RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Massimo Restelli per "il Giornale"
Unipol per inglobare Fonsai dovrà probabilmente accettare di dimagrire parecchio (93 le province problematiche in termini Antitrust) ma il percorso di integrazione può ripartire.
A riaccendere l'interruttore, come era già trapelato alla vigilia, è stato ieri il Garante alla luce degli impegni prospettati dai soggetti coinvolti dopo cinque giorni di trattative serrate.
Alle promesse avanzate mercoledì da Carlo Cimbri (Unipol) e da Alberto Nagel (Mediobanca) per quanto riguarda cessioni e legami azionari, si è sommata la lettera con cui Premafin aveva invitato le banche creditrici a svincolare la ristrutturazione del debito dal progetto Unipol, così da poterlo attuare anche con «investitori terzi», come Sator e Palladio, e secondo modalità «sostanzialmente in linea» a quelle concordate con la compagnia delle coop. In sostanza la ripartizione dei 360 milioni di debito tra il prestito convertendo (220 milioni) e il riscadenziamento al 2020.
La verifica in conference call, organizzata ieri mattina da Unicredit, si è però conclusa con la richiesta di maggiori approfondimenti, vista la difficoltà di portare ai rispettivi cda una delibera non circoscritta a un soggetto predefinito. Il nodo è poi tornato al centro di una seconda verifica nel pomeriggio dove, letto il provvedimento Antitrust, le banche avrebbero concordato che il problema non è più di attualità .
Secondo l'Authority guidata da Giovanni Pitruzzella, infatti, Premafin può ora procedere sia con l'assemblea con il previsto aumento di capitale da 400 milioni sia con la ristrutturazione del debito; ma le due operazioni non devono essere «irreversibilmente» legate all'intervento della compagnia delle coop. Allo stesso modo Unipol e Fonsai è consentito tornare a lavorare sui concambi e scrivere i prospetti informativi ma senza scambiarsi ulteriori informazioni strategiche dal punto di vista della concorrenza. La priorità è evitare il rischio di un «cartello».
Resta invece sospesa la sottoscrizione degli aumenti di capitale Unipol e Premafin. Non solo entro cinque giorni Cimbri e l'ad di Fonsai, Emanuele Erbetta, dovranno dire all'Authority quali misure intendono adottare per evitare l'abuso di informazioni industriali. L'intero progetto resta inoltre sotto il giudizio del Garante dal punto di vista della forza di mercato che avrebbe il nuovo gigante delle polizze. Il problema è concentrato sul Ramo Danni e sull'Rc Auto: Cimbri ha prospettato la creazione di un ramo aziendale ad hoc in cui concentrare in vista della cessione asset per 1,3 miliardi di premi, ma secondo alcuni analisti se il Garante vuole mantenere lo stesso metro utilizzato ai tempi dell'integrazione Generali-Toro dovrebbe chiedere un sacrificio perlomeno doppio.
Tra i marchi che Cimbri potrebbe sacrificare c'è La Previdente, per cui si era già fatta avanti Cattolica Assicurazioni che continua a seguire con attenzione la partita. Appare inoltre evidente che per assolvere alle richieste dell'Antitrust, Bologna sacrificherà una serie di attività (e quindi di agenzie) nelle province più problematiche. Con questo «stop and go», l'Authority di Pitruzzella riguadagna però il centro di un confronto che finora sembrava essere occupato perlopiù dall'Isvap (per il problema del salvataggio), dalla Consob (per il delicatissimo nodo dell'Opa obbligatoria) e dalla Procura. Per quanto riguarda infine il patrimonio immobiliare di Imco e Sinergia è stato scelto il fondo Hines.
CARLO CIMBRI ALBERTO NAGEL Giovanni Pitruzzella Emanuele ErbettaMATTEO ARPE ROBERTO MENEGUZZO
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