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Aldo Fontanarosa per "la Repubblica"
La televisione sul cellulare e la videochiamata sono due "vittime eccellenti" della telefonia italiana. Le due applicazioni hanno avuto meno successo di quanto immaginato solo pochi anni fa. Se ne è accorta anche H3g - la società dei telefonini "3" - che si ritrova in portafoglio un bene sottostimato. La società possiede decine di frequenze che sono autorizzate alla trasmissione, appunto, della tv via cellulare (secondo la tecnica Dvbh). Frequenze che appaiono oggi come un´autostrada larga e nuova dove però non transitano tante macchine.
Ora H3g chiede che queste frequenze possano cambiare targa. Vuole che veicolino anche programmi televisivi classici, irradiati con la tecnica del digitale terrestre (la stessa che usano Rai, Mediaset o la 7). In questa operazione, la società telefonica trova una sponda nel ministero dello Sviluppo Economico. Nelle ultime ore della gestione del ministro Romani (Pdl), mentre il nuovo premier Monti già viaggiava verso il Quirinale per giurare, il ministero ha scritto una lettera. Destinatario il Garante per le Tlc. Oggetto, il cambio di targa delle frequenze di H3g.
La missiva è partita da una specifica Direzione Generale del ministero, quella per i Servizi di Comunicazione elettronica e di Radiodiffusione. E allega - come a farla propria - la relazione con cui H3g annuncia che vuole fare la televisione classica su quelle frequenze (e non più solo la tv per cellulari). Il documento è opera di Antongiulio Lombardi, un dirigente tra i più smaliziati di H3g, una vecchia volpe del settore, una specie di ambasciatore della società telefonica. Quando l´ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, grande appassionato di cellulari e computer, voleva provare un nuovo "giocattolo" tecnologico, era Lombardi a portarglielo nella sua casa al centro di Roma.
Il Garante per le Comunicazioni ha già letto la missiva del ministero e la relazione di H3g. Ed ha spedito una risposta, ma prudente e interlocutoria. Il Garante pensa di avere l´ultima parola sul cambio di destinazione d´uso delle frequenze, essendo suo il "piano regolatore" del settore (lo ha scritto nella famosa delibera 300 del 2010). Spetta al Garante, insomma, stabilire come questa o quella società possa utilizzare le sue frequenze.
Gli esami, poi, non finiscono mai. E la pratica H3g finirà anche sulla scrivania del nuovo presidente Antitrust, Giovanni Pitruzzella. Assegnare di fatto una nuova televisione classica ad H3g - effetto del cambio di targa delle sue frequenze - significa cambiare gli equilibri concorrenziali nel settore della tv.
H3g, in ogni caso, è decisa ad andare avanti. Lo si capisce dal silenzio totale con cui la società protegge la sua iniziativa sulle frequenze e la sua relazione (di cui ha negato l´esistenza, finché ha potuto). La partita in gioco è chiara. Le frequenze per la televisione via cellulare (in Dvbh) hanno un valore relativo.
Frequenze abilitate anche alla trasmissione del digitale terrestre classico e televisivo avrebbero un valore enorme. Appena la crisi economica avrà allentato la sua morsa, Mediaset, Rai, Telecom o Sky potrebbero bussare alla porta di H3g e provare l´acquisto delle frequenze nobilitate. Per questo, quel cambio di targa ha significati industriali, e politici, molto forti.
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