesvincent bollore dal financial times

Il raider francese vuole rivoltarla, cominciando da una riduzione dei costi di almeno un miliardo e dell’indebitamento (27 miliardi) di un’impresa da tempo priva di slancio. “Un business model da reinventare”, ha detto esplicitamente Arnaud de Puyfontaine, amministratore delegato di Vivendi, consigliere di Telecom e uomo di fiducia di Bollorè.

 

Ma come? In quale direzione andrà la Campagna d’Italia, che è lecito presumere abbia in qualche modo l’avallo del governo Renzi? In America i player delle telecomunicazioni sono quattro o cinque, mentre in Europa sono un centinaio e Telecom non si colloca tra i migliori.

 

Che Bollorè abbia pazientemente scalato Telecom Italia per farne una media compagnia di telecomunicazioni, visto il profilo del personaggio sembra altamente improbabile. Rimangono due ipotesi: un grande polo europeo delle comunicazioni, nella direzione indicata da Francois Hollande a favore dei campioni continentali, da aggregare ad Orange (l’ex Telecom France); o un polo delle pay-Tv europee, attraverso Premium e verso il matrimonio con Mediaset eternamente evocato e che molti vogliono come uno dei codicilli del patto del Nazareno.

vincent bollore vivendivincent bollore vivendi

 

Berlusconi è in ansia per il destino del suo gruppo, Bollorè soffre la situazione di Canal +, che perde abbonati e soldi e ha bisogno di realizzare sinergie su mercati più redditizi. Il francese alla Campagna d’Italia - bisogna dirlo è tutt’altro che un cavaliere senza macchia. E’ un maestro riconosciuto di ciò che per decenni ha afflitto il capitalismo italiano: le scatole cinesi.

 

alberto nagel bollorealberto nagel bollore

La Bolloré, società fondata nel 1822 come produttrice di carta e poi diversificata con piantagioni di cocco in Africa, plastica, energia, logistica, media,pubblicità e altro, è controllata al 63 per cento dalla Financiere de Odet, che è a sua volta controllata con il 55 per cento dal veicolo di famiglia, la piccola Sofibol.

 

BOLLORE HAVASBOLLORE HAVAS

Scatola per scatola si arriva a Vivendi, Mediobanca e Telecom Italia. Così, con pochi soldi usciti dalle sue tasche, ma ad esempio dalla generosa politica di dividendi di Vivendi, il francese dalla sua Villa Motmorency nel sedicesimo arrondissement si pone al vertice del Gotha della finanza italiana. Fastidi italiani finora non ne ha avuti soverchi, se non una multa di 3 milioni della Consob nel 2014 per aver manipolato i corsi di borsa della Premafin di Salvatore Ligresti. Ma se Renzi, come sembra, vuol rifare la merchant bank di palazzo Chigi, bisogna proprio che stia in campana.

SARKOZY E BOLLORE SARKOZY E BOLLORE