DAGOREPORT – VIVENDI VENDE? I CONTATTI TRA BOLLORÉ E IL FONDO BRITANNICO CVC VANNO AVANTI DA TRE…
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E chi glielo dice, adesso, alla Corte dei Conti? Proprio ai primi di marzo i magistrati contabili hanno alzato il ditino, bacchettando le Poste italiane perché nel 2013 hanno pagato troppo i loro tanti (troppi) dirigenti: ben 150 milioni di euro, un bel + 12,3 % rispetto al 2012. E adesso, zac! Pare che il gruppo di Francesco Caio si sia messo di buzzo buono per moltiplicare i posti, ovviamente apicali, e i relativi costi.
In febbraio ha creato due nuove posizioni, nominando Anna Pia Sassano come responsabile delle relazioni istituzionali per l’Ict e affidando a Luigi Calabria le future acquisizioni del gruppo. Peccato che i due fossero arrivati in Poste non più tardi di sei mesi fa, e con stipendi a cinque zeri: lo stesso Caio, che di suo porta a casa oltre un milione di euro l’anno, aveva voluto Calabria, ex Finmeccanica, come direttore finanziario, e la Sassano come responsabile dei sistemi informativi.
Dopo sei mesi l’amore è già finito. Al posto della Sassano Caio ha chiamato Giuseppe Dallona, mentre ha giubilato Calabria il 2 febbraio insediando un nuovo Cfo, Luigi Ferraris, portandolo via all’Enel. Nessuno ovviamente è stato mandato a distribuire lettere in alta Val Badia: i due rimossi, con lo stesso stipendio, si sono accomodati su altre poltrone.
E visto che non c’è il due senza il tre, nel gruppo sta per essere creata un’altra posizione nuova di pacca: il 24 marzo è in agenda la nomina di un direttore generale a Poste Vita, società che finora, sotto la guida della lady di ferro Bianca Maria Farina, è diventata la cassaforte del gruppo Poste (garantisce poco meno della metà degli utili) senza mai vedere l’ombra di un dg.
In pole position, secondo i postini ben informati, c’è tale Andrea Poggi, attuale «strategy consulting e innovation leader» in Deloitte, società consulente della stessa Poste Vita. A caldeggiare la promozione del consulente a direttore generale pare sia l’arzilla Farina, ultrasettantenne amministratore delegato, ormai giunta al suo terzo (e ultimo) mandato: in tre anni ha pagato a Deloitte oltre 14 milioni di euro per le consulenze sulle polizze ammollate a migliaia di ingenue vecchiette. E ben 6 erano per quel settore welfare che Caio ora ha annunciato di voler rivoluzionare. Ma se non e' soddisfatto, perche' portarsene in casa il suggeritore, dando la stura a un colossale conflitto d'interesse?
Intanto il Cda di Poste ha bloccato per due volte il tentativo di Caio di acquistare dall’Eni una villa a Grottaferrata per circa 15 milioni di euro da destinare al centro di formazione delle Poste. Il palazzo, abbandonato da tempo, era una delle sedi dei corsi di formazione dell’Eni. A portare L’”affare” il nuovo capo del personale di Poste, Fabrizio Barbieri, giunto pochi mesi fa proprio dal Cane a sei zampe.
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