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Francesco Manacorda per "la Stampa"
L'annus horribilis di Fonsai si rivela meno duro di quanto potessero temere i suoi consiglieri e manager. Nel 2011, mentre la compagnia assicurativa si avviava a una perdita superiore al miliardo e correva ai ripari con un aumento di capitale - il secondo in un anno - che sarà di 1,1 miliardi, membri del cda e dirigenti di primo piano si sono distribuiti complessivamente emolumenti per circa 31 milioni. E anche nel 2011 non è stata abbandonata la pratica delle consulenze: 5 milioni sono andati ai consiglieri e a persone loro vicine.
Ai tre fratelli Ligresti, che siedono in cda, sono andati nel complesso emolumenti per poco meno di 5,5 milioni: 2,5 milioni alla presidente Jonella, 2,12 a Paolo e 837 mila euro a Giulia, che aggiunge però anche il compenso da presidente di Premafin. Quanto abbia preso per quella carica non si sa ancora: nel 2010 la retribuzione era stata di 2,12 milioni.
La palma d'oro va comunque all'ex amministratore delegato Fausto Marchionni: uscito dalla compagnia che versava in pessime acque ha ricevuto una liquidazione da 10,5 milioni ed ha mantenuto un posto di consigliere retribuito, assieme alla carica di direttore generale ricoperta nel solo gennaio, con 858 mila euro. Il nuovo ad Emanuele Erbetta ha avuto, tra le competenze per l'uscita del suo ruolo precedente e lo stipendio dell'anno, 2,2 milioni, mentre al nuovo direttore generale Piergiorgio Peluso sono andati 661 mila euro.
Per il vicepresidente Antonio Talarico la retribuzione è di 2,2 milioni; per il consigliere Carlo d'Urso si arriva a 1,9 milioni di cui però 1,85 sono legati a consulenze professionali come avvocato. Consulenze di rilievo anche per altri soggetti. A Fausto Rapisarda, uno degli uomini più vicini all'Ingegnere e oggi segretario del consiglio, vanno 1,42 milioni. Lo stesso Salvatore Ligresti che nel periodo 2003-2010 aveva ottenuto dal gruppo consulenze per 40 milioni, nel 2011 si è fermato a 250 mila euro.
Ancora ci sono 320 mila euro pagati a Gilli - il marchio di borse di Giulia Ligresti - i 200 mila euro all'avvocato Barbara De Marchi, moglie di Paolo Ligresti, i 350 mila euro all'avvocato e consigliere di Premafin Geronimo La Russa e i 320 mila a suo zio Vincenzo, che siede in FonSai. Su questi ultimi due casi interviene Ignazio La Russa, cordinatore nazionale del Pdl e rispettivamente padre e fratello dei due avvocati, sostenendo che «è veramente stucchevole vedere riassunto in unico valore il frutto di un lavoro costante e qualificato di due distinti soggetti».
Dalla relazione dei sindaci della compagnia all'assemblea emerge intanto che l'Isvap era a conoscenza, con un'ispezione chiusa a maggio 2011, delle maxiconsulenze e delle operazioni immobiliari tra FonSai e i Ligresti, finite nel mirino della magistratura. La questione si chiuse nell'agosto del 2011 con l'invio all'Isvap di chiarimenti da parte del cda di Fonsai e una disciplina più stringente sulle parti correlate. Il fondo Amber ha poi scritto nuovamente al collegio sindacale di Fonsai chiedendo anche di riferire sugli «impatti» che le irregolarità «possono avere avuto sulla correttezza dell'informazione finanziaria».
Salvatore Ligresti
Salvatore e Jonella Ligresti
Giulia, Salvatore e Jonella Ligresti
Giulia Paolo Jonella e Salvatore Ligresti
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