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COME DAGO-DIXIT, GUZZETTI HA DICHIARATO GUERRA A "PA-FAZZO CHIGI" - IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE VENDE LA QUOTA DI CARIPLO IN MPS, E LE ALTRE FONDAZIONI SEGUONO A RUOTA - UFFICIALMENTE, LO FANNO PERCHÉ LE QUOTE NEL "MONTE" SONO TROPPO BASSE PER INCIDERE NEL RISICO, MA DIETRO C'È UNA STRATEGIA PRECISA DELL'INDOMABILE 90ENNE, CHE SI È ROTTO LE PALLE DI VEDERE CDP (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI E HA IMBRACCIATO IL BAZOOKA CONTRO LA BANCA DI "STATO"
DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…
Estratto dell’articolo di Claudia Luise per "la Stampa"
LUIGI LOVAGLIO MONTE DEI PASCHI DI SIENA
L'assemblea di Mps dello scorso 17 aprile ha chiuso il cerchio e avviato valutazioni tra le fondazioni che a ottobre del 2022 erano entrate con un gettone nella banca di Siena, sollecitate dal governo che le convocò al tavolo del salvataggio.
All'epoca parteciparono all'operazione dieci fondazioni: oltre Fondazione Monte dei Paschi, Caripo e Compagnia di San Paolo con 10 milioni e, con cifre inferiori proporzionate al patrimonio, anche Cr Lucca, Cr Firenze, Fondazione di Sardegna, Cr Forlì, Cr Pistoia e Pescia, Cr Cuneo e Crt. In assemblea, il mese scorso, erano rimaste solo Cariplo, Cr Cuneo, Cr Lucca e Compagnia di San Paolo e tutte hanno scelto di conferire a Fondazione Monte dei Paschi il diritto di voto.
Alcune, come Fondazione Crt, si sono sfilate già poco dopo l'ingresso. Altre hanno lasciato nel corso del 2024. Ma dopo l'appuntamento dei soci di Palazzo Salimbeni, anche Cariplo si è sfilata e ha venduto la sua quota in un momento in cui le plusvalenze sono decisamente alte: garantiscono un moltiplicatore quasi di quattro volte rispetto all'investimento fatto.
E anche le altre fondazioni stanno iniziando a valutare la possibilità di uscire anche se al momento Compagnia non risulta abbia venduto. Il ragionamento alla base è che con quote così piccole, in ottica del risiko, non si può incidere.
Inoltre, con la banca di Siena così rinforzata da lanciare l'Ops su Mediobanca, i motivi stessi dell'ingresso sono venuti meno.
Tutte trattative parallele, mentre proseguono le riflessioni interne per Piazzetta Cuccia, la cui assemblea è programmata per il 16 giugno. In quell'occasione gli azionisti dovranno decidere se dare il via libera al piano dell'ad Alberto Nagel, cioè dell'Ops da 6,3 miliardi su Banca Generali, da pagare con le quote di Mediobanca in Generali.
Una mossa difensiva rispetto all'offerta già lanciata da Mps su Mediobanca. Dalla prospettiva di Siena, il tentativo di creare un polo tricolore del risparmio gestito, piace ai vertici ma solo in linea teorica. Il ragionamento dei grandi soci del Monte, da Caltagirone a Delfin fino al Mef, e dello stesso ad Luigi Lovaglio è che la mossa di Nagel rafforza il razionale alla base della scalata a Mediobanca.
Tuttavia, cresce la consapevolezza che digerire una doppia fusione nel giro di pochi mesi sia praticamente impossibile. Un po' perché a Siena vorrebbe prima capire nel dettaglio i termini della proposta di Milano per Banca Generali, un po' perché è chiaro a tutti che l'integrazione di due realtà complementari, ma profondamente diverse richiederà mesi di lavoro.
Questo, però, non vuole dire che l'assemblea di Mediobanca sarà una scelta definitiva: il via libera dei soci al piano di Nagel […] potrebbe anche essere un modo per gli azionisti per tenersi aperte più opzioni.
Destini che si intrecciano anche con quelli della doppia scalata lanciata da Unicredit. Ora l'ad, Andrea Orcel, prende tempo: ha inoltrato alla Consob la richiesta di sospendere l'Ops su Banco Bpm per negoziare le prescrizioni imposte dal governo nell'esercizio del Golden power e l'authority di Borsa ah 15 giorni per rispondere. […]
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