CHI ASSICURA LE ASSICURAZIONI DAL CRAC GRECO? - I SEI MAGGIORI GRUPPI ASSICURATIVI EUROPEI SONO ESPOSTI VERSO I PIIGS PER 165 MLD € - TRA QUESTI, ANCHE GENERALI, CHE HA BOND GRECI PER 400 MLN €, OLTRE A UNA MONTAGNA DI TITOLI ITALIANI - LE ASSICURAZIONI SONO SICURAMENTE MESSE MEGLIO DELLE BANCHE, E TANTO CI PENSANO GLI SVIZZERI: COMPAGNIE COME SWISS RE, CHE GARANTISCE I LORO CONTI, HANNO ZERO TITOLI ELLENICI IN PORTAFOGLIO (PERCHÉ A ZURIGO DI SOLDI NE CAPISCONO)…

Luca Fornovo per "la Stampa"

La «tragedia greca» comincia a fare paura non solo alle banche ma anche alle assicurazioni europee. Un'importante banca d'affari internazionale ha fatto i conti con l'esposizione lorda (capitali direttamente investiti più la partecipazione ai fondi) e quella netta dei principali colossi assicurativi verso il debito della Grecia e degli altri Paesi europei in difficoltà, cioè Portogallo, Irlanda, Italia e Spagna (i cosiddetti Piigs).

Passate al setaccio le principali 15 compagnie del Vecchio Continente, quel che può preoccupare gli operatori di Borsa è che i titoli di Stato dei Piigs, i maialini d'Europa, sono concentrati nelle mani e nel portafoglio, soprattutto, di sei big delle polizze. Secondo i dati raccolti dal broker internazionale nel primi sei mesi del 2011, che La Stampa ha avuto modo di visionare, le tedesche Allianz e Munich Re, la britannica Aviva, la francese Axa, l'italiana Generali e la svizzera Zurich Financial avevano nel complesso un'esposizione lorda verso i Piigs per circa 165 miliardi di euro, che al netto, cioè escluse partecipazioni ai fondi, ma solo con capitali diretti scende a 55 miliardi di euro.

Cifre che fanno venire i capelli bianchi, anche se con ogni probabilità negli ultimi mesi i colossi delle polizze avranno cercato di alleggerire le loro posizioni sui debiti sovrani europei, per ridurre il i rischi finanziari. Comunque va detto che la situazione delle assicurazioni è senz'altro molto meno drammatica di quella delle banche, che invece avrebbero, secondo alcune stime delle banche d'affari, un'esposizione ai titoli di Stato dei Piigs per 750 miliardi di euro. Rispetto ai giganti europei del credito, le assicurazioni hanno anche il vantaggio di avere in media una maggiore solidità patrimoniale: tuttii sei big hanno un margine di solvibilità superiore al 160%, con l'eccezione di Munich Re (136%), un po' più in difficoltà.

Sulla Grecia l'esposizione lorda dei sei colossi è di 4,7 miliardi di euro, quella netta scende a 1,4 miliardi. Più in dettaglio, come esposizione netta ad avere in portafoglio una maggiore quantità di bond di Atene sono Allianz (521 milioni), seguita da Axa (409 milioni) e da Generali (400 milioni).

Chi invece ha evitato di prendersi rischi su Atene e quindi non ha alcun titolo greco in portafoglio, sono le compagnie di riassicurazione Munich Re e Swiss Re, che peraltro hanno il compito di assicurare, a loro volta, le altre compagnie in caso di eventi particolarmente gravi come per esempio il default della Grecia. Sempre in termini di esposizione netta, guardando ai dati elaborati dalla banca d'affari nei primi sei mesi dell'anno, risulta che Generali avrebbe obbligazioni dei Piigs per 16,9 miliardi, di cui però la maggior parte (13,7 miliardi) sono titoli di Stato italiani.

La francese Axa avrebbe invece un'esposizione leggermente inferiore: 14 miliardi, seguita dalla svizzera Zurich Financial (8,5 miliardi) e dalla tedesca Munich Re (6,1 miliardi). Molto esposti sul nostro Paese sono anche i francesi di Axa (7,2 miliardi) e i tedeschi di Allianz (4,4 miliardi). Mentre il maggior peso sul debito della Spagna, che l'altroieri è stata declassata di due gradini dall'agenzia di rating Moody's, è concentrato ancora su Axa (5,5 miliardi), seguita da Generali (1,9 miliardi) e dalla tedesca Allianz (1,3 miliardi). Guardando invece il margine di solvibilità, un indice di solidità patrimoniale che in un certo senso rappresenta quello che per le banche è il parametro del Core Tier 1, le più solide sono Allianz e Axa, entrambe al 184 per cento, seguite dalle assicurazioni Generali (166%) e dal gruppo britannico Aviva (161%).

 

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