LUCHINO E DIEGUITO, INSIEME A UNICREDIT? - IL FONDO “AABAR” STA PENSANDO DI CANDIDARE MONTEZEMOLO COME PROPRIO RAPPRESENTANTE NEL BOARD DI PIAZZA CORDUSIO - I RICCONI DI ABU DHABI, PRIMI AZIONISTI DELLA BANCA CON IL 6%, PUNTANO A UNA VICEPRESIDENZA MA LE FONDAZIONI NON INTENDONO LASCIARE LE POLTRONE PESANTI AGLI ‘STRANIERI’ - PER IL DOPO-RAMPL È CORSA A TRE FRA GROS-PIETRO, SCARONI E GIUSEPPE VITA…

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Marigia Mangano per il "Sole 24 Ore"

Il fondo Aabar chiede due posti nel board di UniCredit e candida il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo. Secondo quanto si apprende, nell'ambito delle grandi manovre per ridisegnare il board della banca di piazza Cordusio il fondo di Abu Dhabi avrebbe domandato due rappresentanti in consiglio. In realtà il fondo sembrava interessato a ottenere una vicepresidenza in virtù di quel pacchetto del 6% che ne fa il primo azionista.

Tuttavia la riduzione a 19 dei membri del consiglio potrebbe tradursi anche in un ridimensionamento delle vicepresidenze che scenderebbero da quattro a due. Difficile dunque che le fondazioni azioniste cedano il posto al fronte straniero. Ecco perché le valutazioni e i ragionamenti si starebbero concentrando solo sulla rappresentanza nel board. In questo quadro il fondo di Abu Dhabi avrebbe chiesto a Montezemolo di rappresentarlo nel board in virtù degli storici rapporti che legano il presidente della Ferrari e il mondo di Abu Dhabi.

Per anni infatti il fondo sovrano Mubadala è stato azionista della Ferrari con il 5%. Non solo. Alla fine del 2010 sulla Yas Island di Abu Dhabi è stato inaugurato il Ferrari World, iper tecnologico e imponente parco divertimenti targato Maranello. Una operazione a costo zero per la Ferrari che ha dato in licenza il marchio e la sua immagine, mentre Aldar, il braccio immobiliare del fondo sovrano Mubadala ha finanziato la costruzione. Secondo quanto si apprende la candidatura di Montezemolo sarebbe certa nel caso in cui Aabar spuntasse due posti in consiglio, mentre se ci fosse la possibilità di un unico rappresentante si opterebbe per un tecnico.

Sul fronte libico, invece, all'indomani del sequestro della quota dell'1,2% nelle mani della Lia, è da capire se sarà confermata la presenza nel board della banca. Finora i libici, rappresentati da Lia e dalla Banca centrale libica con il 4% complessivo, erano rappresentati dal vicepresidente Farhat Omar Bengara, ora in uscita. Secondo indiscrezioni Tripoli avrebbe chiesto un posto nel board, ma alla luce del vincolo giudiziario sembra a questo punto difficile che si vada in questa direzione.

Resta poi da definire la posizione delle fondazioni azioniste più piccole, e cioè Manodori, Banco di Sicilia, CrTrieste e Cassamarca. Proprio su questi temi mercoledì scorso si sarebbero esercitate le tre principali Fondazioni di UniCredit, Crt, Cariverona e Carimonte, che si sarebbero viste a Bologna. L'incontro, come riferito dal Sole24Ore di ieri, è il primo di altri in agenda: lunedì prossimo è stata convocata una riunione tra le tre grandi fondazioni e gli enti minori.

Dopo Pasqua, invece, dovrebbe essere la volta di un vertice plenario con tutti gli azionisti italiani, compresi quelli nuovi entrati con l'aumento, come Francesco Gaetano Caltagirone e Diego della Valle: in questo caso, la data individuata sembra quella dell'11 aprile, un mese esatto prima dell'assemblea ma soprattutto quattro giorni prima del termine fissato per la presentazione delle liste, dunque è probabile che in quel contesto si tenterà di chiudere il cerchio intorno al nome del nuovo presidente.

C'è già una rosa di possibili candidati (i nomi restano quelli circolati nelle settimane scorse, da Gian Maria Gros-Pietro a Giuseppe Vita), tuttavia finora non si sarebbe ancora coagulato un consenso sufficientemente ampio. «Non sono candidato a nulla», ha ieri commentato Claudio Costamagna, ex Goldman Sachs, in merito alla presidenza di Unicredit.

 

 

DELLA VALLE E MONTEZEMOLO Luca Cordero Di Montezemolo e Diego Della Valle - Copyright PizziABU DHABIFarhat Omar BengdaraClaudio CostamagnaGIAN MARIA GROSS PIETRO - copyright pizzi