DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
1.CORTE CONTI CONDANNA SINISCALCO “L’EX MINISTRO RESTITUISCA 10 MILIONI”
Lorenzo D’Albergo per “la Repubblica”
Maxi-condanna da 10 milioni di euro per Domenico Siniscalco. Come deciso dalla Corte dei conti del Lazio, l’ex ministro del Tesoro dovrà restituire la somma all’Istituto per il Credito sportivo. Nel mirino della procura contabile era finita la modifica allo statuto della banca pubblica firmata proprio da Siniscalco nell’agosto del 2005. Una volta ridefinito il sistema di riparto degli utili dell’Ics, fino al 2010 le banche private (Bnl, Mps, Unicredit, Intesa, Banco di Sardegna, Dexia Crediop e Assicurazioni Generali) hanno potuto aggredire la quota dello Stato, facendo perdere decine di milioni all’erario.
I legali dell’ex ministro preferiscono non entrare nel merito: «Abbiamo ricevuto da poche ore il testo, decideremo il da farsi». Dall’entourage di Siniscalco trapela la convinzione che nei gradi successivi di giudizio l’ex ministro verrà riconosciuto non colpevole e si sottolinea che l’ammenda è scesa a 10 milioni dai 71 chiesti dall’accusa.
2.FIAT-CHRYSLER, CALANO MARGINI TRIMESTRE, DELUDE AREA NAFTA
(Reuters) - Fiat-Chrysler chiude il trimestre con utile operativo più debole delle attese, penalizzato dall'America Latina, ma anche da un'inattesa contrazione nell'area Nafta.
"Ci si aspettava qualcosa di più a livello di margini", dice un analista, "in particolare Chrysler ha migliorato volumi e price mix, ma il suo Ebit si riduce".
Secondo una nota di International Strategy & Investment, delude la performance nell'area Nafta e dei marchi di lusso.
I ricavi di gruppo del secondo trimestre sono pari a 23,3 miliardi, in rialzo del 5% in termini nominali e del 10% a parità di cambio, Ebit a 961 milioni in calo del 10% in termini nominali e del 5% a parità di cambio. L'utile netto cala a 197 da 435 milioni.
L'Ebit nel periodo ha segnato un calo a 598 da 733 milioni nell'area Nafta, un calo a 62 da 224 milioni in America Latina, un aumento a 106 da 88 in Asia e Pacifico, mentre la perdita dell'area Emea cala a 6 da 69 milioni.
I marchi di lusso hanno registrato un aumento dell'Ebit a 166 da 105 milioni.
Il debito industriale netto di gruppo a giugno 2014 cala di 0,3 miliardi a 9,7 miliardi rispetto a fine marzo 2014; la liquidità disponibile è pari a 21,771 miliardi.
Il titolo in borsa risale dai minimi dopo un ribasso di circa il 2% e, alle 12, perde l'1%, con scambi in linea al periodo.
3.UNICREDIT TONICA A PIAZZA AFFARI, SI SCALDA IL DOSSIER PIONEER IN VISTA DEL CDA DEL 5 AGOSTO
Finanza.com – Entra nel vivo il dossier Pioneer Investments, la società di asset management del gruppo Unicredit. Dopo le voci dello scorso mese circa l'interesse verso Pioneer di alcuni grandi fondi di private equity statunitensi, le ultime indiscrezioni odierne vedono almeno tre pretendenti pronti a presentare offerte vincolanti per rilevare il controllo del 50% del capitale.
Oggi Il Messaggero fa tre nomi di potenziali acquirenti della metà del capitale di Pioneer: la spagnola Banco Santander e i fondi americani Cvc Credit partner e Advent Capital management. Il prossimo 5 agosto è in programma il cda di Unicredit per l'approvazione dei conti trimestrali e il dossier Pioneer potrebbe essere oggetto di discussione. Secondo il quotidiano romano una volta avviata la trattativa in esclusiva con uno dei pretendenti l'operazione potrebbe essere finalizzata già dopo l'estate. A Piazza Affari il titolo Unicredit si muove bene con un progresso dello 0,49% a 6,095 euro.
4.SVOLTA A BANCA MARCHE, ARRIVA LA PRIMA «BAD BANK»
(f.ch. ) La crisi di Banca Marche sta per avere un punto di svolta e la svolta si chiama bad bank, la prima in Italia. E’ questa la soluzione trovata per l’istituto commissariato un anno fa, dopo che è sfumata l’ipotesi del salvataggio da parte di una cordata di imprenditori locali e non è apparso alcun cavaliere bianco. Si sono tirati indietro diversi soggetti, tra cui Intesa Sanpaolo e Popolare Vicenza.
