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Antonello Guerrera per www.repubblica.it
"I love it!". Eccola, l'email che inchioda Donald Trump Jr., il figlio del presidente americano, da giorni nella bufera mediatica per i suoi contatti con la Russia in campagna elettorale. Dopo lo scoop del New York Times su un sospetto incontro tra lui e un'avvocatessa molto vicina al Cremlino, i dettagli emersi sempre più scomodi e le successive, fragili smentite dell'interessato, il giovane Trump ha ceduto. E, messo alle corde, ha pubblicato online interamente lo scambio di email incriminato. Tutto in un tweet. Che ora potrebbe mettere seriamente nei guai suo padre, il presidente americano Donald Trump.
I fatti: l'8 giugno 2016, Rob Goldstone, un promoter musicale, comunica a Trump junior che "il procuratore della Corona russo" (figura che esiste in Inghilterra e Galles, ma non in Russia) "vuole offrire alla campagna elettorale di Trump documenti ufficiali e informazioni che potrebbero incriminare Hillary Clinton e i suoi affari con la Russia. Sarebbe molto utile per tuo padre". Premesse chiare per infangare il nome della candidata democratica a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. Donald junior non ha esistazioni: "I Love it!", replica candidamente. "Fantastico!".
I DOCUMENTI PUBBLICATI SU TWITTER DA DONALD TRUMP JUNIOR
Perché Goldstone era l'intermediario dell'incontro scottante tra il figlio di Trump e l'avvocatessa russa Natalia Veselnitskaya, avvenuto alla Trump Tower di New York il giorno dopo lo scambio di email. Un incontro che Donald figlio aveva anche postato sul suo account Facebook, senza specificare però chi erano i partecipanti. C'erano anche Jared Kushner, il genero e consigliere supremo del futuro presidente, e Paul Manafort, il capo della campagna elettorale di Trump poi caduto in disgrazia per una storiacca di fondi e denaro con gli ucraini indipendentisti filorussi. Insomma, c'era presente tutto il cerchio magico del Presidente. E l'esca era invitante: distruggere l'immagine pubblica di Hillary Clinton, con l'aiuto, a quanto pare, della Russia.
I DOCUMENTI PUBBLICATI SU TWITTER DA DONALD TRUMP JUNIOR
Dunque Donald Trump junior ha mentito, spudoratamente. E in più circostanze. Dopo lo scoop del New York Times aveva detto che l'incontro non c'era mai stato. Falso. Poi ha parzialmente ritrattato, dicendo che durante l'incontro si era parlato di altro: adozioni di bambini russi stoppate da Putin dopo il caso Magnitsky, l'organizzazione di Miss Universo e altre scuse insostenibili. Falso anche questo. Poi ha detto che, in ogni caso, non era stato informato delle intenzioni dei russi contro Hillary Clinton. Falso anche questo, visto che scrisse persino "I love it!" il giorno prima. Ed è molto probabilmente falsa, dunque, anche la testimonianza dell'avvocatessa Veselnitskaya, che oggi ha rilasciato un'intervista esclusiva alla Nbc negando categoricamente di avere persino l'intenzione di passare informazioni contro Hillary Clinton.
prima stretta mano Putin Trump
Stamattina, con la questione sempre più bollente, Trump padre aveva scritto su Twitter: "I media e i democratici si impegnano moltissimo nella storia russa. Se dopo un anno, tutto quello che hanno è questo incontro senza senso (quello del figlio, ndr), capisco la loro disperazione!". Forse stavolta Donald Trump si è sbagliato. Perché quell'incontro pare acquistare sempre più senso nella torbida storia della connection tra lo staff di Trump e il governo russo. E stavolta, per il presidente americano, le cose potrebbero mettersi davvero male.
I DOCUMENTI PUBBLICATI SU TWITTER DA DONALD TRUMP JUNIOR
Dal New York Times, che cita tre fonti anonime, prima di organizzare l'incontro con l'avvocatessa russa convinto che questa avesse informazioni compromettenti su Hillary Clinton, Donald Trump Jr era stato informato via mail che il materiale in questione era parte del tentativo da parte di Mosca di aiutare la candidatura del padre.
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