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TOCCATO IL FONDO, SCAVARE! OLTRE ALLE RETE, IL FONDO AMERICANO KKR HA LA GOVERNANCE DI FIBERCOOP CHE, DUE GIORNI FA, HA DECISO DI ANDARE CONTRO IL GOVERNO! - AVENDO IL MINISTERO DI URSO RICONOSCIUTO EXTRA COSTI A OPEN FIBER SULLA MESSA IN POSA DELLA FIBRA SU AREE RURALI, KKR, CHE PUNTA AD AFFOSSARE OPEN FIBER PER POI RILEVARLA CON DUE SPICCI, HA FATTO UN ACCESSO AGLI ATTI PER CONTESTARE IL PROVVEDIMENTO - MA SE SALTA IL PIANO DEL GOVERNO, SALTA ANCHE IL RIFINANZIAMENTO CONCORDATO DA OPEN FIBER CON LE BANCHE…

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Estratto dell’articolo di Antonella Olivieri per “il Sole 24 Ore”

 

OPEN FIBER FIBERCOP

FiberCop si rende disponibile a subentrare a Open Fiber per completare la cablatura delle aree grigie, quelle a parziale fallimento di mercato, rispettando i tempi del piano Italia a 1 Giga, senza mettere a repentaglio i fondi del Pnrr destinati al progetto.

 

In una lettera datata 2 aprile il presidente della società che ha rilevato la rete di Telecom, Massimo Sarmi, scrive al ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, e al sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega all’innovazione, Alessio Butti, per chiedere di considerare l’ipotesi di riassegnare i lotti con un processo di subentro al fine di dare piena attuazione al piano che prevede la conclusione dei lavori a metà del 2026.

 

massimo sarmi foto di bacco

Come nel gioco dell’Oca si tornerebbe al punto di un anno fa quando era stato considerato di spostare alcuni dei lotti aggiudicati a Open Fiber (otto in tutto con, a oggi, 2,2 milioni di civici) a FiberCop (che se ne era aggiudicati altri sette, con molti meno civici da coprire, intorno a 1,2 milioni).

 

Per far fronte alla difficoltà denunciata dalla società per la rete in fibra che, per il 60%, fa capo a Cdp, a completare i lavori entro le scadenze stabilite si era deciso di seguire un’altra strada con la riduzione dei numeri civici da raggiungere.

 

open fiber 2

In questa fase si stava discutendo di tagliare fino a 700mila numeri civici, tutti dalla parte di Open Fiber che, secondo un’ipotesi, sarebbero stati finanziati, con allugamento dei termini, reperendo altri fondi pubblici diversi dal Pnrr. Secondo FiberCop, però, «la riduzione di centinaia di migliaia di civici oggetto di contributi del Pnrr determinerebbe una frammentazione infrastrutturale del territorio nazionale oltre a una sostanziale rinuncia a beneficiare dei contributi pubblici già stanziati».

 

Per non perdere i fondi del Pnrr perciò FiberCop si è proposta per un’alternativa, offrendosi «nell’ambito di eventuali accordi amministrativi e contrattuali da definire nel rispetto della normativa applicabile» di assumere la «responsabilità esecutiva dell’intero perimetro dei lotti del piano Italia a 1 giga».

 

henry kravis

La lettera è arrivata sul tavolo di una riunione intergovernativa, che si è tenuta giovedì scorso 3 aprile. Si sarebbe ipotizzato di iniziare con due dei lotti più problematici per Open Fiber, Toscana e Emilia Romagna. Il problema però è che Open Fiber ormai ha iniziato i lavori per la costruzione della rete nelle aree grigie e su alcuni tratti ha già clienti attivi.

 

 Ma soprattutto la questione è che il piano industriale, che fa conto anche delle aree grigie, è alla base del progetto di rifinanziamento concordato con le banche e con gli azionisti (Cdp e Macquarie), che variazioni significative potrebbero rimettere in discussione. Considerato che lo Stato è esposto su entrambi i fronti, è ragionevole attendersi che la questione arrivi a una sintesi, anche per portare una posizione unitaria alla Ue con la quale si deve discutere nel complesso la revisione del Pnrr. Il Mef è azionista diretto di FiberCop con il 16% e indiretto, tramite Cdp, di Open Fiber, di cui la Cassa detiene il 60%.  

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