Sia nella «bad bank» sia nella «good bank» dovrebbero intervenire il Fondo Interbancario di tutela dei depositi, che potrebbe prendere una decisione già domani, e Credito Fondiario-Fonspa Bank, specializzato nella gestione di crediti deteriorati e illiquidi. Inoltre, dovrebbero partecipare anche altri soggetti di mercato. La banca, che deve affrontare un aumento di capitale di circa 600 milioni di euro, è controllata dalle Fondazioni Cassa di risparmio di Pesaro e di Macerata (22,51% ciascuna), dalla Fondazione Cassa di risparmio di Jesi (10,78%), da Intesa Sanpaolo (5,84%), dalla Fondazione Cassa di risparmio di Fano (3,35%) e da altri azionisti (32,12%). Advisor per la ricapitalizzazione sono Unicredit e Banca Imi.
5.L’HIGH FREQUENCY TRADING PORTA NUOVI GUAI A DEUTSCHE BANK E UBS NEGLI USA
(g.str. ) Istituti europei di nuovo sotto la lente delle autorità statunitensi. Le banche d’investimento di Deutsche Bank e Ubs, che hanno spiegato di voler collaborare con gli inquirenti, sono accusate in una «class action» di aver violato le leggi di sicurezza Usa: avrebbero permesso agli «high-speed trader» di fare profitti a spese di investitori istituzionali come i fondi pensione e le assicurazioni. Sono nel mirino delle autorità anche le «dark pool» di Barclays e Credit Suisse.
Le «dark pool» sono piattaforme di trading gestite da broker che permettono agli investitori di scambiare titoli in modo anonimo; i dati delle transazioni vengono resi disponibili solo dopo che sono state effettuate. Ieri, poi, sia Deutsche Bank sia Ubs hanno pubblicato i conti del secondo trimestre.
quartier generale di Deutsche Bank a Francoforte
La banca tedesca (+0,13% in Borsa) ha registrato un utile netto in calo del 29% a 238 milioni di euro e un margine di intermediazione in discesa del 4% a 7,86 miliardi. In giornata l’agenzia Moody’s ha tagliato il rating a lungo termine della banca da A2 ad A3. Passando all’istituto svizzero, Ubs (-1,81% in Borsa) ha accantonato un onere da 254 milioni di franchi principalmente per chiudere un’inchiesta in cui si ipotizza che la banca abbia aiutato alcuni facoltosi tedeschi ad eludere le tasse. Quanto ai conti, Ubs ha registrato un utile netto di 792 milioni di franchi svizzeri dai 690 milioni dello scorso anno.
6.CEMENTIR, CON EGITTO E TURCHIA PROFITTI TRIPLICATI
Premio Guido Carli Francesco Gaetano Caltagirone con la fidanzata Malvina
(f.ch. ) L’impatto negativo dei cambi non deprime i conti di Cementir, che ha chiuso il primo semestre con un utile netto in crescita a 20,5 milioni dai 7,4 milioni dello stesso periodo del 2013. L’ottimo andamento della attività in Turchia e nei Paesi Scandinavi, abbinato al costante contributo dell’Estremo Oriente, ha permesso di compensare le difficoltà del mercato italiano e le incertezze dell’Egitto. Quanto all’intero esercizio, la società del gruppo Caltagirone nella seconda parte dell’anno si attende la prosecuzione del positivo andamento delle attività all’estero. In Italia nel secondo semestre del 2014 non sono attesi segnali di ripresa.
7.SAIPEM TORNA IN UTILE, INCOGNITA ENI SUL DEBITO
(fr.bas.) È tornata in utile Saipem, che ha chiuso i primi sei mesi dell’anno con un utile di 136 milioni (330 milioni la perdita 2013), ricavi per 5.966 milioni di euro, in crescita del 13,7% sullo stesso periodo del 2013, e un risultato operativo tornato positivo per 293 milioni (contro un rosso di 225 milioni).
Il gruppo controllato dall’Eni si è aggiudicato nuovi contratti di perforazione in Indonesia, Africa Occidentale, Golfo Arabo e America Latina per un valore di circa 850 milioni di dollari, dei quali 540 relativi ad attività offshore e all’utilizzo di quattro diversi mezzi della flotta Saipem. Quanto al futuro, il cfo Alberto Chiarini ha spiegato che terranno conto «di quello che dice Eni, ovvero di puntare a essere sempre di più sul settore esplorazione e produzione. Siamo ancora sostenuti da Eni sul debito».
