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GENISH TOCCA I CAVI DELL’ALTA TENSIONE. E RISCHIA DI RIMANER FULMINATO - L’AD TIM SPERA DI ESSERE RICONFERMATO ANCHE DAL CDA CHE S'INSEDIERA' DOPO L'ASSALTO DEL FONDO ELLIOTT, MA L'INSIDIA PUO' ARRIVARE DAL GOVERNO ITALIANO: IL MANAGER ISRAELIANO HA INFATTI TRASFERITO SOTTO IL SUO CONTROLLO I CAVI SOTTOMARINI DI SPARKLE, CARI AI SERVIZI SEGRETI, CHE PER LEGGE DEVONO ESSERE GESTITI DA UN ITALIANO. E ORA…

AMOS GENISH

DAGONOTA

 

La battaglia fra il fondo Elliott e Vivendi per il controllo di Tim non si svolge solo ai piani alti dei due contendenti, abitati dai finanzieri Paul Elliott e Vincent Bolloré. La guerra di posizione è combattuta anche dai capitani (dell’esercito israeliano): l’attuale amministratore delegato di Tim, Amos Genish, non ci sta infatti a essere infilzato appena 6 mesi dopo la sua nomina e sta prendendo le distanze dal pirata catto-integralista francese, come lo ebbe a definire l’ex presidente d’oltralpe Francois Hollande.

 

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A tutti Genish ricorda di essere un manager indipendente - che però ha fatto i soldi veri vendendo per due volte la startup brasiliana GVT prima allo stesso Bolloré e poi a Telefonica - e che sarebbe lui la persona migliore per continuare a guidare Tim.

 

Ma la pietra tombale sulle aspirazioni di Genish potrebbe arrivare non tanto da Elliott, che pure gli ha bocciato il piano industriale, quanto dal governo italiano. Al Comitato per il Golden Power non è infatti sfuggito l’ordine di servizio con cui Genish ha trasferito sotto di sé Sparkle, la controllata dei cavi sottomarini tanto cara ai servizi segreti e che per legge deve stare sotto un italiano: l’irritazione istituzionale è palpabile e potrebbe tradursi a breve in un formale atto di accusa per aver violato le disposizioni sul Golden Power.

 

 

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