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(ANSA) - TOKYO, 03 OTT - Dopo Toyota e Panasonic, anche il produttore giapponese di pneumatici Bridgestone pone fine al contratto di sponsorizzazione delle Olimpiadi e le Paralimpiadi, spiegando di volersi concentrare sugli sport motoristici. Le tre aziende nipponiche fanno parte dei 15 cosiddetti top sponsor dei Giochi, che hanno versato al Comitato olimpico internazionale (Cio) un totale di oltre 2 miliardi di dollari nell'ultimo ciclo quadriennale.
Un mancato rinnovo che secondo gli analisti ha avuto a che fare con l'assenza di una copertura mediatica adeguata nel corso delle Olimpiadi di Tokyo, durante la pandemia da coronavirus, e il calo generale del numero di spettatori tra la popolazione più giovane. In un comunicato Bridgestone ha detto di credere fortemente nella visione di costruire un mondo migliore e inclusivo attraverso lo sport, aggiungendo che da ora si concentrerà maggiormente sugli eventi motoristici, dove i prodotti per pneumatici "possono sfidare direttamente le prestazioni, guidare l'innovazione e creare maggior valore".
Già il mese scorso il gigante dell'elettronica Panasonic e il colosso automobilistico Toyota avevano deciso di porre fine alle loro collaborazioni ai Giochi. La prima casa auto al mondo ha investito circa 835 milioni di dollari dalla firma dell'intesa con il Cio nel 2015. Il mese scorso, tuttavia, il presidente di Toyota, Akio Toyoda, si è lamentato in un podcast sul fatto che le Olimpiadi "stiano diventando sempre più politiche", chiedendosi se l'evento metta davvero gli atleti al primo posto.
proteste olimpiadi tokyo 2020 6
La Panasonic non ha fornito ragioni sulla decisione di non rinnovare il contratto di sponsorizzazione che risale al 1987. L'uscita delle tre aziende non lascia nessuna società giapponese tra i principali sponsor del Cio, che includono, tra gli altri, il produttore di birra Abinbev, Airbnb, Coca-Cola, Intel e Samsung. Il Giappone ha speso ufficialmente 13 miliardi di dollari per organizzare le Olimpiadi di Tokyo, di cui almeno la metà con fondi pubblici. Una audit governativa ha evidenziato che il costo reale è ammontato a quasi il doppio la cifra ufficiale. Il contributo del Cio è stato di circa 1,8 miliardi di dollari.
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