8.PARTERRE
Da “Il Sole 24 Ore”
IL TASSELLO DEL GAS ENI NEL RIASSETTO SORGENIA
RODOLFO DE BENEDETTI ALLA PRESENTAZIONE DEL MESSAGGERO FOTO OLYCOM
Si incastra uno degli ultimi tasselli legati alla ristrutturazione del debito di Sorgenia e al contestuale passaggio del controllo del gruppo energetico alle banche creditrici. Ieri, come anticipato da Radiocor, Sorgenia ed Eni hanno firmato un nuovo accordo di fornitura gas e, contestualmente, hanno risolto in modo consensuale il contratto di lungo termine in essere che prevedeva l'acquisto di circa 2 miliardi di metri cubi di gas proveniente dalla Libia. Il nuovo contratto, che arriva dopo una trattativa di oltre un anno, durerà fino a fine anno e riguarderà una fornitura di volumi di gran lunga inferiore.
Per quanto riguarda le garanzie, a lungo tema di dibattito anche con il sistema bancario, il nuovo contratto stabilisce che Sorgenia le fornisca dal punto di vista commerciale, mentre il socio uscente Cir rilascerà una garanzia pari a 13,9 milioni fino all'omologa della procedura ex articolo 182 bis legato alla ristrutturazione di Sorgenia. Per il 2015 e gli anni seguenti, la stessa Sorgenia ed Eni potrebbero poi discutere ulteriori accordi di fornitura comunque necessari per alimentare le centrali a ciclo combinato del gruppo guidato da Andrea Mangoni. (Ch. C.)
UCCMB, AD AGOSTO IL SECONDO ROUND
Secondo round nell'asta per la Unicredit Credit Management Bank (Uccmb), società controllata dal gruppo Unicredit leader nel settore della gestione dei crediti non performanti. Il prossimo giro di offerte, secondo indiscrezioni, sarebbe previsto per il 4 agosto. Dall'esito delle offerte dovrebbero emergere uno o due nomi di potenziali acquirenti con i quali avviare un'esclusiva.
Nel giro di offerte di qualche settimana fa sul tavolo dell'advisor Ubs sarebbero arrivate le proposte vincolanti degli americani di Apollo, dell'altro gruppo finanziario statunitense Lone Star, della cordata formata da Goldman Sachs, Deutsche Bank e Tpg ma anche del consorzio costituito da Fortress e Prelios con l'assistenza di Mediobanca. In corsa, ma con un'offerta circoscritta alla sola piattaforma di servizi, ci sarebbe anche la cordata formata da Jupiter (gruppo Cerved), Cvc e Cerberus. In vendita ci sono due perimetri: da una parte un pacchetto di Npl per 4,4 miliardi di euro e, dall'altro, la piattaforma di gestione. (C.Fe.)
ATENE ALLA BCE: STRESS TEST TROPPO SEVERI
I ministri delle Finanze della Ue sono rimasti sorpresi nel sentire il loro collega greco, Gikas Hardouvelis, parlare in termini insolitamente duri per l'impatto degli stress test della Bce sulle banche greche alla riunione dell'8 luglio dell'Ecofin. Hardouvelis ha detto che Francoforte sta adottando scenari estremamente negativi per i test (perdite sui bond) e che se i principali requisiti patrimoniali dovessero incrementare questo potrebbero far sorgere problemi di liquidità e minare la ripresa.
"L'economia greca e il suo sistema bancario sono stati costantemente sotto stress per gli ultimi quattro anni ad un livello senza precedenti, e la Bce intende aumentare ulteriormente la pressione. Se insiste, il rischio è che potrebbe seppellire l'economia proprio quando sembra in via di stabilizzazione", ha detto Hardouvelis all'Ecofin. Il ministro ha ricordato che la Banca di Grecia, ha già condotto i propri stress test, portando le banche ad aumentare il capitale di 8 miliardi di euro. Un risultato diverso della Bce danneggerebbe la credibilità del sistema. (V.D.R.)
BANKIA RIVEDE L'UTILE, MADRID INVECE NO
L'obiettivo è ambizioso: «essere la banca più redditizia di Spagna» ha spiegato l'a.d. José Sevilla. Eppure Bankia, istituto simbolo del disastro bancario iberico, non «sente alcuna pressione» per restituire i quasi 28 miliardi di aiuti di stato ricevuti e, anzi, festeggia per un profitto semestrale che è aumentato del 45% a quota 432 milioni di euro.
Il ritorno all'utile delle banche salvate dalla bad bank di Madrid non deve però illudere sulla "redditività" dell'intervento pubblico realizzato negli ultimi anni: degli oltre 61 miliardi versati dallo Stato nelle casse delle banche spagnole dal 2009 ad oggi, ne è tornato indietro solo il 4 per cento. E il buco nei bilanci pubblici causato dai salvataggi bancari è pari quasi al 5% del Prodotto interno lordo locale, di cui quasi la metà dovuto alle ambizioni infrante della ora "redditizia" Bankia. (G.Ve.)
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