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Fabio Rubini per "Libero"
Da ieri Daniele De Rossi è libero di trattare con qualsiasi squadra al mondo. Tra un mese, invece, potrà firmare con chi vuole a prescindere dal contratto in scadenza a giugno con la Roma. Forse è per questo che ieri, al primo allenamento post-capodanno, il centrocampista dispensava sorrisi a più non posso. Il centrocampista è uno dei pezzi pregiati del mercato e non fatevi trarre in inganno dalle parole d'ottimismo che da mesi escono da Trigoria.
L'accordo tra De Rossi e la "sua" Roma è tutto fuor che imminente. E le distanze tra le parti non appaiono così colmabili. Trovata la quadra sulla durata del contratto (5 anni) le trattative si sono arenate per questioni di soldi. Intanto sulla percentuale da assegnare al procuratore di Capitan Futuro, Sergio Berti. Poi c'è la questione dello stipendio: la Roma ha proposto al giocatore di arrivare ai 6 milioni richiesti, nell'arco dei cinque anni di contratto; Daniele invece li vuole tutti e subito a partire dalla prossima stagione e senza ricorrere a premi sui risultati.
A testimonianza del fatto che le cose tra la Roma e De Rossi sono tutt'altro che idilliache c'è da registrare l'arrivo nella capitale di James Pallotta previsto per venerdì, il vero uomo forte della cordata americana che in estate ha comprato la Roma. à certo che a giorni ci sarà un incontro tra il procuratore del centrocampista e la proprietà . I rumors parlano di una strategia messa a punto dallo stesso Pallotta insieme al ds Baldini che ha come priorità non tanto quella di trattenere ad ogni costo De Rossi, quanto quella di far firmare un prolungamento di contratto che garantisca alla Roma un introito in caso di vendita del giocatore.
Nel concreto si tratterebbe di un'offerta che prevede 6 milioni di stipendio al calciatore, garantiti però da una clausola rescissoria da fissarsi intorno ai 25/30 milioni di euro, nel caso De Rossi dovesse decidere (magari già a giugno) di farsi venire qualche mal di pancia. De Rossi (che a Natale avrebbe incontrato a Boston proprio Pallotta) ha la proposta sul tavolo e sta decidendo il da farsi. Ben consapevole che, a 28 anni, il prossimo potrebbe essere l'ultimo contratto "pesante" della carriera.
A far tentennare il calciatore, comunque, non ci sarebbero solo questioni economiche, ma anche tecniche, legate soprattutto al progetto di Luis Enrique e alla voglia di De Rossi di non concludere la carriera con poche vittorie. Un po' come ha fatto il suo grande punto di riferimento: Francesco Totti che ha sacrificato glorie e vittorie sull'altare della Roma e della sua romanità . Una scelta che De Rossi potrebbe non imitare. Anche perché mezzo mondo pallonaro si sta muovendo per sondare la disponibilità del centrocampista a fare le valige.
E da ieri, è certo, il telefono di Sergio Berti si è fatto ancor più rovente. Scartata per motivi "politici" la corte di Inter e Juve, l'idea di De Rossi è: o Roma o estero. Premier o Liga, questo resta ancora da decidere. In questo senso le piste calde sono due. La prima, quella più probabile, porterebbe Daniele a Manchester, sponda City. Gli sceicchi sono disposti ad accontentare il centrocampista in tutto e per tutto.
Soprattutto se Carlitos Tevez dovesse finire al Milan, con conseguente super risparmio per le casse del club inglese. In Inghilterra i tabloid danno l'affare già per fatto, addirittura a gennaio. L'alternativa all'Inghilterra per De Rossi sarebbe la Spagna. Non è un mistero per nessuno che Mourinho stravede per il centrocampista e che più volte lo stesso De Rossi non si è risparmiato nelle lodi pro Mou.
Se a questo si aggiunge che il portoghese è ai ferri corti con un giocatore di qualità come Ozil e che Kakà è sempre più fuori dai piani dei blancos, ecco che l'arrivo di De Rossi al Real Madrid diventa meno fantascientifico. Come è facile vedere in entrambi i casi De Rossi approderebbe in squadre che hanno come punto centrale e immediato della loro programmazione la vittoria. Alla Roma invece il progetto tecnico di Luis Enrique sembra avere ancora troppe incognite.
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