DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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In molti si chiedono: l’operazione di scorporo della rete Tim, con il fondo americano Kkr, andrà mai in porto? Dopo un anno di scontri, indiscrezioni, retroscena, polemiche, sulla vicenda aleggia ancora più di una nube densa di incertezza.
La scorsa settimana, nella sede parigina di Vincent Bolloré, è andato in scena uno duro scazzo nella famiglia del finanziere bretone, su cosa fare con Tim: aprire una guerra o trattare? Forse l’ultimo round di questa battaglia si consumerà nelle prossime riunioni del consiglio di amministrazione dell'ex Telecom.
Quel che è certo è che Bolloré sta riflettendo seriamente sul valore industriale della Tim presente e futura. Il finanziere bretone si è fatto consegnare i dati del mercato della telefonia mobile, e non solo sull'Italia, ma anche di altri Paesi.
I diagrammi che gli sono stati sottoposti sono inequivocabili: la serrata competizione nel settore ha fatto crollare i prezzi delle offerte telefoniche e la relativa redditività.
Il dilemma di Bolloré è se Tim-ServiceCo, che è ciò che resterà ai francesi dopo lo scorporo della rete, sarà mai un’azienda in grado di generare guadagni.
Anche per Kkr ci sono dei problemi. Il grande promotore dell’affidamento di NetCo, il capo di gabinetto della Presidenza del Consiglio dei ministri, Gaetano Caputi, non vive un momento felice.
Fin dall’arrivo dei Fratelli d’Italia a Palazzo Chigi, Caputi aveva avuto vita grama: ideologicamente diffidenti verso coloro che hanno vssuto lontani dalle grotte del Colle Oppio, non era mai scattato il feeling tra la Fiamma Magica di Meloni "detta Giorgia" (Fazzolari-Scurti-Arianna) e un esponente di peso del Deep State svezzato a Via XX Settembre alla corte del grand commis del Mef, Vincenzo Fortunato.
Successivamente, messo a disposizione del sottosegretario Fazzolari la sua rete di conoscenze e di rapporti, Caputi è stato “riabilitato” e, nel corso dei mesi, gli sono stati riaffidati vari dossier.
Ora, con la storia infinita della Rete Unica al fondo americano Kkr, Caputi è tornato alla casella di inizio: c’è insofferenza verso di lui, che a sua volta sta masticando amaro. Della serie: o mi fanno fare il mio lavoro di capo di gabinetto o me ne vado.
L’altalenante fortuna di Gaetano Caputi, grande amico di Vittorio Grilli, presidente di Jp Morgan per l’area euro-mediterranea e consulente di Kkr, si deve anche ai suoi contrasti con il potente sottosegretario all’innovazione tecnologica (con delega alle tlc), Alessio Butti, che ha come suo consulente Francesco Caio, ex ad di Poste e di Saipem.
FRANCESCO CAIOvittorio grilli VINCENZO FORTUNATO SCUOLA ECONOMIA
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