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Pietro Romano per "Il Mondo"
Approfittare dell'attuale debolezza di Finmeccanica e del sistema Italia nonché delle ricadute geopolitiche della missione militare in Libia per insediarsi negli Usa. Magari proprio al posto del gruppo guidato da Giuseppe Orsi e Pier Francesco Guarguaglini.
Secondo quanto risulta al Mondo, è un progetto di cui si discute con frequenza allo stato maggiore di Eads, il consorzio francotedesco attivo nell'aeronautica civile (controlla Airbus) e nel comparto militare, allargato anche alla Spagna.
Eads punta a crescere molto negli Usa: per il 2020 ha programmato vendite per 10 miliardi di dollari, esclusi i proventi di Airbus. Per riuscirci, però, ha bisogno di acquisizioni di peso. AI gruppo i soldi non mancano: dispone di oltre 15 miliardi di dollari in contanti da investire. E proprio negli Stati Uniti nel 2008 Finmeccanica ha soffiato alla francese Thales la Drs, attiva principalmente nell'elettronica della difesa, che ora interesserebbe a Eads.
Allora il gruppo italiano si accollò un esborso di 5,2 miliardi di dollari, compresa l'assunzione di 1,2 miliardi di debiti. E fu quella la prima vicenda a mettere in contrasto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, favorevole a una miniFinmeccanica e contrario allo sbarco negli States, e Guarguaglini, che uscì vincitore dal braccio di ferro.
In realtà , Thales avrebbe pagato anche un ulteriore premio rispetto alla holding tricolore ma, all'epoca, i rapporti tra Usa e Francia erano pessimi, a causa del mancato intervento militare in Iraq di Parigi, e dal Pentagono arrivò un sostanziale veto ai transalpini.
Oggi la situazione è mutata. Dopo l'intervento francese in Libia, che ha tolto al presidente americano Barack Obama le classiche castagne dal fuoco, tra Parigi e Washington i rapporti sono diventati collaborativi mentre è calato il gelo tra la Casa Bianca e Roma. Finmeccanica è stata zavorrata da una serie di inchieste e nella sede di piazzale Monte Grappa la parola dismissione non sembra più un tabù.
à vicina la vendita di alcune unità di Drs (secondo indiscrezioni, prima di tutto la ex Essi, Engineered support sistems inc) per 800 milioni ma non il core business, che peraltro in questi anni si è dimostrato profittevole per Finmeccanica in ricavi e utili. Ma a Parigi e Berlino non disperano che la crisi italiana possa offrire significativi margini di manovra nell'operazione e sarebbero disposti a investire fino a cinque miliardi di dollari, garantendo a Finmeccanica un guadagno di 600 milioni di dollari.
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